L’Economia Americana verso le Elezioni Presidenziali del 2024: Cosa Dicono i Dati
Oggi, 5 novembre 2024, milioni di americani si recano alle urne per eleggere il prossimo presidente. Ma come si presenta l’economia degli Stati Uniti in questo momento cruciale? Con il 43% degli elettori che considera l’economia la questione principale, è fondamentale analizzare come vari indicatori
Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 44
Siamo a novembre e, nonostante un anno finora positivo per i mercati, i segnali d’incertezza sono in aumento. Tra le elezioni presidenziali e la prossima mossa della Federal Reserve, gli investitori sentono che si stanno avvicinando eventi potenzialmente rischiosi. La corsa degli indici azionari USA
Prezzi delle case in Europa: Cosa sta succedendo tra Italia, Spagna e Portogallo nel 2024?
Comprare casa in Europa del Sud non è mai stato così diverso a seconda del Paese in cui ci si trova. Italia, Spagna e Portogallo mostrano dinamiche contrastanti nei loro mercati immobiliari, soprattutto quando si parla di prezzi. Vediamo insieme come si sta evolvendo la
La Stagnazione Economica della Germania: Ecco Perché il PIL Sta Rallentando
La Germania è ancora la più grande economia europea, ma negli ultimi anni ha iniziato a mostrare segni di debolezza. Il PIL tedesco è in stallo, con una crescita vicina allo zero dal 2019, e la tendenza non sembra cambiare. Ma quali sono le vere
TAN e TAEG: Come Capire Quanto Paghi Davvero per un Prestito
Hai mai visto le sigle TAN e TAEG ogni volta che cerchi un prestito, un mutuo o anche solo una carta di credito? Spesso queste sigle misteriose sono scritte in piccolo quasi a dirti: “Non c’è niente da vedere qui, passa oltre.” Ma attenzione, perché
Affitti in Italia: Rincari Record e Domanda alle Stelle
Il mercato degli affitti in Italia è in subbuglio. Con un aumento dei canoni medi di quasi il 10% rispetto all’anno scorso e un’offerta in calo costante, chi cerca casa in affitto sta affrontando una sfida sempre più ardua. Ma perché affittare sta diventando così
Modulo 4: Le Obbligazioni
Le obbligazioni sono dei titoli di debito (per la controparte emittente) e di credito (per la parte che le acquista).
Rappresentano una parte del debito di una società, uno stato, un comune o qualunque altro soggetto economico/giuridico possa emetterli.
Le obbligazioni prevedono il rimborso, alla fine del termine prestabilito, della quota investita dal creditore, maggiorati di interessi periodici che rappresentano il guadagno dell’investitore.
A livello societario, ricercare capitali tra gli investitori e risparmiatori privati è conveniente perché i tassi d’interesse applicati come remunerazione sono decisamente più bassi rispetto a quelli applicati dai prestiti bancari.
D’altra parte, per l’investitore diventa conveniente “bloccare” i suoi capitali in obbligazioni piuttosto che tenerli fermi sul conto corrente, perché beneficia di interessi periodici.
Come sono composte le obbligazioni?
I titoli di debito obbligazionari sono composti da 4 componenti:
- il prezzo dell’attività finanziaria (valore nominale);
- la cedola (il tasso d’interesse) .Essi hanno una correlazione inversa, in quanto all’aumentare del prezzo il rendimento scende e viceversa;
- la data di emissione;
- la data di maturità.
Esempio
Supponiamo di aver comprato un titolo di stato emesso alla pari a 100 euro con un tasso d’interesse fisso del 10%. L’obbligazione pagherà quindi 10 euro di interessi.
Se nel futuro l’obbligazione dovesse perdere valore e arrivare a 70 euro perché gli investitori le stanno vendendo, probabilmente impauriti per le condizioni finanziarie dello stato, l’obbligazione pagherà sempre 10 euro di interessi che non rappresenterà più il 10% ma bensì il 14,3%.
Il valore nominale dell’obbligazione, in questo caso, ha perso il 30%.
Quali tipologie di obbligazioni esistono?
Esistono diversi tipi di obbligazioni sui mercati.
In particolare, le più famose e rilevanti sono:
- zero coupon, caratterizzata dall’assenza di cedole per tutta la vita dell’obbligazione. L’investitore verrà remunerato del capitale e dell’interesse direttamente alla scadenza. Solitamente sono di breve durata, non superiore ai 12 mesi (come nel caso dei BOT italiani).
