Modulo 1: Lezione 4: I broker

I broker sono intermediari che permettono ai retail trader di accedere ai mercati e scambiare prodotti finanziari. Il suo compito è quindi quello di facilitare le transazioni a mercato dei suoi clienti.

La sua scelta è fondamentale, perché online, soprattutto negli ultimi anni, sono comparse molte società di brokeraggio che propongono condizioni allettanti per attirare i trader ma che molto spesso diventano pericolose per i conti dei clienti (ad esempio per via di una leva troppo elevata).

Per scegliere un buon broker bisogna prima di tutto guardare la sua regolamentazione e iscrizione all’albo della CONSOB, la quale autorizza ad operare in Italia, anche dall’estero.

La TWS, piattaforma del broker IB

Tipologie di broker

Sul mercato ne esistono 3 categorie principali. Esse sono:

  • market maker, il quale fornisce sempre la garanzia di esecuzione degli ordini e assicura la liquidità, gestendo internamente gli scambi con il cliente/trader. Spesso sono questi che attirano le persone con spread quasi nulli e leva elevata.
  • broker ECN, consente l’accesso direttamente al mercato e non garantisce l’esecuzione degli ordini in caso di mancanza di liquidità. Le commissioni sono solitamente maggiori rispetto ai market maker, ma con gli anni si sono comunque ridotte parecchio.
  • broker STP, alternativa tra market maker e ECN, propongono un servizio “no dealing desk” , fornendo l’accesso al mercato reale riuscendo a mantenere uno spread ridotto.

Cosa valutare per scegliere il broker giusto

Regolamentazioni e protezione dei fondi

Valutare il broker adatto è una componente molto importante nell’attività di trading.

Prima di tutto va valutata la sua professionalità e autenticità, attraverso, come detto in precedenza, la sua regolamentazione da parte degli enti predisposti. Solitamente questi sono:

  • FCA (Financial Conduct Authority).
  • CONSOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa).
  • SEC (Securities and Exchange Commission).
  • CYSEC (Cyprus Securities and Exchange Commission).

Succesivamente, è opportuno controllare su internet le recensioni di un certo broker, valutando il sito internet e le esperienze di precedenti clienti; la cosa migliore è effettuare una ricerca con il nome del broker seguito dalla dicitura “truffa” o “scam”.

Un passaggio molto importante è controllare nella blacklist della CONSOB, dove vengono inseriti tutti i broker segnalati come irregolari perché hanno arrecato danni e truffe ai clienti.

E’ importante sapere poi se il broker aderisca a programmi di protezione dei fondi dei clienti e che questi siano differenziati dai conti della società.

Operatività

La nostra operatività, ovvero stile di trading e tipologia di mercati (es. azionario, forex, materie prime) influisce molto sulla scelta del broker.

Per questo vanno valutati anche gli strumenti messi a disposizione; ad esempio se il broker offre CFD oppure accesso diretto a mercato spot. Questo cambia molto anche i costi di commissione. Molto importante è anche un’efficiente assistenza clienti, così da risolvere subito qualsiasi dubbio del cliente.

Quando si parla di operatività bisogna considerare anche la leva e la piattaforma. Attenzione a non farsi attirare da leve troppo alte, perché come si possono aumentare esponenzialmente i guadagni, si può fare altrettanto anche con le perdite.

La piattaforma di trading offerta dal broker deve essere semplice, intuitiva, funzionale. E’ bene, prima di aprire un conto reale e depositare fondi, provare con un conto demo, così da capire a fondo tutti i funzionamenti.

Costi

L’ultimo fattore, ma non per questo meno importante per scegliere il broker per fare trading sono i costi, i quali si possono dividere in 4 voci:

  • spread
  • commissioni
  • interessi
  • eventuali costi di gestione del conto

Sarebbe opportuno quindi paragonare diversi broker, già filtrati precedentemente per regolamentazione e operatività, per capire quale offre le condizioni migliori dal punto di vista dei costi.


Come ultimo consiglio è la scelta tra broker a regime amministrato o dichiarativo.

Il regime amministrato è il broker che agisce da sostituto d’imposta e paga le tasse dovute dal cliente prelevando direttamente dal conto trading. Per far ciò il broker deve avere sede in Italia.

Nel regime dichiarativo ricadono invece tutti gli altri, che non avendo sede italiana, non possono operare da sostituto d’imposta.

A metà anno rilasceranno quindi un documento con lo storico delle operazioni effettuate che dovrà essere presentato al commercialista per la dichiarazione dei redditi.

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