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A cosa pensi quando leggi “penny stock”? Nell’immaginario collettivo, questo termine richiamerebbe azioni da pochi spiccioli, acquistabili con il resto del caffè preso al bar. Qualcosa di marginale, accessibile, forse persino promettente visto lo scarso investimento richiesto. La realtà è che le penny stock non hanno più molto a che vedere con i centesimi. Oggi il termine comprende tutte le azioni scambiate a meno di 5 dollari. Questa soglia ha una storia precisa, fatta di frodi, operazioni borderline e interventi legislativi drastici.
La definizione moderna risponde alla necessità concreta di contenere il rischio che queste azioni possono rappresentare per investitori poco esperti. L’universo delle penny stock è popolato da società opache, fondamentali deboli, operazioni speculative e, troppo spesso, truffatori in cerca di prede.
Quanto costano?
Fino agli anni Ottanta, le penny stock erano effettivamente quelle azioni che valevano meno di un dollaro. Erano quotate in mercati secondari, lontane dai riflettori di Wall Street, e spesso ignorate dalla stampa economica. Poi arrivarono gli scandali.
Molte delle frodi più clamorose riguardavano titoli scambiati a 2, 3, 4 dollari. Per aggirare i primi controlli normativi, i promotori di queste operazioni avevano imparato a mantenere i prezzi sopra la soglia simbolica del dollaro.
Nel 1990 venne approvato il Penny Stock Reform Act, che ampliò la definizione di penny stock includendo tutte le azioni scambiate sotto i 5 dollari.
Da allora, la soglia dei 5 dollari è diventata il nuovo spartiacque e le autorità di vigilanza hanno esteso il loro raggio d’azione su queste azioni alla portata di tutti. Anche oggi la SEC classifica come penny stock qualsiasi titolo con prezzo inferiore a questa cifra, indipendentemente dalla capitalizzazione o dalla borsa su cui viene scambiato.
Dove puoi trovarle
Molti pensano che le penny stock siano escluse dai circuiti ufficiali. Si sbagliano! Alcune azioni sotto i 5 dollari si trovano anche sul Nasdaq o sul New York Stock Exchange. Nonostante i requisiti minimi di quotazione (almeno 4 dollari e un certo numero di azioni in circolazione), alcune aziende riescono a restare quotate pur avendo prezzi molto bassi, grazie a clausole specifiche o deroghe temporanee.
La presenza su un listino importante, però, non garantisce solidità. Molte di queste società attraversano fasi critiche. Hanno utili negativi e sono sommerse dai debiti. Alcune si trovano nel bel mezzo di piani di ristrutturazione. Altre si avviano silenziosamente verso la cancellazione.
Secondo i dati di giugno 2025, oltre 1.500 titoli sotto i 5 dollari risultano scambiati su mercati regolamentati americani. Si tratta di più di un terzo delle azioni presenti sul NYSE. Questa proporzione racconta un mercato profondamente segmentato, dove convivono colossi da trillion dollars e aziende al limite della sopravvivenza.
Sono rischiose?
Quarant’anni fa l’universo delle penny stock era un Far West. Le cronache raccontano di uffici stipati, telefoni roventi, venditori aggressivi e investitori raggirati. Nomi come Blinder Robinson, First Jersey Securities e, più tardi, Stratton Oakmont hanno lasciato un marchio indelebile. Dietro questi nomi si nascondevano squadre di broker senza scrupoli, addestrati a manipolare i prezzi con tecniche di pressione e promesse fuori scala.
Lo schema più comune era quello del pump and dump. Si gonfiava artificialmente il valore di un titolo attraverso una campagna di promozione martellante. Quando il prezzo raggiungeva un picco, gli insiders vendevano tutto, lasciando il mercato saturo e il prezzo in caduta libera. A rimetterci, come sempre, erano i piccoli investitori.
Quel mondo, in apparenza, non esiste più. Le boiler room sono scomparse. Oggi le truffe sono digitalizzate e viaggiano su Telegram, Reddit, forum oscuri e newsletter fin troppo generose. Cambia il linguaggio, non la dinamica. Lo schema è lo stesso: promessa facile, esecuzione rapida, tracce cancellate.
Investire con consapevolezza
Non facciamo di tutta l’erba un fascio. Penny stock non è sinonimo di truffa. Qual è la start-up emergente che non ha attraversato un momento difficile?
Bisogna, tuttavia, considerare i rischi. La mancanza di trasparenza, la scarsa liquidità e l’assenza di copertura da parte degli analisti rendono questi titoli estremamente volatili.
Comprare aziende con prezzi bassi non significa fare affari. Spesso il prezzo racconta una storia che pochi hanno voglia di leggere. Non bastano due clic su un’app per trasformare una scommessa in un investimento.
Le penny stock sono il prodotto di un sistema che ha dovuto adattarsi, difendersi e cambiare le regole. Dietro il nome evocativo si cela un mondo complesso, affascinante ma soprattutto pericoloso. Un mondo dove le promesse brillano più dei bilanci, dove ogni decisione deve passare attraverso il filtro del dubbio.
Se decidi di investire in penny stock sii preciso. Ogni scelta deve poggiare su dati, analisi e sana diffidenza. Leggi i bilanci, studia la struttura societaria e chiediti sempre chi guadagna davvero da quel titolo. Hai tutto da perdere!
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