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Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 39
Le borse americane hanno registrato un guadagno per la terza settimana consecutiva, anche se venerdì hanno chiuso con una leggera flessione. Gli investitori sono stati rassicurati più volte dal fatto che l’economia degli Stati Uniti sta rallentando, ma senza segnali di un tracollo improvviso.
Nel frattempo, i titoli di stato americani hanno visto un aumento dei prezzi, poiché i dati economici hanno confermato le aspettative di ulteriori tagli ai tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. I rendimenti delle obbligazioni sono diminuiti, con il tasso di riferimento a 10 anni che si è mantenuto intorno al 3,75%. Il dollaro americano è sceso per la quarta settimana consecutiva.
Un dato importante che ha fatto discutere è l’indicatore preferito dalla Fed per misurare l’inflazione negli Stati Uniti, che è cresciuto solo leggermente ad agosto, come anche la spesa dei consumatori aggiustata per l’inflazione. Queste cifre hanno confermato ciò che molti investitori già sospettavano: l’economia sta rallentando, ma rimane comunque stabile. Anche la fiducia dei consumatori americani ha mostrato un certo ottimismo.
Durante la settimana, vari funzionari della Fed hanno fatto dichiarazioni che, però, non hanno influenzato molto la visione prevalente sui futuri movimenti della banca centrale. Il presidente della Fed di St. Louis, Alberto Musalem, ha detto di essere favorevole a una riduzione graduale dei tassi dopo il grosso taglio della scorsa settimana. Al contempo, Michelle Bowman ha ribadito che l’economia americana rimane solida. Il presidente della Fed, Jerome Powell, in un discorso pre-registrato di giovedì, non ha fornito nuovi dettagli sulla direzione futura della politica monetaria.
Un’altra spinta positiva è arrivata dalla Cina, che ha annunciato nuove misure di stimolo economico, mantenendo alto il morale degli investitori. Anche diverse banche centrali nel mondo, tra cui quelle di Svizzera, Messico, Ungheria e Repubblica Ceca, hanno tagliato i tassi d’interesse durante la settimana.
Le azioni cinesi hanno chiuso la loro settimana migliore dal 2008, mentre quelle europee hanno raggiunto un nuovo massimo storico venerdì, concludendo la loro settimana migliore in oltre quattro mesi.
Per quanto riguarda le materie prime, il prezzo del petrolio è diminuito durante la settimana, ma ha subito un forte rialzo venerdì dopo che Israele ha dichiarato di aver colpito il quartier generale di Hezbollah nel sud di Beirut. L’oro ha fatto nuovi massimi storici e Bitcoin ha superato i 66.000 dollari.
La Cina Spinge Sull’Acceleratore per Salvare l’Economia
Il governo cinese ha intensificato gli sforzi per rilanciare l’economia con nuove promesse di sostegno alla spesa pubblica e al settore immobiliare. Il presidente Xi Jinping, insieme al Politburo, ha dichiarato che l’obiettivo annuale di crescita economica del Paese deve essere raggiunto a tutti i costi e ha promesso di fermare il declino del mercato immobiliare. Le misure annunciate includono limiti rigorosi alla costruzione di nuovi progetti abitativi, un tentativo di ridurre l’eccesso di offerta nel mercato residenziale.
Anche se non sono stati forniti dettagli specifici sulla spesa fiscale, alcune fonti hanno riportato che il governo pianifica di emettere obbligazioni sovrane per un valore di 2 trilioni di yuan (circa 284 miliardi di dollari), destinando queste risorse a stimolare i consumi e aiutare le amministrazioni locali a risolvere i loro problemi di debito. Secondo gli economisti, questa potente spinta fiscale potrebbe far crescere l’economia dello 0,2% e aiutare la Cina a raggiungere il suo obiettivo annuale di crescita intorno al 5%.
Queste notizie hanno avuto effetti immediati sui mercati: il principale indice azionario cinese, il CSI 300, ha recuperato tutte le perdite dell’anno, mentre il settore immobiliare è esploso con un balzo del 15,9%.
Un aspetto interessante è che il linguaggio utilizzato dal Politburo è stato più diretto del solito, con richieste esplicite per una “forte” attuazione di tagli ai tassi d’interesse, sottolineando l’urgenza di queste misure. Questa chiarezza e determinazione segnano un cambio di passo rispetto agli approcci precedenti, in cui le dichiarazioni risultavano spesso vaghe.
La volontà di stabilizzare l’economia e il mercato immobiliare è emersa in un contesto in cui la crescita della Cina ha toccato il livello più basso degli ultimi cinque trimestri, alimentando timori di una spirale deflazionistica. Gli investitori, sebbene consapevoli delle difficoltà strutturali del Paese, sembrano essere incoraggiati dalle ultime misure, sperando che la Cina possa evitare un ulteriore peggioramento economico e centrare i suoi obiettivi di crescita per il 2024.
Mercato del Petrolio Sotto Pressione
Negli ultimi tempi, il mercato del petrolio è stato caratterizzato da una forte spinta ribassista, con speculatori che stanno puntando su un calo dei prezzi come mai prima d’ora. Ciò è in parte dovuto a previsioni che indicano un aumento della produzione al di fuori dell’alleanza OPEC+, il che potrebbe portare a un eccesso di offerta di greggio nel 2025. Anche il rallentamento dell’industria globale, e in particolare il calo della domanda di carburanti come il diesel, ha contribuito a rafforzare questa visione negativa.
Ma il vero cambiamento nel mercato sembra andare oltre queste previsioni: fondi che in passato utilizzavano il petrolio come copertura contro l’inflazione hanno abbandonato le loro posizioni. Di conseguenza, i trader discrezionali, che tradizionalmente comprano quando i prezzi scendono, sono rimasti alla finestra. Questo vuoto è stato colmato da fondi gestiti da algoritmi, noti come commodity trading advisers (CTAs), che basano le loro strategie su indicatori tecnici e hanno accumulato massicce scommesse al ribasso.
Le banche centrali, concentrandosi ora su tagli ai tassi d’interesse per sostenere l’economia, hanno ridotto l’attenzione sull’inflazione, e i gestori di fondi hanno tagliato l’allocazione in materie prime al livello più basso degli ultimi sette anni. Questo ha portato a una situazione in cui le posizioni ribassiste su contratti petroliferi chiave, come Brent e diesel, sono ai massimi livelli dal 2011.
Nonostante questa tendenza negativa, ci sono ancora possibili fattori rialzisti. Recenti interruzioni dell’offerta in Libia, misure di stimolo economico dalla Cina e tagli aggressivi ai tassi da parte della Fed potrebbero invertire la rotta. Inoltre, le scorte di greggio negli Stati Uniti sono scese ai livelli più bassi dall’aprile 2022, segnalando che il mercato potrebbe risentire di eventuali shock imprevisti.
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