La percentuale dei trader profittevoli

“Il 95% dei trader perde sui mercati” è la statistica relativa al trading più comunemente usata. Quindi la percentuale dei trader profittevoli dovrebbe essere pari al 5% ma non esiste alcun documento di ricerca che lo dimostri.

I dati dei broker

La ricerca e lo studio dei dati reali dei broker suggerisce persino che la cifra è molto più alta. Secondo vari studi statistici, l’80% dei day trader smette entro i primi due anni dall’inizio dell’attività. Quasi il 40% fa trading solo per un mese. Entro tre anni, solo il 13% continua e dopo cinque anni ne rimane solo il 7%.

La profittabilità dei trader
percentuale trader profittevoli
Tutti i trader iniziano col sogno di diventare ricchi in fretta ma dopo un mese il 60% smette di far trading. L’80% smette entro i due anni e solo il 7% resiste per 5 anni.

Le performance dei trader

L’investitore medio sottoperforma l’indice di mercato di riferimento dell’1,5% all’anno. Quelli che hanno avuto una performance passata positiva continuano a guadagnare forti rendimenti in futuro. I trader con un track record negativo della durata di 10 anni non si arrendono. Ciò suggerisce che le persone continuano a fare trading anche dopo aver ricevuto un segnale negativo sulle loro capacità.

La percentuale dei trader profittevoli

I day trader profittevoli costituiscono circa l’1,6%. Sono molto attivi e rappresentano il 12% di tutte le attività di day trading totali. Il 68% dei trader profittevoli si concentra nella parte della distribuzione gaussiana ad una deviazione standard e il 95% si colloca nel range a due deviazioni standard. Questi trader usano sempre le stesse strategie e hanno processi simili a quelli che vengono usati dalla massa.
Solo una piccola parte riesce ad ottenere risultati fuori dal comune collocandosi nella code della distribuzione gaussiana. Essi hanno approcci al mondo del trading che non sono quelli che usano tutti.

Le statistiche in base a sesso, condizioni sociali e lavoro

Gli investitori con un ampio differenziale tra le proprie condizioni economiche e la loro aspirazione detengono titoli più rischiosi. Poveri, giovani, che vivono in aree urbane e appartengono a specifici gruppi di minoranza investono di più in azioni con caratteristiche speculative. Gli uomini fanno più trading delle donne e gli uomini non sposati più degli uomini sposati. Chi fa trading tende ad essere più sbilanciato in titoli del settore in cui è impiegato. Più è alto il QI maggiore è la probabilità che gli investitori detengano fondi comuni di investimento e un numero maggiore di azioni.

Altre statistiche

Gli investimenti vincenti vengono venduti più frequentemente mentre quelli perdenti vengono mantenuti. E’ più probabile che gli investitori riacquistino un’azione che hanno precedentemente venduto in profitto rispetto a una precedentemente venduta in perdita. Un aumento della frequenza di ricerca su uno strumento specifico anticipa rendimenti più elevati nelle due settimane successive. Quando le operazioni più recenti hanno avuto successo i trader operano in modo più attivo.

Perché la percentuale dei trader profittevoli è così bassa?

Il più delle volte le decisioni di trading non si basano su solide ricerche o metodi di trading testati, ma sulle emozioni, sul bisogno di intrattenimento e sulla speranza di fare guadagni facili. Quello che ci si dimentica sempre è che il trading è una professione e richiede competenze che devono essere sviluppate negli anni. E’ necessario essere consapevoli delle proprie decisioni e basarsi su un processo. Non aspettarti di diventare milionario entro la fine dell’anno, ma tieni a mente le opportunità che il trading online ha da offrire.

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