Azioni Anti Recessione: Dove Investire Quando la Borsa Crolla

Quando le parole “crescita zero”, “stagflazione” e “recessione” tornano a dominare i titoli di giornale, il panico si fa sentire anche sui mercati. E ogni investitore, dal principiante al veterano, si chiede la stessa cosa: come posso proteggere il mio capitale? La risposta non è

Scopri

Guerra Commerciale USA-Cina 2025: Cosa Rischiamo Davvero?

È ufficiale: la guerra commerciale tra USA e Cina è riesplosa nel 2025 e questa volta fa ancora più rumore. Dazi al 145%, minacce incrociate, esportazioni bloccate, aziende nel panico. Non è un film distopico, ma la cronaca economica di aprile 2025. Il presidente americano

Scopri

Dazi Usa, Chi Ha Risposto Davvero a Trump? Una Mappa Globale tra Tensioni, Alleanze e Minacce

Le Borse ci provano a risalire la china, ma la tempesta commerciale scatenata dagli Stati Uniti non accenna a placarsi. Donald Trump ha superato ogni aspettativa, annunciando tariffe personalizzate contro circa 60 Paesi. Un piano aggressivo che punta a colpire duro, a partire dalla Cina, fino ad arrivare all’Unione Europea, passando per Taiwan, Corea del Sud e altri grandi esportatori. La nuova mappa del commercio globale sembra più una plancia da Risiko. E nel frattempo, mentre l’export trema, le capitali si organizzano: vertici d’emergenza, piani d’aiuto, contromosse. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo, quali Paesi hanno già risposto ai dazi USA e quali potrebbero farlo a breve.

Dazi fino al 104% contro Pechino

Su Truth Social il presidente Trump ha annunciato che alcuni prodotti cinesi saranno colpiti da dazi del 104%. Roba da far saltare qualsiasi equilibrio già precario.

Per dare un’idea: se un’azienda cinese esporta un prodotto da 100 dollari, l’importatore americano dovrà pagare altri 104 dollari solo in dazi alla dogana. Il costo complessivo per far entrare quel bene negli Stati Uniti diventerebbe quindi 204 dollari. Questo però non vuol dire che il prezzo finale al consumatore raddoppierà per forza. Dipende da vari fattori: margini, distribuzione, domanda, strategie aziendali.

Fino a pochi mesi fa, con l’amministrazione Biden, un simile livello di dazi si era visto solo sulle auto elettriche. Oggi invece il meccanismo si allarga a tappeto. Secondo il Peterson Institute for International Economics, a inizio anno le tariffe sui prodotti cinesi erano intorno al 21%. Poi a febbraio si è saliti al 31%, fino ad arrivare all’attuale 104%. Un’accelerata brutale.

Dazi “su misura” contro 60 Paesi

La Cina non è sola nel mirino. Con la nuova tornata di tariffe, gli Stati Uniti hanno lanciato un’operazione commerciale a tutto campo. I nuovi dazi sostituiscono quelli di base e variano dall’11 al 50% a seconda del Paese colpito.

Questa strategia personalizzata è stata ribattezzata “dazi reciproci”. In pratica, se un Paese ha tariffe alte verso i prodotti americani, gli USA rispondono colpo su colpo. La Casa Bianca ha fatto sapere che non ci saranno più eccezioni e che la linea sarà dura per tutti.

L’UE risponde: dazi sui prodotti americani e bazooka digitale

La risposta dell’Unione Europea ai dazi USA non si è fatta attendere. È già stata pubblicata una lista di contromisure, con dazi su una serie di prodotti made in USA.

Ma non finisce qui. Secondo indiscrezioni, l’Ue starebbe preparando un vero e proprio “bazooka” contro le Big Tech americane. Se Washington vuole fare la voce grossa, l’Europa è pronta a far valere il proprio peso economico.

Nel frattempo, la premier italiana Giorgia Meloni ha annunciato un piano d’emergenza da 25 miliardi di euro per aiutare le aziende più esposte. L’Italia esporta ogni anno circa 73 miliardi di dollari verso gli Stati Uniti, con una fetta rilevante (14,9 miliardi) nel settore dei macchinari. Il comparto farmaceutico per ora sembra salvo.

Slovacchia, Germania e Italia: chi perde di più in Europa?

Secondo il Financial Times, il Paese europeo più colpito in proporzione è la Slovacchia: un quarto delle merci esportate subirà costi extra. L’Italia segue con il 16% di esportazioni a rischio, mentre la Germania tocca il 18%.

Più leggera la botta per Portogallo (12%) e Irlanda (appena il 4%). Ma i numeri non raccontano tutta la storia: le aziende europee, grandi e piccole, stanno già facendo i conti con margini erosi e catene di fornitura in bilico.

Canada e Cina reagiscono subito. Messico per ora tace

Oltre all’Unione Europea, anche il Canada ha risposto ai dazi USA con misure analoghe. La Cina, invece, ha convocato un vertice d’emergenza. Pechino non ha ancora annunciato i dettagli della rappresaglia, ma è chiaro che non starà a guardare. Il Dragone ha le sue armi economiche e sa come usarle.

Meno chiara la posizione del Messico. Pur essendo il secondo partner commerciale degli Stati Uniti, con oltre 450 miliardi di export l’anno, non ha ancora comunicato contromosse ufficiali. Probabilmente sta valutando come muoversi senza compromettere l’alleanza strategica con Washington.

E gli altri grandi esportatori?

Corea del Sud e Taiwan, che esportano negli USA rispettivamente 116 e 108 miliardi di dollari all’anno, stanno prendendo tempo. Nessuna misura annunciata, ma le autorità locali non nascondono la preoccupazione. Qualsiasi escalation potrebbe avere effetti pesanti su elettronica, semiconduttori e automobili.

