
I mercati resistono, ma qualcosa sta cambiando: ecco cosa dicono i dati
🇺🇸 USA – Inflazione più bassa, ma l’economia rallenta Negli Stati Uniti i dati di novembre raccontano un’economia che si sta raffreddando senza però fermarsi di colpo. L’inflazione continua a scendere: il CPI è al 2,7% su base annua e il dato core al 2,6%,

Mercati sospesi: tra tagli dei tassi e dati che rallentano
🇺🇸 USA – FOMC fatto, taglio difensivo e macro che rallenta Il FOMC di dicembre è ormai alle spalle e il messaggio è stato chiaro: taglio sì, ma senza svolta espansiva. La Fed ha agito in modo prudente, più per contenere il rallentamento del lavoro

Cosa Muoverà i Mercati: Dati Lavoro USA e Nuove Mosse della BCE
USA — Shutdown, lavoro “al buio”, dazi come leva Con il governo in shutdown, gli uffici statistici sono fermi: niente payrolls ufficiali, niente jobless claims, pubblicazioni chiave a rischio (trade balance, inventari). Nei dati “surrogati” ADP segnala –32mila posti a settembre, mentre nei payroll di

Le Banche Centrali Hanno Perso il Controllo dell’Economia?
Quando la medicina non funziona più Per decenni il taglio dei tassi è stato l’antibiotico standard delle banche centrali: rendere il denaro più economico per spingere famiglie e imprese a chiedere prestiti, comprare case, investire. Meno risparmio, più spesa, più crescita: questa è la catena

Dazi al 100% sui farmaci: l’ultimatum di Trump che può riscrivere le regole
Era da tempo che i mercati si erano illusi di aver capito le nuove regole del gioco. Poi, all’improvviso, Trump ha rovesciato il tavolo: dazi al 100% sui farmaci brevettati importati negli Stati Uniti. Non una tassa simbolica, ma un vero raddoppio secco dei prezzi.

Investire meglio del 99%: la mappa mentale che ti manca
Per anni ci hanno raccontato una storia rassicurante: un viaggio lineare verso la ricchezza, con un rendimento medio dell’8–10% l’anno, come una retta che sale dolcemente. Una promessa comoda, che funziona perché è ciò che tutti vogliono sentirsi dire. Ma la verità è diversa: i
Investire meglio del 99%: la mappa mentale che ti manca
Per anni ci hanno raccontato una storia rassicurante: un viaggio lineare verso la ricchezza, con un rendimento medio dell’8–10% l’anno, come una retta che sale dolcemente. Una promessa comoda, che funziona perché è ciò che tutti vogliono sentirsi dire. Ma la verità è diversa: i mercati non si muovono in linea retta, sono una bestia che alterna balzi e crolli. Un anno di euforia può regalare un +20%, un anno di panico può portare a perdite del 30%. Quel famoso 10% non è la regola di ogni anno, ma il risultato di una media che mescola momenti di euforia e di terrore. È un numero matematico, non la realtà che un investitore affronta.
La realtà dietro le medie
Guardando al passato, dal 1980 in poi, quasi ogni anno dell’S&P 500 ha avuto almeno un calo intrannuale a doppia cifra. Anche quando l’anno si è chiuso in forte rialzo, ci sono stati momenti di paura con drawdown medi del 14%. Questo è il prezzo del biglietto: se vuoi i rendimenti di lungo termine, devi accettare che nel breve il portafoglio sanguini anche del 20–30%. Il primo errore dell’investitore medio è aspettarsi un viaggio tranquillo, quando in realtà il percorso è una continua alternanza di entusiasmo e panico.

Il motore nascosto dei mercat
Nonostante tutto, nel lungo termine la borsa ha sempre vinto. Perché? Perché i mercati hanno una struttura asimmetrica: un titolo può scendere al massimo del 100%, ma al rialzo non ha limiti. I rialzi mediamente durano quattro volte più dei ribassi, e la maggior parte del rendimento non arriva da centinaia di titoli mediocri, ma da una manciata di campioni globali che trascinano tutto l’indice. A questo si aggiunge il carburante degli utili aziendali, la vera stella polare: nel tempo, i profitti crescono e con loro crescono i prezzi. È un legame quasi gravitazionale che ha permesso ai mercati di infrangere record anche in contesti di inflazione, dazi o crisi geopolitiche.
Una lezione per chi investe
Chi guarda solo al breve termine finisce per farsi spaventare dalle notizie e dalle valutazioni. Ma il mercato non è un casinò: è una macchina di selezione naturale, dove i deboli vengono sostituiti e i forti prosperano. L’incertezza non è un bug, è la caratteristica che genera i rendimenti. L’unico vero rischio che i mercati non possono scontare sono i “cigni neri”, eventi imprevedibili come la pandemia del 2020. Tutto il resto è già dentro i prezzi. Per l’investitore di lungo termine la lezione è chiara: non scommettere contro la capacità delle imprese di trasformare i problemi in profitti.
Di questo argomento, ne parlo in modo approfondito, in questo video qui:
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