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Il nuovo presidente della SEC: chi è Paul Atkins?
Paul Atkins non è un nome sconosciuto a chi segue la finanza americana. Ex commissario della SEC dal 2002 al 2008, Atkins ha costruito la sua carriera intorno a un’idea ben precisa: meno regole, più mercato. È anche il fondatore di Patomak Global Partners, una società di consulenza che lavora con banche, fintech e altre grandi aziende.
Durante il suo periodo alla SEC, Atkins si è fatto notare per il suo approccio critico verso le sanzioni elevate imposte alle aziende e per il suo sostegno alla formazione di capitali. Secondo lui, regolamentazioni troppo rigide non fanno altro che soffocare l’innovazione e penalizzare gli investitori stessi. Con queste premesse, non sorprende che Donald Trump lo abbia scelto come successore di Gary Gensler, che ha guidato la SEC con mano pesante, soprattutto nei confronti delle criptovalute.
Gensler vs Atkins
La differenza tra Atkins e il suo predecessore non potrebbe essere più marcata. Se Gensler è stato il volto di una SEC aggressiva, con multe record e un focus su regolamentazioni stringenti (pensiamo alle crypto o alle regole sul rischio climatico), Atkins rappresenta quasi l’opposto.
Il nuovo capo della SEC promette un ritorno a regole più snelle, meno sanzioni e un dialogo più aperto con Wall Street. Per molti, questa nomina segna un cambio di paradigma: meno interventi e più fiducia nei mercati. Ma non tutti sono d’accordo.
Un alleato per il settore crypto
Un punto che rende Atkins particolarmente interessante è il suo approccio favorevole alle criptovalute. Durante la sua campagna, Trump ha abbracciato il mondo crypto, promettendo regole più chiare e meno punitive. La nomina di Atkins sembra un primo passo in questa direzione. Per le aziende del settore, Atkins rappresenta una speranza di maggiore chiarezza normativa. L’era della “regolamentazione tramite sanzioni” potrebbe essere finita.
Cosa aspettarsi dalla SEC di Atkins?
Con Paul Atkins alla guida, la SEC potrebbe concentrare i suoi sforzi su tre principali obiettivi:
- Ridurre le sanzioni: Atkins ha spesso criticato le multe elevate, sostenendo che danneggiano gli azionisti più che le aziende stesse.
- Alleggerire le normative: le regole considerate inutilmente complicate o ridondanti potrebbero essere riviste per rendere i mercati più accessibili e competitivi.
- Promuovere l’innovazione: Atkins sembra determinato a favorire politiche che incentivino la crescita economica senza soffocare l’iniziativa privata.
Con Atkins alla guida della SEC vedremo meno indagini e azioni legali. Per il settore finanziario, la sua nomina è un segnale positivo. Banche, società di trading e fintech vedono in lui un leader disposto a collaborare e a rendere la regolamentazione meno ostica. Robinhood Markets, ad esempio, ha definito Atkins “la scelta perfetta” per la guida della SEC. Questa visione non è condivisa da tutti. C’è chi teme che una regolamentazione troppo permissiva possa favorire le grandi aziende e penalizzare i piccoli investitori.
Un leader controverso
Atkins non è nuovo alle controversie. Durante il suo mandato alla SEC, ha preso posizione su alcuni dei temi più caldi della regolamentazione finanziaria, come l’influenza dei proxy advisor sui consigli di amministrazione e i costi eccessivi delle normative di divulgazione.
Nel 2007, parlando di regolamentazioni troppo rigide, disse: “La SEC non deve escludere gli investitori dai mercati con regole onerose o mangiare i frutti dei loro investimenti con mandati senza senso”. Una filosofia che oggi, sotto la sua leadership, potrebbe tornare al centro delle politiche dell’agenzia.
Cosa dicono i critici?
Non mancano le critiche alla nomina di Atkins. Molti lo considerano troppo vicino agli interessi delle aziende e poco attento alla tutela degli investitori. Dennis Kelleher, co-fondatore di Better Markets, ha collegato le sue politiche deregolamentative alla crisi finanziaria del 2008.
Il timore principale è che un approccio troppo permissivo possa lasciare troppo spazio agli eccessi, sacrificando la trasparenza e la protezione degli investitori a favore di grandi interessi economici. Mercati meno controllati potrebbero vedere l’emergere di fenomeni speculativi difficili da gestire.
La vera sfida sarà trovare il giusto equilibrio tra libertà di mercato e responsabilità, evitando di ripetere gli errori del passato. Solo il tempo dirà se questa nomina segnerà una rivoluzione positiva per il sistema finanziario.
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