La teoria monetaria moderna

La teoria monetaria moderna è una teoria che afferma che i paesi finanziariamente sovrani non sono vincolati dalle entrate quando si tratta di spendere. Questo perché gli stati sovrani spendono, tassano e prendono in prestito in una valuta che controllano completamente.

I governi sovrani non fanno affidamento sulle tasse o sui prestiti per la loro spesa, poiché possono stampare i soldi di cui hanno bisogno. In base a questo concetto, le loro politiche non dovrebbero essere modellate dai timori di un aumento del debito nazionale.

La Modern Monetary Theory (MMT) sfida le convinzioni su come il governo interagisce con l’economia, la natura del denaro, l’uso delle tasse e l’importanza dei disavanzi di bilancio. La teoria si utilizza in ambito politico per sostenere una legislazione progressista come l’assistenza sanitaria universale e altri programmi pubblici.

I principi della teoria monetaria moderna

L’idea centrale della teoria monetaria moderna è che i governi con una valuta fiat possono stampare tutto il denaro che devono spendere.

Secondo questa teoria, i governi sovrani non possono andare in bancarotta a meno che venga presa una decisione politica in tal senso. Inoltre, il debito pubblico alto non porterebbe al collasso come siamo stati indotti a credere.

I sostenitori della teoria spiegano che il debito è semplicemente denaro che il governo ha immesso nell’economia e non ha prelevato tramite le tasse.

Paesi come gli Stati Uniti possono sostenere alti disavanzi senza motivo di preoccupazione.

Le convinzioni dei sostenitori della MMT

Sebbene i teorici del MMT riconoscano che l’inflazione può scaturire dalla spesa dei governi, affermano che possa essere contrastata da decisioni politiche.

L’unico limite che il governo ha in termini di spesa è la disponibilità di risorse reali, come lavoratori, forniture edili, ecc. Quando la spesa pubblica è troppo grande rispetto alle risorse disponibili, l’inflazione può aumentare.

Le tasse diventano lo strumento principale per prelevare denaro da un’economia che si sta surriscaldando. Ciò va contro l’idea che le tasse servano principalmente a fornire al governo denaro da spendere per costruire infrastrutture, finanziare programmi di assistenza sociale, ecc.

Secondo la teoria monetaria moderna, la disoccupazione è il risultato di una spesa pubblica insufficiente. Coloro che cercano lavoro nel settore privato e non riescono a trovarlo dovrebbero ricevere posti di lavoro con salario minimo finanziati dal governo.

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I principi della teoria monetaria moderna

Origini della teoria monetaria moderna

La MMT è stata sviluppata da Warren Mosler. Presenta somiglianze con la finanza funzionale e il cartalismo.

Mosler iniziò a pensare ad alcuni dei concetti base della teoria negli anni ’70. Egli usò le sue idee per piazzare alcune scommesse con il suo hedge fund.

All’inizio degli anni ’90, quando gli investitori temevano il default dell’Italia, Mosler capì che ciò non era una possibilità. La sua azienda diventò il maggiore detentore di obbligazioni italiane al di fuori dell’Italia. Con quella mossa riuscì a realizzare profitti per 100 milioni di dollari.

Il sostegno alla MMT è cresciuto grazie a Internet, dove gli economisti hanno spiegato la teoria su popolari blog personali e di gruppo. Leader politici come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders hanno sposato la MMT. L’economista Stephanie Kelton, che per prima si è imbattuta nelle idee di Mosler, è ora il principale volto della teoria.

Le critiche

Gli oppositori della teoria monetaria moderna affermano che la spesa dei governi sarebbe irresponsabile, poiché il debito aumenterebbe e l’inflazione salirebbe alle stelle.

Alcuni pensano che l’idea di usare le tasse per ridurre l’inflazione sia sbagliata. L’aumento delle tasse non farebbe che peggiorare le condizioni economiche, aumentando la disoccupazione e rallentando la crescita.

Un altro oggetto delle critiche è il suggerimento della teoria di mantenere i tassi d’interesse a zero.

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