Trump rilancia: “Comprate il nostro petrolio”

Nel pieno delle tensioni, Trump ha rilanciato anche sul fronte energetico. Ha proposto all’Europa di riequilibrare la bilancia commerciale comprando “energia americana”. “Possiamo vendergli 350 miliardi di dollari in una settimana”, ha detto. Una provocazione? Forse. Ma i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia dicono che tutta la produzione di petrolio statunitense (4,7 miliardi di barili) basterebbe appena a soddisfare il fabbisogno europeo. I conti non tornano.

La produzione interna non basta e manca manodopera

Nel frattempo, gli USA sognano di riportare a casa la produzione. Ma sognare non basta. Secondo i dati di Supply Chain MR, a fine 2024 oltre il 20% dei settori industriali americani lamentava carenza di manodopera specializzata. In comparti come mobili, tessile, elettrodomestici e trasporti, si arriva a punte del 30%.

Anche quando si produce “in casa”, non è mai al 100%. Lo dimostrano le auto americane, spesso assemblate all’estero, così come gli iPhone. In un mondo globalizzato, alzare muri commerciali è più complesso di quanto sembri.

Trump fa sul serio. E il mondo risponde

Gli Stati Uniti attaccano e tutti gli altri stanno cercando di capire come reagire. L’Unione Europea stringe i denti, la Cina prepara la controffensiva e i mercati osservano nervosamente ogni tweet (anzi, ogni post su Truth Social). Nel frattempo, chi esporta negli Stati Uniti deve prepararsi a tariffe più salate, margini più sottili e relazioni sempre più tese. Il mondo è entrato in una nuova fase e nessuno sembra avere la bussola per orientarsi.


ARTICOLI CORRELATI:

Effetto Tariffe: Cosa sta Succedendo negli Stati Uniti (e nel Mondo) Dopo l’Annuncio del 2 aprile

I Dazi Reciproci di Trump: Panico o Occasione per la Borsa?

Dazi Trump: Benvenuti negli Anni ’30 versione 2025

Dazi di Trump: Caos Annunciato tra Esenzioni, Minacce e “Tariffe Secondarie”

MARCO CASARIO

Gli italiani sono tra i popoli più ignoranti in ambito finanziario.

Non per scelta ma perché nessuno lo ha mai insegnato. Il mio scopo è quello di educare ed informare le persone in ambito economico e finanziario. Perché se non ti preoccupi dell'economia e della finanza, loro si occuperanno di te.

Corsi Gratuiti

Diventare un Trader e un Investitore

© Copyright 2022 - The 10Min Trader BV - KVK: 72735481 - VAT ID: NL854377591B01

Il contenuto di questo sito è solo a scopo informativo, non devi interpretare tali informazioni o altro materiale come consigli legali, fiscali, di investimento, finanziari o di altro tipo. Nulla di quanto contenuto nel nostro sito costituisce una sollecitazione, una raccomandazione, un'approvazione o un'offerta da parte di The 10Min Trader BV  per acquistare o vendere titoli o altri strumenti finanziari in questa o in qualsiasi altra giurisdizione in cui tale sollecitazione o offerta sarebbe illegale ai sensi delle leggi sui titoli di tale giurisdizione.

Tutti i contenuti di questo sito sono informazioni di natura generale e non riguardano le circostanze di un particolare individuo o entità. Nulla di quanto contenuto nel sito costituisce una consulenza professionale e/o finanziaria, né alcuna informazione sul sito costituisce una dichiarazione esaustiva o completa delle questioni discusse o della legge ad esse relativa. The 10Min Trader BV non è un fiduciario in virtù dell'uso o dell'accesso al Sito o al Contenuto da parte di qualsiasi persona. Solo tu ti assumi la responsabilità di valutare i meriti e i rischi associati all'uso di qualsiasi informazione o altro Contenuto del Sito prima di prendere qualsiasi decisione basata su tali informazioni o altri Contenuti. In cambio dell'utilizzo del Sito, accetti di non ritenere The 10Min Trader BV, i suoi affiliati o qualsiasi terzo fornitore di servizi responsabile di eventuali richieste di risarcimento danni derivanti da qualsiasi decisione presa sulla base di informazioni o altri Contenuti messi a tua disposizione attraverso il Sito.

RISCHI DI INVESTIMENTO

Ci sono rischi associati all'investimento in titoli. Investire in azioni, obbligazioni, exchange traded funds, fondi comuni e fondi del mercato monetario comporta il rischio di perdita.  La perdita del capitale è possibile. Alcuni investimenti ad alto rischio possono utilizzare la leva finanziaria, che accentuerà i guadagni e le perdite. Gli investimenti esteri comportano rischi speciali, tra cui una maggiore volatilità e rischi politici, economici e valutari e differenze nei metodi contabili.  La performance passata di un titolo o di un'azienda non è una garanzia o una previsione della performance futura dell'investimento.La totalità dei contenuti presenti nel sito internet è tutelata dal diritto d’autore. Senza previo consenso scritto da parte nostra non è pertanto consentito riprodurre (anche parzialmente), trasmettere (né per via elettronica né in altro modo), modificare, stabilire link o utilizzare il sito internet per qualsivoglia finalità pubblica o commerciale.Qualsiasi controversia riguardante l’utilizzo del sito internet è soggetta al diritto svizzero, che disciplina in maniera esclusiva l’interpretazione, l’applicazione e gli effetti di tutte le condizioni sopra elencate. Il foro di Bellinzona è esclusivamente competente in merito a qualsiasi disputa o contestazione che dovesse sorgere in merito al presente sito internet e al suo utilizzo.
Accedendo e continuando nella lettura dei contenuti di questo sito Web dichiari di aver letto, compreso e accettato le sopracitate informazioni legali.

Cookie Policy