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La Caduta dei Geni: La Storia di LTCM e del Suo Tracollo
Per fare soldi bisogna essere molto intelligenti. Quindi avere un quoziente intellettivo sopra la media vi permetterà di usare gli investimenti per guadagnare cifre astronomiche. Giusto? Le cose non stanno proprio così.
Vi presento la storia di LTCM, un fondo di investimento creato da un gruppo di menti brillanti, includendo due economisti vincitori del Premio Nobel, matematici di talento, professori di Harvard e analisti finanziari di spicco. Il loro obiettivo era generare profitti enormi attraverso investimenti strategici. Nonostante le loro straordinarie competenze, LTCM si è avvicinato pericolosamente a causare un crollo dei mercati finanziari nel 1998, un evento che avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche a livello globale. Solo l’intervento all’ultimo minuto della Federal Reserve, con un’ampia operazione di salvataggio, permise di evitare il tracollo dei mercati e prevenire il collasso dell’economia globale. Questo Hedge fund, grazie a un sofisticato sistema di ingegneria finanziaria con un patrimonio di appena oltre 4 miliardi di dollari, è riuscito, un mese prima del crollo, a gestire un portafoglio di oltre 120.000 miliardi di dollari.
Le origini di LTCM
Nel 1994, l’Hedge Fund è stato istituito da John Meriwether, un ex dirigente di Salomon Brothers, una delle più grandi banche d’investimento di Wall Street. Grazie alle sue competenze e ai suoi contatti, Meriwether è stato in grado di raccogliere un considerevole capitale, coinvolgendo partner di alto livello. Tra questi, spiccano figure di rilievo come un ex vicepresidente della Federal Reserve, i premi Nobel dell’economia Robert Merton e Myron Scholes, noti per essere gli autori del famoso e complesso modello Black-Scholes per il calcolo dei premi delle opzioni, insieme ad altre importanti menti finanziarie. Il suo obiettivo era replicare il successo del gruppo di arbitraggio di Salomon di cui era a capo in precedenza, mirando a ottenere risultati ancora migliori.
La Strategia di Arbitraggio di LTCM
Per comprendere la strategia di arbitraggio, immagina che una società venda azioni su due mercati diversi. Poiché entrambi questi mercati rappresentano la stessa società, ci si aspetterebbe che le azioni abbiano lo stesso prezzo. A volte, però, il prezzo di un titolo in un mercato può essere leggermente inferiore rispetto a un altro. Quando si verifica questa situazione, è possibile sfruttare l’opportunità di acquistare le azioni prima che i prezzi tornino in equilibrio e trarre profitto dalla successiva vendita. Long Term Capital Management mirava a individuare attività correlate, concentrandosi principalmente su obbligazioni che, storicamente, avrebbero dovuto presentare una correlazione prevedibile.
Ad esempio LTCM acquistava bund tedeschi a 30 anni, mentre allo stesso tempo vendeva allo scoperto i 10 anni, oppure vendeva titoli di stato italiani e spagnoli contro quelli tedeschi. In realtà, le dinamiche di mercato raramente creano situazioni così palesemente evidenti. Il vantaggio di LTCM era proprio questo, attraverso complessi algoritmi progettati usando modelli matematici altamente informatizzati era in grado di individuare le migliori opportunità d’investimento e neutralizzare qualsiasi rischio.
Il Successo Iniziale di LTCM
LTCM durante il suo primo anno ha ottenuto un rendimento del 28%, superando notevolmente l’S&P 500. Gli investitori hanno guadagnato il 20% dopo le commissioni, e i partner hanno ricevuto una commissione standard del 2% del capitale gestito e il 25% degli utili. Grazie alla reputazione e a queste performance il fondo riusciva ad attirare un numero sempre maggiore di investitori.
L’uso eccessivo della Leva Finanziaria
La maggior parte delle strategie di arbitraggio si basano su discrepanze minime. LTCM doveva effettuare numerose operazioni mantenendo un alto livello di leva finanziaria al fine di amplificare i guadagni. Per questo i soldi degli investitori non bastavano mai ed era necessario ricorrere all’indebitamento tramite le banche.
Molte banche erano desiderose di investire considerevoli somme di capitale in questa società prestigiosa, ritenendo il rischio potenziale limitato. Alcune banche, addirittura concedevano prestiti a LTCM senza considerare gli interessi.
Un esempio eloquente dell’uso della leva finanziaria da parte di LTCM è evidenziato dal fatto che, con un capitale iniziale di 1,25 miliardi di dollari, sono stati in grado di ottenere prestiti sufficienti per effettuare investimenti fino a un totale di 20 miliardi di dollari. Il rendimento di LTCM, al netto delle commissioni e dei costi di gestione, è stato del 42,8% nel 1995, del 40,8% nel 1996.
L’Arroganza e l’Errore Umano
Gli elevati rendimenti hanno instillato nel fondo un’eccessiva fiducia, portandolo a credere, in maniera arrogante e autocompiaciuta, che fosse possibile calcolare con precisione e gestire efficacemente i rischi grazie a questi algoritmi.
In fondo, dato che il sistema sembrava in grado di anticipare le tendenze di mercato e calcolare con precisione i movimenti futuri, cosa avrebbe potuto causare problemi?
Ma il mercato punisce sempre l’arroganza e l’avidità umana.
