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Cosa è successo nel 2022?
Nel 2022, Liz Truss e il suo famigerato “mini-budget” hanno scosso il Regno Unito. Con 45 miliardi di sterline in tagli fiscali non finanziati, Truss ha innescato un crollo della sterlina e un’impennata dei rendimenti dei bond. I fondi pensione, bloccati in strategie a lungo termine (le cosiddette LDI), hanno iniziato a vendere gilts in massa per coprire le perdite, portando il mercato nel caos. La Bank of England è dovuta intervenire con un programma d’emergenza per acquistare debito pubblico e calmare la situazione. Quel momento ha segnato una delle crisi più gravi per il mercato dei bond UK.
Come si confronta la situazione attuale?
Oggi, la crisi dei bond UK si presenta con caratteristiche diverse. Non ci sono mosse spericolate come il mini-budget di Truss, ma la pressione sul governo è comunque enorme. I rendimenti dei titoli di Stato britannici continuano a salire, segnalando che gli investitori vedono rischi crescenti nel debito pubblico.
Rachel Reeves, che aveva promesso stabilità e crescita durante la campagna elettorale, si trova ora con un margine di manovra fiscale estremamente ridotto. La sua strategia di bilancio, annunciata a ottobre, ha lasciato appena 10 miliardi di sterline di margine, che sono stati rapidamente erosi dall’aumento dei costi di finanziamento.
Perché la crisi dei bond UK preoccupa gli investitori?
Nonostante gli sforzi della Bank of England, l’inflazione resta un problema serio. I prezzi al consumo continuano a crescere a un ritmo elevato, mettendo pressione sulla spesa pubblica.
Gran parte del debito britannico è in mano a investitori stranieri. Questa dipendenza rende il Regno Unito vulnerabile a cambiamenti improvvisi nel sentiment dei mercati.
In un contesto normale, rendimenti più alti dovrebbero attirare investitori e rafforzare la valuta. Ma la sterlina è ai minimi da oltre un anno.
I costi del debito aumentano
Uno degli effetti più preoccupanti della crisi dei bond UK è l’aumento dei costi per il servizio del debito pubblico. Con rendimenti dei gilts a livelli mai visti dal 2008, il governo britannico deve destinare una quota sempre maggiore del bilancio per pagare gli interessi sul debito. Questo limita le risorse disponibili per investimenti in infrastrutture, sanità e istruzione, mettendo a rischio le promesse elettorali fatte da Reeves e dal primo ministro Keir Starmer.
Secondo le stime degli economisti, ogni punto percentuale di aumento nei rendimenti comporta miliardi di sterline in costi aggiuntivi per il governo. Questo significa che, senza un intervento rapido, il Regno Unito potrebbe trovarsi costretto a fare scelte dolorose tra tagli alla spesa e nuovi aumenti delle tasse.
Sterlina e gilts: un rapporto complicato
La debolezza della sterlina e l’aumento dei rendimenti dei gilts sono sintomi di un problema più grande: la mancanza di fiducia nella capacità del Regno Unito di gestire il proprio debito. Alcuni analisti hanno scherzato definendo la sterlina il “Great British Peso”, un paragone poco lusinghiero che riflette la percezione negativa dei mercati internazionali.
Un altro elemento che pesa sulla sterlina è il crescente divario tra le aspettative di crescita economica del governo e quelle degli investitori. Mentre Reeves punta su una crescita robusta per sostenere il bilancio, i dati economici recenti mostrano che il PIL fatica a tenere il passo con altri paesi sviluppati.
La Bank of England può risolvere la crisi dei bond UK?
La Bank of England sta attuando una politica di riduzione del portafoglio di titoli di Stato, una strategia nota come quantitative tightening. Tuttavia, se il mercato dovesse peggiorare ulteriormente, potrebbe essere costretta a intervenire di nuovo, anche se questo rappresenterebbe un cambio di rotta significativo rispetto alla sua attuale strategia.
Un possibile strumento è il repo facility, un meccanismo che permetterebbe ai fondi pensione e ad altri grandi investitori di accedere a liquidità senza dover vendere gilts. Questo potrebbe aiutare a stabilizzare il mercato, ma richiederebbe un coordinamento delicato tra il governo e la banca centrale.
Quali opzioni ha Rachel Reeves?
Con la prossima revisione dell’OBR prevista per marzo, Reeves potrebbe essere costretta a prendere decisioni difficili. Tra le opzioni sul tavolo ci sono:
- Tagli alla spesa pubblica: un passo impopolare, ma potenzialmente necessario per ridurre il deficit.
- Aumenti delle tasse: una mossa rischiosa, soprattutto considerando il clima politico attuale.
- Riprogrammazione del debito: tentare di allungare le scadenze del debito esistente per ridurre i costi immediati.
Ognuna di queste opzioni comporta rischi significativi, sia dal punto di vista economico che politico. La crisi dei bond UK resta un punto critico per l’economia britannica. Non si tratta solo della gestione del debito pubblico, ma anche del ripristino della fiducia degli investitori. Reeves e il governo dovranno dimostrare di avere un piano chiaro e credibile per evitare che la situazione sfugga di mano.
Una delle chiavi per superare la crisi è migliorare la trasparenza e la comunicazione con i mercati. Gli investitori hanno bisogno di rassicurazioni sul fatto che il governo ha la capacità e la volontà di rispettare le proprie regole fiscali anche in un contesto difficile.
La crisi dei bond UK è evitabile?
Mentre le difficoltà attuali richiamano alla mente la crisi del 2022, il contesto è cambiato ma il margine di errore è molto ridotto. Reeves ha davanti a sé una strada in salita, ma con decisioni rapide e azioni concrete, il Regno Unito potrebbe evitare un nuovo disastro finanziario.
Investitori e mercati stanno osservando ogni mossa del governo. Sarà sufficiente per stabilizzare i mercati UK? Solo il tempo lo dirà.