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Il Costo degli Stimoli Fiscali: l’Impatto del Debito Pubblico sulla Crescita Economica
Negli ultimi anni, la politica fiscale degli Stati Uniti è stata caratterizzata da un significativo aumento del debito pubblico, stimolato in gran parte dalle risposte economiche alla pandemia di COVID-19. Questo aumento del debito, sebbene inizialmente utile per stabilizzare l’economia, ha sollevato preoccupazioni riguardo alle sue conseguenze a lungo termine. In questo post esploreremo l’impatto del debito pubblico sulla crescita economica, cercando di spiegare concetti complessi in modo accessibile.
L’Aumento del Debito Pubblico: Una Prospettiva Storica
La storia del debito pubblico statunitense è un mosaico di crisi, guerre e interventi economici. Ogni grande aumento del debito è stato spesso accompagnato da circostanze straordinarie, come la crisi finanziaria del 2008, le guerre in Iraq e Afghanistan e, più recentemente, la pandemia di COVID-19. Tuttavia, ciò che distingue l’attuale aumento del debito è la sua rapidità e l’ampiezza delle misure adottate.
Dal 2020 al 2023, il debito pubblico degli Stati Uniti è aumentato del 46%. Questo dato, sebbene allarmante, non è senza precedenti nella storia economica del paese. Dal 1966, il debito federale è aumentato del 50% o più in undici occasioni, di cui cinque in soli 15 trimestri o meno. Questo rapido incremento del debito è sintomatico di una gestione fiscale che spesso trascura le implicazioni a lungo termine degli stimoli.
L’Impatto dell’Aumento del Debito sulla Crescita Economica
L’aumento del debito pubblico ha due principali effetti negativi sulla crescita economica:
- Manipolazione dei tassi di interesse: La Federal Reserve, attraverso politiche di tassi di interesse artificialmente bassi e acquisti di asset, mantiene i costi di indebitamento al di sotto dei livelli di mercato. Questo permette al governo di continuare ad accumulare debito senza affrontare immediatamente le conseguenze. Tuttavia, questo crea un ambiente in cui il debito cresce più velocemente dell’economia stessa, un chiaro segno di utilizzo improduttivo del debito.
- Riduzione della produttività: Il debito improduttivo, ovvero il debito che non genera un aumento corrispondente del PIL, riduce la produttività nazionale a lungo termine. Questo tipo di debito sottrae risorse a investimenti più produttivi, sia nel settore pubblico che in quello privato.
L’impatto del debito sulla crescita economica è quindi duplice: da un lato, distorce i mercati finanziari e, dall’altro, sottrae risorse preziose che potrebbero essere utilizzate in modo più efficiente altrove. Questo effetto è particolarmente evidente quando si osservano le economie con un alto rapporto debito/PIL, che spesso sperimentano tassi di crescita inferiori rispetto alle loro controparti meno indebitate.
Tassi di Interesse Reali Negativi e Quantitative Easing
Un investitore o un prestatore non dovrebbe mai accettare un rendimento inferiore al tasso di inflazione. Tuttavia, negli ultimi vent’anni, la Fed ha imposto un regime di tassi di interesse reali negativi. Dal 2008, con l’introduzione del quantitative easing (QE), la Fed ha manipolato i tassi di interesse acquistando grandi quantità di titoli del Tesoro e MBS, riducendo così l’offerta di obbligazioni sul mercato e mantenendo i tassi di interesse artificialmente bassi. Solo recentemente, con il ciclo di inasprimento per contrastare l’inflazione post-pandemia, i tassi reali sono tornati in territorio positivo.
Il QE è stato introdotto come una misura straordinaria per affrontare la crisi finanziaria del 2008, ma il suo uso prolungato ha sollevato preoccupazioni circa la sua efficacia a lungo termine. Mentre il QE ha sicuramente contribuito a stabilizzare i mercati finanziari durante periodi di crisi, ha anche creato un ambiente in cui il debito pubblico e privato può crescere senza limiti apparenti. Questo ha portato a un aumento del rischio sistemico e ha reso l’economia più vulnerabile a future crisi finanziarie.
Un Moltiplicatore Keynesiano Negativo
L’efficacia della spesa pubblica è spesso misurata attraverso l’effetto del moltiplicatore keynesiano, che rappresenta il rapporto tra il cambiamento del reddito e il cambiamento della spesa. Quando il debito aumenta più rapidamente del PIL, il moltiplicatore diventa negativo. Un esempio di questo fenomeno è rappresentato dagli stimoli fiscali durante la pandemia: inizialmente hanno stimolato l’economia, ma i benefici a lungo termine sono stati superati dal costo del debito accumulato.
Un moltiplicatore negativo significa che ogni dollaro di debito aggiuntivo crea meno di un dollaro di crescita economica. Questo è particolarmente preoccupante in un contesto in cui il debito pubblico è già elevato e le prospettive di crescita economica sono limitate. Se il debito continua a crescere a un ritmo più rapido rispetto al PIL, il risultato sarà un onere sempre maggiore per le generazioni future, che dovranno far fronte ai costi del servizio del debito senza godere dei benefici di una crescita economica sostenuta.
Equivalenza Ricardiana e Crowding Out
La necessità di finanziare il debito potrebbe portare a futuri aumenti delle tasse o tagli alla spesa pubblica. Queste misure potrebbero amplificare l’impatto del debito sulla crescita. Secondo la teoria dell’equivalenza ricardiana, quando le persone si aspettano un aumento delle tasse per finanziare la spesa pubblica, tendono a risparmiare di più, annullando così l’effetto stimolante della spesa stessa. Inoltre, un alto livello di indebitamento pubblico può “escludere” gli investimenti privati, poiché il governo, assorbendo una parte significativa del credito disponibile, aumenta i tassi di interesse e rende più costoso per le imprese e gli individui ottenere finanziamenti. Questo fenomeno, conosciuto come crowding out, è particolarmente preoccupante in economie che dipendono fortemente dagli investimenti privati.
Guardando al Futuro
Gli investitori devono essere consapevoli dell’impatto del debito sulla crescita economica quando prendono decisioni di investimento. Un alto livello di debito pubblico può influenzare i tassi di interesse, l’inflazione e la stabilità economica, tutti fattori che incidono sul rendimento degli asset.
Il debito pubblico continuerà probabilmente a rappresentare una sfida significativa per molte economie. Le politiche di stimolo fiscale adottate in risposta alla pandemia hanno creato un ambiente di alto indebitamento che richiederà anni, se non decenni, per essere gestito in modo sostenibile.
Se il debito cresce più rapidamente del PIL, il peso del debito diventa insostenibile, aumentando l’impatto del debito sulla crescita economica e portando a pressioni inflazionistiche. La chiave per affrontare questa sfida sarà un approccio equilibrato che consideri sia le necessità immediate di stimolo economico sia le implicazioni a lungo termine per la crescita e la stabilità.
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