Modulo 1: Lezione 1: Storia del mercato valutario

Il sistema monetario aureo (Gold Standard)

Nel 1875 venne creato il sistema monetario aureo, segnando uno dei momenti di maggiore importanza all’interno della storia del mercato valutario.

L’idea di base del sistema aureo era che i governi garantivano la conversione della valuta in un preciso quantitativo di oro e viceversa: in sostanza, una valuta sarebbe sempre stata sostenuta dall’oro. I governi ovviamente dovevano possedere sempre una grandissima quantità di oro nelle casse dello Stato, per garantirne il cambio. Il problema era però l’approvvigionamento e il prezzo del metallo prezioso; una scoperta di una nuova miniera, avrebbe fatto scendere il suo valore.

I governi stabilirono quindi un tasso di cambio fisso tra la loro moneta e un’oncia d’oro; la differenza di prezzo tra un’oncia e due valute diverse divenne il tasso loro di cambio fisso, divenendo il 1° strumento standardizzato della storia del mercato valutario.

Il Gold Standard terminò quando, alla fine della 1° guerra mondiale, diverse economie ebbero bisogno di stampare ingenti quantità di denaro per pagare i debiti di guerra e la ricostruzione. Questo richiedeva ovviamente una grandissima quantità d’oro, che non era disponibile per il cambio.

Molti paesi decisero quindi di abbandonare il sistema monetario aureo, ponendo la sua definitiva fine.

Conferenza di Bretton Woods

Il 1944 può essere definito come l’inizio del mercato valutario per come lo conosciamo oggi. Ovviamente da quella data molto è cambiato. In quell’anno si è svolta la Conferenza di Bretton Woods, in cui si creò un sistema finanziario stabile di cambi fissi contro il dollaro americano.

Con gli accordi di Bretton Woods si passò quindi a un sistema di cambi fissi vs USD, a sua volta ancorato al gold.

I nuovi accordi stabilivano quindi il “peg”, un tasso fisso di conversione, e le valute potevano muoversi solo all’interno di un certo range di cambio (solitamente 1% al rialzo o ribasso).

Questo portò una certa stabilità nei tassi di cambio tra dollaro e valute europee come la sterlina, la lira e il marco tedesco, garantiti dalle riserve di oro delle banche centrali.

1973: fine del Sistema di Bretton Woods

Nel corso dei 2 decenni successivi i volumi di scambio aumentarono esponenzialmente minacciando così i tassi fissi tra le valute maggiori, mentre la speculazione cresceva e diventava sempre più difficile per le banche centrali mantenere il range di oscillazione prestabilito.

Nel 1973 gli USA decisero quindi di interrompere gli accordi di Bretton Woods e dal 1975 venne introdotto il sistema di libera fluttuazione, in cui operavano grandi istituti finanziari (broker), multinazionali e speculatori.

Con l’aumento degli scambi internazionali di beni e servizi si rese necessario lasciare che le forze di mercato dirigessero i tassi di cambio in modo libero, spesso però con risultati negativi per alcune economie più deboli (esempio il mercoledì nero per sterlina e lira del 1992).

Storia del mercato valutario
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