
Asta BTP 13 febbraio 2025: Dettagli, Rendimenti e Cosa Aspettarsi dai titoli di Stato
Il 13 febbraio 2025, il Tesoro italiano terrà un’asta significativa, mettendo sul piatto tre tranche di BTP a medio-lunga scadenza, con l’obiettivo di raccogliere tra i 4,75 e i 5,75 miliardi di euro. Questa asta rappresenta un’occasione importante per gli investitori, sia retail che istituzionali.

Crisi energetica in Europa: il gas scarseggia e le bollette rischiano di esplodere
L’Europa sta per affrontare un inverno che potrebbe rivelarsi molto più complicato del previsto. Le scorte di gas si sono svuotate a un ritmo preoccupante, mentre i prezzi per ricaricarle durante l’estate 2025 risultano più alti del normale. Se nessuno acquista gas ora, il prossimo

BTP Più 2025: Tutto quello che c’è da sapere sul Nuovo Titolo di Stato
Sta per arrivare il BTP Più, una novità che promette di cambiare il panorama dei titoli di Stato italiani nel 2025. Il nuovo bond, oltre a offrire cedole trimestrali e un rendimento step-up, introduce un’opzione inedita: il rimborso anticipato del capitale investito. Un cambiamento che

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 06
Era un trade perfetto: Trump di nuovo alla Casa Bianca, mercati in modalità risk-on, azioni in rally, vendite sui bond governativi e un dollaro forte. Tutto filava liscio, almeno sulla carta. Un mese dopo, la realtà racconta una storia diversa. L’S&P 500 ha guadagnato terreno,

Direttiva Case Green: Quanto Costerà Davvero Adeguare la Tua Casa e Cosa Rischi se Non Lo Fai?
La Direttiva Case Green avrà un impatto significativo su milioni di proprietari di casa in Italia. L’obiettivo dell’Unione Europea è chiaro: ridurre drasticamente i consumi energetici degli edifici entro il 2030. Ma cosa significa tutto questo per il tuo portafoglio? Quanto costeranno gli interventi? Ci

Sottoconsumo: La Nuova Tendenza che Cambierà per Sempre il Tuo Modo di Spendere
Negli ultimi anni abbiamo visto di tutto: haul di shopping da migliaia di euro, challenge di 24 ore in un centro commerciale, collezioni di vestiti che sembrano uscite da un negozio. Ma qualcosa sta cambiando. Su TikTok e Instagram, il consumismo sfrenato sta lasciando spazio
Bancomat lancia le Commissioni Variabili: cosa significa per il tuo Portafoglio
Dal 1° luglio 2025 il circuito PagoBancomat introdurrà una novità destinata a far discutere: le commissioni variabili. Acquistare un caffè al bar ti costerà meno in termini di commissioni rispetto a un gioiello o una borsa di lusso. Ma cosa significa davvero questa novità? E quali sono le implicazioni per esercenti, banche e consumatori?
Cosa cambia con le commissioni variabili di Bancomat
Con l’introduzione delle commissioni proporzionate al valore dell’acquisto, Bancomat mira a rendere i piccoli pagamenti meno onerosi. Pagare un caffè al bar non comporterà più lo stesso costo in termini di commissioni che acquistare una GPU da gaming di ultima generazione.
L’obiettivo è chiaramente incentivare l’uso delle carte anche per le micro-transazioni e quindi rendere il pagamento elettronico più competitivo rispetto al contante. Al momento le commissioni sul circuito PagoBancomat si aggirano tra lo 0,2% e lo 0,3%, nettamente inferiori rispetto allo 0,7% medio dei circuiti internazionali come Visa o Mastercard.
Perché questa scelta?
Le nuove commissioni variabili di Bancomat nascono in risposta alle critiche mosse da esercenti e consumatori. Da anni si lamentano che le commissioni sui pagamenti digitali riducono i margini di guadagno, soprattutto per gli acquisti di piccolo importo. La differenziazione delle tariffe, quindi, punta a risolvere questo problema e a spingere anche i commercianti più restii ad accettare il POS per cifre basse.
Ma c’è un rovescio della medaglia. Se è vero che le transazioni piccole diventeranno più economiche, il rischio è che i costi maggiori per i beni di lusso vengano scaricati lungo la filiera, arrivando infine sui consumatori.
Chi paga davvero il conto?
Uno dei punti più controversi riguarda l’impatto sulle banche e sugli intermediari finanziari. Questi ultimi gestiscono i pagamenti tramite POS e potrebbero decidere di trasferire i costi maggiorati agli esercenti. A loro volta, i commercianti potrebbero aumentare i prezzi al dettaglio per compensare l’incremento delle commissioni. I consumatori non dovrebbero subire direttamente l’impatto delle nuove tariffe, almeno teoricamente, ma il condizionale è d’obbligo.
Se gli acquirer (le banche che forniscono il POS) decidessero di assorbire gli aumenti, i loro margini si ridurrebbero. Tuttavia, la tendenza a scaricare i costi sul cliente finale è un rischio concreto, soprattutto in un contesto economico già segnato dall’inflazione.
Perché Bancomat ha scelto questa strada
Il cambiamento arriva nel quadro di un nuovo piano industriale che punta a trasformare Bancomat in una vera e propria impresa, grazie anche all’ingresso del fondo FSI, ora azionista di maggioranza con il 44% del capitale. Questo passo si inserisce in una strategia più ampia per modernizzare il circuito PagoBancomat, che gestisce oltre 390 milioni di pagamenti e 66 milioni di prelievi all’anno, ma che registra ricavi ancora modesti rispetto ai competitor internazionali.
La novità delle commissioni variabili di Bancomat rappresenta un tentativo di aumentare la competitività del circuito rendendolo più attraente per esercenti e consumatori.
Implicazioni per esercenti e consumatori
La buona notizia per i commercianti è che i pagamenti di piccolo importo diventeranno meno costosi. Ciò dovrebbe incentivare l’uso delle carte anche per importi sotto i 10 euro. I negozianti che vendono beni di lusso o articoli costosi potrebbero trovarsi però a fare i conti con commissioni più alte.
Gli effetti sui consumatori dipenderanno in gran parte da come le banche e gli esercenti gestiranno questi cambiamenti. In uno scenario ottimale i consumatori potrebbero beneficiare di transazioni più economiche per gli acquisti quotidiani, senza subire rincari sui beni di lusso. Ma se i costi maggiorati dovessero essere trasferiti sui prezzi finali, la convenienza del pagamento digitale potrebbe ridursi.
Conclusioni
Le commissioni variabili di Bancomat segnano un cambiamento significativo nel panorama dei pagamenti elettronici in Italia. L’idea di differenziare i costi in base al valore delle transazioni potrebbe incentivare l’uso del POS per importi piccoli, ma resta da vedere come banche, esercenti e consumatori reagiranno a questa novità. La sfida sarà trovare un equilibrio tra sostenibilità economica e accessibilità, evitando che il peso delle nuove tariffe si trasformi in un boomerang per chi già utilizza il circuito.
ARTICOLI CORRELATI:
Bonifici istantanei: stop alle commissioni extra, la rivoluzione è iniziata
Banche Digitali: Tutto quello che devi sapere (e non ti dicono)
Come Cambieranno le Buste Paga nel 2025: Novità e Dettagli della Manovra Fiscale
Quali sono le previsioni per i tassi di interesse in Europa nel 2025?