- rendita perpetua, ovvero bond senza scadenza e senza il rimborso del capitale finale. Garantisce quindi un’entrata tramite interessi continuativi, senza scadenza e di solito il tasso d’interesse è più alto rispetto ad altre obbligazioni. Difficilmente vengono collocati a investitori retail, anche perché il taglio minimo parte da 100.000 euro.
- tasso fisso e variabile. Nel primo caso il tasso d’interesse rimane appunto fisso per tutta la durata dell’obbligazione. Le obbligazioni a tasso variabile vedono invece fluttuare il rendimento in base alla condizione dei tassi d’interesse di mercato.
- strutturate, composte da un’obbligazione a tasso fisso o variabile e un contratto derivato. La remunerazione non sarà legata solo all’andamento del titolo di debito ma anche dal contratto sottostante.
- subordinate, che possono vantare in caso di fallimento dell’emittente, di una remunerazione solo dopo la liquidazione agli obbligazionisti ordinari. Ovviamente il rendimento va di pari passo con il rischio, perciò questi titoli pagano cedole decisamente più alte.
- convertibili, il cui creditore può decidere, dopo un certo lasso di tempo, di convertire le sue obbligazioni in azioni della società.
Quali sono i rischi delle obbligazioni?
Nonostante le obbligazioni vengano spesso dipinte come “safe asset”, non sono esenti da rischi di mercato.
Vengono infatti classificate con un rating qualitativo, da quelle più sicure dette “investment grade“ (solitamente titoli di stato di economie avanzate e solide, oppure di grandi società che negli anni hanno mostrato solidità finanziaria) fino a quelle più speculative, chiamate “high yield” (emessi da stati in difficoltà economica o società con scarsa solidità finanziaria).
Come detto in precedenza, maggior rischio significa rendimento più elevato; le obbligazioni high yield hanno infatti un tasso d’interesse maggiore rispetto a quelle investment grade, proprio perché il soggetto emittente è considerato rischioso a livello creditizio.
Il 1° rischio è quindi quello di non ricevere la remunerazione del capitale investito.
Il 2° rischio è quello della volatilità dei tassi d’interesse dell’obbligazione.
Detenendo titoli con rendimenti variabili, il processo di aumento o taglio dei tassi da parte delle banche centrali interverrà su domanda e offerta dei bond, facendo quindi oscillare valore e rendimento dell’attività finanziaria.
Un aumento dei tassi farà sì che sul mercato si possano trovare obbligazioni più vantaggiose di quella in nostro possesso con la conseguenza che per venderla dovremo accontentarci di un prezzo minore.
Ovviamente se i tassi dovessero scendere vale il concetto opposto.
Titoli di Stato
I Titoli di Stato o obbligazioni governative sono titoli di debito emessi da un ente pubblico o governo di un Paese per finanziare la spesa pubblica.
L’investitore presta quindi il suo capitale allo Stato, che dovrà impegnarsi a pagare regolarmente le cedole e restituire la somma di denaro alla scadenza dell’obbligazione.
Esistono diverse tipologie di bond governative, spesso contraddistinte da differenze di durata, dal mese ai 30 anni; maggiore è la maturità, più alto è iul rendimento.
Proprio come le azioni gli investitori possono decidere di vendere sul mercato il titolo ad altri investitori.
Le obbligazioni governative sono spesso considerate prive di rischio perché lo Stato ha possibilità di stampa di moneta per ripagare i debiti.
Tuttavia, i rischi ci sono e possono essere diversi come quello di un debito pubblico insostenibile, dei tassi d’interesse e dell’inflazione.
Nel complesso, i rendimenti delle obbligazioni statali sono minori rispetto alle controparti societarie.
Obbligazioni societarie
I corporate bond sono titoli di debito emessi da società private, le quali per attirare capitali di finanziamento non ricorrono all’emissione di azioni ma piazzano sul mercato obbligazioni.
Funzionano in gran parte nello stesso modo delle obbligazioni statali, ma si differenziano per durata e rendimento.
Le differenze da considerare sono anche i livelli di liquidità che contraddistinguono questi due tipi di obbligazioni, oltre che il taglio minimo; mentre i bond governativi richiedono solitamente un investimento minimo di 1000 euro, per quelle societarie si parte da 50.000 euro.
Sono quindi spesso relegate a investitori con grande liquidità.
Non da meno è l’aspetto fiscale.
In Italia la pressione fiscale sui corporate bond è del 26%, come qualsiasi altro asset finanziario. Per le obbligazioni governative italiane la % scende al 12.5%.