Modulo 1: Introduzione alla Macroeconomia – Lezione 2: L’intermarket analysis

L’intermarket analysis tiene in considerazione la correlazione che esiste tra le diverse classi di attività. Nel mondo finanziario l’asset più importante è il dollaro americano. Esso influenza direttamente e indirettamente tutti gli altri asset ed è fondamentale quando si fa intermarket analysis. Gli asset finanziari sono correlati tra loro e si muovono con il ciclo economico. L’obiettivo dell’intermarket analysis è proprio di capire come queste correlazioni evolvono.

Gli asset finanziari sono interconnessi tra loro e si muovono con l’evolversi del ciclo economico. L’asset più importante da prendere in considerazione quando si fa intermarket analysis è il dollaro americano.

Le correlazioni tra gli asset finanziari

Le materie prime hanno una correlazione inversa con il dollaro. La maggior parte di esse infatti viene scambiata proprio in dollari. Nel grafico che segue viene mostrato l’indice di Bloomberg delle commodities a confronto con l’andamento del dollaro.

intermarket analysis
Solitamente la correlazione inversa tra materie prime e dollaro si rompe in situazioni di inflazione elevata come quella odiera

Anche le obbligazioni hanno una correlazione inversa con le materie prime; questo perché quando le materie prime salgono aumenta l’inflazione. Il risultato è la discesa delle obbligazioni dovuto a rendimenti obbligazionari più alti che scontano l’aumento dell’inflazione. C’è infatti una correlazione inversa tra il prezzo delle obbligazioni e i loro rendimenti.

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La correlazione diretta tra materie prime e i rendimenti delle obbligazioni

La correlazione tra mercato obbligazionario e azionario

L’obbligazionario è il mercato più vicino all’economia reale. Tende infatti a funzionare da leading indicator della crescita economica. E’ il mercato che tocca per primo i picchi e i bottom, seguito poi da tutte le altre classi di attività.

Il mercato obbligazionario e l’azionario sono generalmente correlati tra loro. Quando i prezzi delle obbligazioni iniziano a scendere, le azioni tendono a seguire verso il basso. Ciò deriva dal fatto che le obbligazioni sono generalmente considerate investimenti meno rischiosi rispetto alle azioni.

Pertanto, con l’aumento dei tassi d’interesse, aumenta la domanda di obbligazioni da parte degli investitori, che escono quindi dall’azionario.

Inoltre, con l’aumento dei tassi d’interesse, alle aziende costa di più prendere in prestito. Ciò aumenta i loro costi e riduce i profitti, esercitando ulteriore pressione sui prezzi di quotazione delle azioni.

Durante le espansioni, l’obbligazionario raggiunge il picco per primo. A seguire abbiamo l’azionario e infine le materie prime. Esse scendono per ultime perché sono spinte dall’inflazione.

Quando si rompono le correlazioni?

Ci sono momenti in cui le correlazioni tra materie prime, obbligazioni, azioni e valute sembreranno rompersi. In questi casi l’intermarket analysis può essere meno utile. Quando si crea disallineamento tra il mondo obbligazionario e azionario significa che stanno nascendo delle pressioni inflazionistiche.

Se l’azionario scende e l’obbligazionario sale, le pressioni sono invece di natura deflazionistica. La deflazione generalmente spinge il mercato azionario al ribasso. Lo scarso potenziale di crescita delle società rende improbabile l’aumento del loro valore. Dall’altra parte, i prezzi delle obbligazioni probabilmente saliranno per riflettere il calo dei tassi di interesse.

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