
Psicologia e investimenti: riconoscere i bias cognitivi che fanno perdere soldi
Investire non è soltanto una questione di numeri. Dietro ogni decisione finanziaria si muove un mondo invisibile fatto di percezioni, emozioni e scorciatoie mentali. La psicologia comportamentale insegna che i peggiori nemici di chi investe non sono i mercati instabili o le crisi geopolitiche, ma

FOMO negli investimenti: come difendere il portafoglio dall’illusione del guadagno facile
L’investimento dovrebbe essere un atto razionale. Eppure, in ogni epoca, gli esseri umani si lasciano guidare dalle emozioni, trasformando il mercato in un’arena dove paura e avidità si alternano. Quella paura si chiama FOMO (Fear Of Missing Out), una dinamica antica, che si veste di

Tassi fermi e inflazione in agguato: Powell sfida Trump sui dazi e blocca la Fed
Jerome Powell si è presentato alla conferenza dei banchieri centrali europei con una chiarezza che lascia poco spazio a interpretazioni politiche. I tagli dei tassi della Federal Reserve non sono esclusi, ma al momento restano in standby. Colpa delle tensioni tariffarie di Donald Trump, che

Rapporto sull’occupazione di giugno: cosa aspettarsi tra rallentamento economico e scelte Fed
Ogni mese il rapporto sull’occupazione statunitense racconta qualcosa che sfugge agli indicatori di superficie. La fotografia di giugno promette un quadro più fragile del previsto. Le attese convergono su una crescita moderata dei posti di lavoro e su un tasso di disoccupazione in risalita. La

Penny Stock: il Mercato Dove Investi Poco e Puoi Perdere Tutto
A cosa pensi quando leggi “penny stock”? Nell’immaginario collettivo, questo termine richiamerebbe azioni da pochi spiccioli, acquistabili con il resto del caffè preso al bar. Qualcosa di marginale, accessibile, forse persino promettente visto lo scarso investimento richiesto. La realtà è che le penny stock non

Occhio alle Truffe: Guida Definitiva Per non Farsi Fregare nel Mondo degli Investimenti
Le truffe finanziarie non indossano più cappelli neri né agiscono nell’ombra. Si presentano in giacca e cravatta, parlano un italiano quasi impeccabile e promettono guadagni rapidi con un entusiasmo che rasenta l’ipnosi. Le trovi nei social, nei banner pubblicitari, in chiamate improvvise o in messaggi
Regime Forfettario 2025: Cosa Cambia Davvero per Autonomi e Freelancer?
Il regime forfettario è una delle soluzioni fiscali più convenienti per i lavoratori autonomi in Italia. Ogni anno, le regole possono subire piccoli aggiustamenti e il 2025 non fa eccezione. Nonostante molte voci circolate sull’innalzamento della soglia di fatturato, il tetto rimane fissato a 85.000 euro. Ma ci sono novità importanti per chi lavora come dipendente e ha una seconda attività, oltre a nuove agevolazioni sui contributi INPS. Facciamo chiarezza su cosa cambia per il regime forfettario nel 2025.
Cos’è il regime forfettario (per chi ancora non lo sa)
Se hai una partita IVA e vuoi pagare meno tasse, il forfettario è la scelta ideale. Si tratta di un regime agevolato che prevede:
- Niente IVA da applicare sulle fatture;
- Tassazione fissa al 5% per i primi 5 anni (se rispetti certi requisiti);
- Tassazione al 15% dopo il quinto anno;
- Base imponibile calcolata con il coefficiente di redditività del tuo codice ATECO (non su tutti i ricavi, ma solo su una percentuale);
- Niente IRPEF, addizionali regionali e comunali.
Le novità del regime forfettario 2025
Anche se il tetto massimo di fatturato rimane 85.000 euro, ci sono alcune modifiche da tenere d’occhio per il regime forfettario nel 2025:
Nuova soglia di accesso per lavoratori dipendenti
Se hai un lavoro dipendente e vuoi aprire una partita IVA in forfettario, prima non potevi accedere se il tuo stipendio superava i 30.000 euro annui. Ora il limite sale a 35.000 euro. Quindi, se hai un secondo lavoro e rientri in questo range, puoi sfruttare il forfettario senza problemi.
Contributi INPS agevolati per alcune categorie
Se sei un artigiano o un commerciante che si iscrive per la prima volta alla gestione separata INPS, avrai diritto a uno sconto del 50% sui contributi per i primi tre anni di attività.
Fatturazione elettronica obbligatoria per tutti
Dal 2024, chi aveva ricavi sopra i 25.000 euro era obbligato a fare fattura elettronica. Dal 2025, questa regola si estende a tutte le partite IVA in regime forfettario. Fine dei blocchetti di ricevute e via con lo SDI!
Stop alle tasse sui rimborsi spese
Se viaggi per lavoro e il cliente ti rimborsa spese di viaggio e alloggio pagate con strumenti tracciabili, questi rimborsi non saranno tassati. Ottima notizia per chi si sposta spesso!
Fatture semplificate senza limiti
Scompare il tetto di 400 euro per l’emissione di fatture semplificate. Ora, anche per importi più alti, potrai usare questa modalità più snella.
Tetto al regime forfettario
La soglia degli 85.000 euro annui di ricavi rimane un punto fermo. Ma attenzione, se sfori ci sono regole precise:
- Fatturato inferiore a 85.000 euro: rimani in forfettario tranquillamente;
- Fatturato tra 85.000 e 100.000 euro: esci dal forfettario l’anno successivo;
- Fatturato sopra i 100.000 euro: esci dal forfettario immediatamente, dal 1° gennaio dello stesso anno.
E occhio anche a un altro limite: non puoi superare i 20.000 euro di spese per collaboratori o lavoro accessorio. Se li superi, addio forfettario.
Chi NON può accedere al forfettario
Anche se hai ricavi sotto gli 85.000 euro, potresti essere escluso dal forfettario se:
- Sei non residente in Italia (salvo eccezioni per chi lavora in UE o Spazio Economico Europeo e fattura il 75% in Italia);
- Vendi immobili o mezzi di trasporto nuovi come attività principale;
- Hai quote in società di persone, associazioni professionali o imprese familiari;
- Hai lavorato come dipendente e la tua nuova attività è identica a quella che facevi per il tuo ex datore di lavoro;
- Hai un reddito da lavoro dipendente sopra i 35.000 euro.
Conviene restare in regime forfettario nel 2025?
Se sei sotto il tetto di fatturato e non rientri nelle categorie escluse, assolutamente sì. Le novità introdotte sono per lo più vantaggiose, specialmente per chi ha un secondo lavoro o chi vuole risparmiare sui contributi.
Se invece sei vicino alla soglia di 85.000 euro o pensi di superarla presto, potresti valutare il passaggio al regime ordinario in anticipo per gestire meglio la tassazione. Se hai dubbi sulla tua situazione specifica, meglio sentire un commercialista prima di prendere decisioni.
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