I trend dell’industria automobilistica nel 2024

Gli anni d’oro dell’industria automobilistica italiana sono finiti. Un tempo la Fiat sfornava 2 milioni di auto all’anno. Oggi si chiama Stellantis e ne produce meno di 500.000. Mentre Germania, Spagna e Francia stanno seguendo una politica industriale ben definita, l’Italia è stata colta impreparata. Eppure, in mezzo a questa marea mutevole, siamo testimoni di un’era di trasformazione senza precedenti, catalizzata da scoperte tecnologiche e da una crescente consapevolezza ambientale. In questo post esploreremo i trend del 2024 nell’industria automobilistica ed esamineremo il posto dell’Italia all’interno di questa narrativa in evoluzione.

Veicoli elettrici

Il ronzio dei motori elettrici diventa sempre più forte mentre il mondo si dirige verso un orizzonte più verde. Con le case automobilistiche che investono ingenti somme di denaro nello sviluppo delle batterie e nell’espansione delle infrastrutture di ricarica, la transizione ai veicoli elettrici non è più un sogno lontano ma una realtà tangibile. Mentre il mondo cerca di ridurre le emissioni e combattere il cambiamento climatico, la rivoluzione elettrica è pronta a rimodellare l’industria automobilistica nel 2024.

Guida autonoma

La guida autonoma sta diventando una realtà, grazie ai rapidi progressi nell’intelligenza artificiale. Le case automobilistiche lanciano sistemi avanzati di assistenza alla guida e funzionalità autonome sempre più sofisticate. Dal cruise control all’assistenza al mantenimento della corsia, l’era della guida autonoma è sempre più vicina.

Veicoli intelligenti

Negli ultimi anni, l’industria automobilistica ha subito una trasformazione epocale grazie ai rapidi progressi nella digitalizzazione. Le automobili moderne non sono più semplici mezzi di trasporto, ma veri e propri centri di connettività e intrattenimento. Oltre ai classici sistemi di navigazione, le automobili moderne sono dotate di tecnologie avanzate come connessioni Internet ad alta velocità, hotspot Wi-Fi a bordo e integrazione con smartphone attraverso Apple CarPlay o Android Auto. Gli utenti possono ora personalizzare le proprie esperienze di guida, regolare le impostazioni del veicolo e accedere alle funzioni di intrattenimento con semplici comandi vocali.

Sostenibilità

La sostenibilità è uno dei maggiori trend dell’industria automobilistica nel 2024. Materiali leggeri, componenti riciclabili e un crescente interesse per le fonti energetiche alternative stanno rimodellando il modo in cui pensiamo ai trasporti. Dai processi di produzione ecologici ai veicoli a emissioni zero, la sostenibilità non è solo una tendenza: è un imperativo morale che guida il futuro della mobilità.

Ride-Sharing

Nelle giungle urbane è silenziosamente in corso una rivoluzione che promette di rimodellare il tessuto dei trasporti come lo conosciamo: il ride-sharing. I veicoli monoposto che intasano le strade vengono sostituiti da una visione condivisa dei trasporti che privilegia l’efficienza, la convenienza e la tutela dell’ambiente. Il concetto di proprietà dei veicoli sta cambiando con la crescente popolarità dei servizi di mobilità condivisa. Che si tratti di un viaggio in solitaria in ufficio o di un’uscita di gruppo con gli amici, il ride-sharing offre un’alternativa flessibile e conveniente ai tradizionali mezzi di trasporto.

Il mercato delle auto usate

In mezzo al fermento delle nuove tecnologie e dell’innovazione, il mercato delle auto usate gioca silenziosamente un ruolo fondamentale nel soddisfare la domanda dei consumatori. Poiché la carenza affligge i concessionari e le liste d’attesa si allungano, i veicoli di seconda mano offrono un’ancora di salvezza per coloro che cercano una soluzione immediata. Tuttavia, la scarsità ha un costo: la domanda di auto usate fa impennare i prezzi.

I consumatori di oggi richiedono sempre di più dispositivi di sicurezza attiva e cambio automatico. Un altro dato rilevante riguarda le preferenze in termini di alimentazione. Ad oggi i motori a benzina sono ancora i preferiti dai consumatori, superando quelli a diesel. Ma il mercato dei motori impianto GPL è in crescita. Le vetture elettriche rimangono invece una scelta contenuta a causa dei costi elevati e della limitata autonomia delle batterie.

Il posto dell’Italia nella rivoluzione automobilistica

In Italia c’è stata una mancanza di visione sul tema della transizione. Oltre il 73% delle aziende italiane del settore lavorano su tecnologie legate alle auto tradizionali a motore termico. Sono 450 le imprese a rischio chiusura (il 20% del totale) e con loro 74.000 posti di lavoro.

Finora tutti i governi che si sono succeduti nel tempo non hanno avuto una chiara politica industriale per il Paese. Bisogna fare in modo che le multinazionali siano invogliate a investire in Italia anche su nuovi prodotti e nuove tecnologie.

Stellantis ha un piano molto ambizioso, però dovremmo adeguare la componentistica ai ritmi e alle accelerazioni che si stanno avendo a livello di mobilità elettrica.

Nonostante negli anni in Italia si sia verificata una dispersione importante della capacità produttiva di auto, l’attività di Stellantis rappresenta ancora una quota importante del PIL italiano. L’azienda possiede sei stabilimenti di assemblaggio di auto sul territorio. Ha anche altri impianti dove si producono componenti auto. Per quanto riguarda le auto elettriche, Stellantis produce a Mirafiori la 500 elettrica e la Maserati Gran Turismo Folgore. A partire da quest’anno realizzerà cinque nuovi modelli a zero emissioni e veicoli commerciali anche in configurazione 100% elettrica. Dal 2026 a Termoli è prevista la gigafactory per le batterie.

Uno dei punti cruciali per la svolta dell’elettrico riguarda le colonnine di ricarica. L’infrastruttura di ricarica in Italia sta finalmente vivendo una fase di crescita, con oltre 47.000 colonnine distribuite sul territorio. Tuttavia, c’è ancora spazio per migliorare.

Le batterie rappresentano un’altra sfida per il green. L’Europa sta compiendo passi significativi nell’impiego del sodio come alternativa al litio. In termini di espansione in Europa, e quindi anche in Italia, i prossimi anni saranno cruciali. I produttori cinesi sembrano godere di un vantaggio competitivo grazie anche al sostegno del governo e al controllo di gran parte della catena di fornitura delle batterie.

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