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BTP Più 2025: Tutto quello che c’è da sapere sul Nuovo Titolo di Stato
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Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 50

Le grandi aziende tecnologiche, protagoniste indiscusse del 2024, continuano a segnare record mentre il mercato obbligazionario soffre. Gli investitori si preparano a un rallentamento nel ritmo dei tagli ai tassi della Federal Reserve in vista del prossimo meeting.
Il Nasdaq 100 ha chiuso la quarta settimana consecutiva in rialzo, trainato da Broadcom Inc. e dall’intero comparto dei semiconduttori. L’indice tech ha toccato un nuovo massimo storico, mentre l’S&P 500 e il Dow Jones Industrial Average sono scesi.
Il boom dell’AI spinge Broadcom
Le azioni di Broadcom sono schizzate del 24%, raggiungendo un valore di mercato di 1.000 miliardi di dollari grazie a una previsione di crescita esplosiva per i suoi chip destinati all’intelligenza artificiale. Anche altre aziende del settore, tra cui Marvell Technology, Micron Technology e Nvidia, hanno beneficiato dell’ondata positiva. L’interesse per l’AI e il quantum computing non accenna a diminuire. Ma la forza nel settore maschera una performance complessivamente mediocre del resto del mercato.
Un mercato disomogeneo
Un’analisi di Bespoke Investment Group ha sottolineato che, per tutto dicembre, il numero di azioni in calo nell’S&P 500 ha superato quello delle azioni in rialzo, segnando il periodo più lungo di questo tipo da oltre 20 anni. Venerdì, circa un terzo delle azioni dell’indice di riferimento ha guadagnato terreno, mentre la maggior parte è rimasta in calo. Anche l’indice equal-weighted dell’S&P 500 ha segnato un calo.
Prospettive per la politica della Fed
Il mercato obbligazionario statunitense ha registrato la sua peggiore settimana in oltre due mesi. I rendimenti del decennale sono saliti al 4,40%, riflettendo le attese per un “taglio hawkish”: la Fed potrebbe mantenere un atteggiamento “aggressivo” anche mentre riduce i tassi di interesse.
Dopo una serie di dati economici contrastanti, tra cui un’inflazione all’ingrosso in accelerazione e richieste di sussidi di disoccupazione superiori alle attese, gli operatori di mercato hanno ridotto le previsioni sui tagli futuri dei tassi. Attualmente si attendono tre tagli di un quarto di punto nei prossimi 12 mesi, contro i quattro previsti solo una settimana fa.
Prezzi al consumo in aumento
I prezzi al consumo hanno registrato un aumento a novembre, con i generi alimentari che hanno segnato il maggiore incremento mensile degli ultimi due anni.
Secondo i dati diffusi dal Bureau of Labor Statistics, l’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) è aumentato del 2,7% rispetto all’anno precedente, in lieve crescita rispetto al 2,6% di ottobre. Tra i principali responsabili dell’aumento figurano i generi alimentari, i cui prezzi sono saliti dello 0,5% su base mensile, segnando il rialzo più significativo dal gennaio 2023.
Nonostante l’inflazione si sia raffreddata rispetto al picco del 9,1% registrato nel giugno 2022, il tasso attuale rimane al di sopra dell’obiettivo del 2%. Novembre è stato il secondo mese consecutivo in cui l’inflazione è aumentata su base annua, una tendenza che gli analisti seguono con attenzione.
L’inflazione core, che esclude le componenti volatili come alimentari ed energia, è aumentata del 3,3% rispetto all’anno precedente, mantenendosi stabile rispetto a ottobre e in linea con le attese. I prezzi delle auto usate (+2%) hanno contribuito in modo significativo.
Valute e mercati internazionali
Il dollaro ha chiuso la seconda settimana consecutiva in rialzo contro un paniere di valute, sostenuto dalla prospettiva di una politica monetaria statunitense meno espansiva rispetto a quella europea. La sterlina ha perso terreno dopo dati economici deludenti che hanno mostrato una contrazione dell’economia britannica per il secondo mese consecutivo. Al contrario, l’euro si è rafforzato dopo un annuncio della BCE che ha sorpreso i mercati con un tono meno accomodante.
In Asia, le azioni sono scese dopo che un importante meeting economico in Cina si è concluso con promesse di stimolo ai consumi, ma senza dettagli concreti. Tuttavia, secondo Bank of America, gli investitori hanno riversato 5,6 miliardi di dollari nei fondi azionari cinesi nell’ultima settimana.
Un nuovo taglio ai tassi della BCE
La Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse per la terza volta consecutiva, segnalando ulteriori tagli il prossimo anno mentre l’inflazione si avvicina all’obiettivo del 2% e l’economia continua a mostrare segni di debolezza. Il tasso sui depositi è stato tagliato di un quarto di punto al 3%, come previsto dalla maggior parte degli analisti. Questo porta il totale dell’allentamento monetario da giugno a 100 punti base.
Indicando un cambio di approccio, il comunicato della BCE ha omesso il riferimento a una politica “sufficientemente restrittiva” per tutto il tempo necessario. “Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo obiettivo a medio termine del 2%”, ha dichiarato la BCE giovedì. “Adotterà un approccio dipendente dai dati, valutando riunione per riunione la posizione più adeguata della politica monetaria”.
Nonostante l’assenza di un impegno formale, le riduzioni consecutive dei tassi sono ampiamente previste fino a metà 2025, mentre l’economia europea affronta turbolenze politiche in Germania e Francia e una possibile scossa al commercio globale con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Gli investitori si aspettano circa 125 punti base di ulteriori riduzioni nel 2025.
La paura è che una crescita economica inferiore alle attese trascini l’inflazione sotto l’obiettivo, richiamando il periodo pre-Covid, quando l’attenzione era più sul stimolare i prezzi che sul contenerli. Le nuove proiezioni trimestrali della BCE riflettono questo contesto fragile, con una revisione al ribasso delle previsioni di crescita economica e inflazione per il prossimo anno.
Energia e materie prime

Il WTI ha superato i 71 dollari al barile per la prima volta a dicembre, segnando un rialzo settimanale del 6%. L’aumento è stato sostenuto dalle prospettive di sanzioni più severe degli Stati Uniti contro Iran e Russia, che potrebbero restringere l’offerta globale. Bitcoin è ancora sopra la soglia storica dei 100.000 dollari. Da quando Trump ha vinto le elezioni a novembre la criptovaluta più famosa del mondo ha guadagnato circa il 50%. L’oro ha chiuso leggermente in calo, stabilizzandosi vicino ai 2.660 dollari l’oncia.
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