Il rilascio delle riserve di petrolio non limiterà i rischi al rialzo

L’amministrazione Biden ha confermato il rilascio delle riserve di petrolio. La quantità record di 180 milioni di barili sarà rilasciata nei prossimi sei mesi. Ciò potrebbe contribuire alla riduzione dei prezzi sul breve termine. Tuttavia i rischi al rialzo sul lungo termine non saranno risolti.

Il rilascio delle riserve di petrolio rappresenta infatti solo una fonte di approvvigionamento temporanea che, sul lungo termine, potrebbe avere addirittura effetti negativi. Questo perché i prezzi più bassi nel 2022 supportano la domanda di petrolio mentre scoraggiano l’accelerazione della produzione, lasciando un eventuale deficit nel 2023 e la necessità di rifornire la Riserva Strategica di petrolio.

I rischi al rialzo per il petrolio

Un rilascio delle riserve di petrolio così lungo e senza precedenti, potrebbe congestionare i flussi della costa del Golfo per raggiungere le raffinerie o i terminali di esportazione.

I rischi di una crescita dello shale più lenta sono ancora presenti a causa degli effetti combinati dell’aumento dell’inflazione e delle strozzature vincolanti dei servizi.

Il potenziale accordo con l’Iran, l’estrema volatilità dei prezzi e il crescente rischio di una recessione il prossimo anno lasciano i produttori incerti, riducendo il loro incentivo a investire di più.

L’impatto sulla Strategic Petroleum Reserve

Il più grande rilascio di riserve petrolifere della storia ridurrà la SPR al suo livello assoluto più basso in 40 anni. Il rilascio prevede l’immissione sul mercato di un milione di barili al giorno per i prossimi sei mesi.

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Le scorte totali della SPR

L’obiettivo del piano di Biden è quello di creare un ponte per l’offerta degli Stati Uniti fino all’autunno, quando si prevede che la produzione interna aumenterà. Tuttavia, se l’OPEC+ si rifiuterà di aumentare la propria produzione, qualsiasi effetto del rilascio delle riserve di petrolio verrà neutralizzato.

L’impatto del rilascio delle riserve sul prezzo del petrolio

Il prezzo ha reagito alla notizia del rilascio delle riserve di petrolio crollando del 7% negli ultimi due giorni.

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La curva dei future del WTI è scesa nella parte iniziale (che riguarda l’offerta sul breve termine). Tuttavia i prezzi a più lunga scadenza sono effettivamente aumentati. Questo movimento ci dice molto su quello che il mercato pensa riguardo all’efficacia sul lungo termine del rilascio delle riserve di petrolio.

curva future petrolio
La curva dei future del greggio West Texas Intermediate

Nel breve termine l’effetto potrebbe essere più significativo. Infatti, lo spread tra i future con consegna immediata e quelli del mese successivo sono passati da $ 5 di qualche settimana fa a $ 1,63 dopo la notizia.

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Lo spread tra il primo e il secondo contratto del WTI

Le prospettive sulla domanda e l’offerta di petrolio

Il prezzo del petrolio era già in fase di ritracciamento. A causa dei lockdown imposti dalla Cina, gli analisti prevedono una diminuzione della domanda di petrolio pari a 1 milione di barili al giorno.

L’OPEC+ dovrebbe attenersi ai suoi aumenti di quota fino al 3° trimestre, coerentemente con la decisione odierna. La perdita di offerta relativa alle esportazioni russe è difficile da prevedere. Lo stesso vale per le esportazioni iraniane. I ritardi nella conclusione dell’accordo con l’Iraq lasciano ancora profonda incertezza.

Il mercato rimane altamente volatile. Ciò ha portato i grandi player ad abbandonare il mercato.

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L’open interest del Brent è calato significativamente
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