
La FED potrebbe fare un ERRORE Enorme: come INVESTIRE per approfittarne
La settimana sui mercati finanziari si apre con titoli allarmistici sul mercato del lavoro USA, ma come spesso accade, i numeri non dicono tutta la verità. Anzi, nascondono un’opportunità. Non lasciatevi ingannare dal panico: i dati più affidabili e difficili da manipolare ci raccontano una

Comprare casa o stare in affitto: cosa conviene ?
Quando si parla di immobiliare, le opinioni si dividono come il Mar Rosso. C’è chi vede la casa come il rifugio sicuro, il bene che “non tradisce mai”, e chi la considera una zavorra, un investimento poco liquido e costoso da mantenere. La verità è

Il Ponte invisibile tra i dazi di Trump e l’Italia
Quale è il prezzo di un dazio? In teoria, il 15% in più sul prezzo finale. In pratica, la tenuta di intere filiere industriali. E in certi casi, l’equivalente di un Ponte sullo Stretto… ogni anno. Sì, perché i nuovi dazi americani imposti dall’amministrazione Trump

La resa dei conti sui DAZI: il piano ambizioso degli USA
L’America ha alzato i dazi. Di nuovo. E stavolta non di poco. Nel 2024, la tariffa media sulle importazioni era appena sopra il 2%. Oggi, siamo già oltre il 16% – il livello più alto dai tempi della Grande Depressione. E il bello, o il

La Forza dell’EURO comincia a preoccupare la BCE
Giovedì la Banca Centrale Europea seguirà il copione. Almeno, non ufficialmente. I mercati si aspettano una riunione tranquilla, con i tassi d’interesse fermi dove sono. Eppure, sotto la superficie, c’è fermento. Il motivo? L’euro, che continua a rafforzarsi e potrebbe presto superare quella soglia magica

La Banca Centrale Americana è sempre più politicizzata: e questo è un problema!
Ci sono momenti in cui basta un sussurro per far tremare i mercati. Ieri, è bastata una voce – non confermata, né credibile – per provocare un piccolo terremoto finanziario: “Trump pronto a licenziare Jerome Powell entro il 4 agosto.” Nessuna prova, solo un’eco che
In che modo il dollaro influenza l’economia globale?
Il dollaro USA non è solo la valuta di riserva globale, ma anche una variabile chiave che influenza l’economia globale. Per rappresentare il meccanismo attraverso il quale il dollaro americano governa la produzione e il commercio di tutto il mondo, gli economisti della Fed di New York hanno utilizzato un modello multipolare dell’economia globale composto da Stati Uniti, paesi sviluppati e mercati emergenti.
Il modello DSGE multi-paese presuppone che le imprese dei mercati emergenti fissino i loro prezzi di esportazione in dollari mentre le imprese dei paesi avanzati stabiliscano i prezzi di esportazione nella propria valuta. Un dollaro più forte crea quindi uno svantaggio competitivo per le economie dei mercati emergenti.
Il modello assume inoltre che esistano vincoli finanziari tali che le imprese debbano contrarre prestiti in dollari per finanziare l’acquisto di input intermedi importati. Ciò rende l’apprezzamento del dollaro particolarmente dannoso per il settore manifatturiero nelle economie dei mercati emergenti.
Perché il dollaro è così importante per l’economia globale?
Ci sono due asimmetrie chiave nella struttura del sistema monetario internazionale e nell’economia degli Stati Uniti. La prima asimmetria deriva dal fatto che l’uso globale del dollaro supera di gran lunga la dimensione dell’economia statunitense.
Il dollaro è la valuta di fatturazione dominante nel commercio internazionale. Ciò amplifica l’impatto dei movimenti del dollaro sulla produzione globale. Oltre al suo ruolo dominante nel commercio, il dollaro USA è anche la valuta dominante nel sistema bancario internazionale. Circa il 60% delle passività e dei crediti internazionali e in valuta estera sono denominati in dollari USA.
La seconda asimmetria si verifica poiché l’economia statunitense è meno esposta ai movimenti del commercio globale rispetto ai suoi partner commerciali. Il grafico seguente mostra che negli ultimi cinquant’anni il commercio ha svolto un ruolo sempre più importante per molti paesi, in particolare Euro Area e Cina, dove la dimensione delle esportazioni in percentuale del PIL è più che raddoppiata. Nello stesso periodo, l’importanza del commercio negli Stati Uniti è rimasta relativamente bassa e stazionaria.
Per riassumere, il ruolo egemonico del dollaro nel commercio e nella finanza internazionale si è ampliato, mentre l’esposizione degli Stati Uniti all’economia globale è stata relativamente stagnante. Questa dicotomia crea le condizioni affinché il dollaro agisca come una forza prociclica che influenza l’economia globale.
Il dollaro influenza l’economia globale
Date le caratteristiche strutturali dell’economia globale, un apprezzamento del dollaro porta a una contrazione dell’attività manifatturiera a livello globale, guidata da un declino relativamente più ampio nelle economie dei mercati emergenti. La conseguente contrazione del settore manifatturiero globale si ripercuoterà sul settore manifatturiero statunitense a causa della riduzione della domanda finale estera di beni statunitensi. Queste stesse forze porteranno anche ad un calo dei prezzi delle materie prime e del commercio mondiale. Dato che l’economia statunitense è relativamente meno esposta agli sviluppi globali, la contrazione della produzione e del commercio globale si associa ad un ulteriore apprezzamento del dollaro, rafforzando il circolo.
Un dollaro forte tende inoltre a ridurre la disponibilità dei finanziamenti in dollari necessari per sostenere i collegamenti della catena di approvvigionamento. Di conseguenza, i movimenti del dollaro influenzano l’attività globale attraverso questo canale finanziario. Il grafico seguente mostra la correlazione inversa tra l’indice del dollaro e il Global Supply Chain Pressure Index (GSCPI) della Fed di New York, una misura degli squilibri della catena di approvvigionamento globale.
I dati confermano
Tutti questi risultati teorici sono confermati dai dati. La tabella seguente mostra la relazione tra l’indice del dollaro e gli indici PMI per il settore manifatturiero statunitense e globale (ex-USA) nei periodi pre e post crisi finanziaria globale. Le correlazioni elencate nella tabella suggeriscono che un ampio apprezzamento nominale del dollaro è associato a una contrazione dell’attività manifatturiera. Questa relazione è stabile nei due sottoperiodi considerati. Allo stesso modo, un apprezzamento del dollaro è associato negativamente ai prezzi delle materie prime e al commercio mondiale.
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