Benché il modello accademico utilizzato da LTCM fosse flessibile, non teneva conto dell’errore umano. Il modello partiva dal presupposto che il sistema finanziario fosse essenzialmente razionale, prevedibile e gestito da individui razionali. Ma la realtà era diversa. La natura umana è spesso irrazionale, influenzata dalle emozioni e soggetta al panico. E i primi segnali di debolezza del modello vengono a galla con la crisi asiatica del 1997.
La Crisi Russa del 1998
In periodi di incertezza economica, si tende a investire in obbligazioni, anche se offrono rendimenti minori, poiché sono considerate più sicure. Nonostante ciò, LTCM ha aumentato le posizioni in azioni. Hanno iniziato a investire in azioni accoppiate, come Royal Dutch Petroleum e Shell Transport England, entrambe parte del gruppo Royal Dutch Shell, seguendo un approccio aggressivo basato sulla fiducia del loro modello che suggeriva che tutto sarebbe andato per il meglio. Inoltre, invece di proteggersi dalle fluttuazioni dei tassi di cambio nel mercato statunitense tramite contratti a termine in valuta estera, hanno venduto obbligazioni con posizioni aperte per investire nel mercato russo. In questo periodo si iniziava a vedere un calo dei profitti.
Per riassumere in poche parole la strategia del modello : se si verifica un crollo del mercato, il mercato tornerà sempre al suo stato naturale. Secondo il modello di LTCM, la probabilità di subire perdite in un singolo anno era di appena 1 su 10^24, quindi prossima allo zero.
Nel 1998, è avvenuta una situazione che prima sembrava impossibile o poco probabile. La crisi russa ha culminato con il default del paese in agosto. La Russia ha deciso di sospendere il pagamento del suo debito sovrano, provocando una massiccia vendita di titoli di stato e una fuga di investitori verso paesi e strumenti più affidabili, come le obbligazioni americane. Il differenziale tra le obbligazioni russe e quelle americane si è notevolmente allargato.
La stessa dinamica si è verificata anche per le obbligazioni europee in cui il fondo era esposto. Alla fine di agosto, il fondo aveva già perso oltre il 40% del suo capitale, trovandosi intrappolato con asset invenduti per un valore di 125 miliardi di dollari.
L’Intervento di Salvataggio e la Fine di LTCM
Quando il fondo ha iniziato a subire perdite, le banche hanno preso coscienza del rischio elevato associato alla società e hanno cominciato a liquidare il fondo per recuperare i capitali investiti. La paura di banche e investitori privati ha avuto il sopravvento sugli algoritmi e sulla statistica.
Un consorzio di investitori guidato da Warren Buffett ha proposto di acquisire le azioni degli azionisti per un importo di soli 250 milioni di dollari per preservare il funzionamento del fondo. Gli azionisti non sono stati soddisfatti del prezzo proposto. Così, a metà settembre, la Fed ha contattato le 15 principali banche mondiali, chiedendo loro di contribuire con 4 miliardi di dollari per evitare il collasso di LTCM, poiché le conseguenze avrebbero potuto coinvolgere l’intero mercato finanziario, portando a un rischio sistemico. L’esito positivo del piano, il conseguente default e la dissoluzione di LTCM non hanno avuto impatti negativi sul mercato nel suo complesso.
Dopo l’intervento di salvataggio del 1998, LTCM ha trascorso due anni a cedere attività per rimborsare gli investitori del piano di salvataggio. Nel 2000, il fondo aveva liquidato quasi tutte le sue posizioni e aveva completamente rimborsato il piano di salvataggio, che ammontava a circa 3,6 miliardi di dollari, venendo ufficialmente chiuso.
Ed è così che è avvenuta la caduta dei geni.
Cosa Ci Insegna il Caso LTCM
Da questa storia possiamo dedurre importanti conclusioni. In primo luogo, essa mette in evidenza che nel mondo finanziario l’ego, l’arroganza e la presunzione di poter eliminare completamente il rischio sono solo illusioni.
I modelli matematici, sebbene potenti, non rappresentano una protezione completa per gli investitori. Nel caso di LTCM, gli investitori si sono basati esclusivamente su complessi calcoli matematici e strumenti informatici, trascurando l’importanza del contesto macro economico e qualitativo e ignorando il fattore irrazionale degli investitori. Inoltre hanno alzato troppo il profili di rischio perché sicuri che nulla sarebbe potuto accadere.
Gli approcci quantitativi spesso si concentrano solo sull’analisi dei dati del passato. L’analisi qualitativa mette le persone, non solo le formule, al centro del processo decisionale. Pertanto, è fondamentale integrare entrambi gli approcci per migliorare il processo e ridurre il rischio.
Il Preludio alla crisi del 2008
Quello che ha dato il colpo di grazia al fondo è stato l’uso esagerato della leva finanziaria, che ha portato la società al fallimento.
Ma anche se la storia è un’ottima insegnante sono pochi gli studenti che imparano dagli errori passati.
La citazione di Warren Buffett, che afferma che “quello che impariamo dalla storia è che nessuno impara dalla storia,” sembra essere perfettamente adatta. Infatti questo è stato il preludio a quello che poi è successo 10 anni dopo. L’uso eccessivo della leva finanziaria è stato un fattore chiave nella bolla di internet del 2000 e nella crisi finanziaria del 2008.