
Mercati sospesi: tra tagli dei tassi e dati che rallentano
🇺🇸 USA – FOMC fatto, taglio difensivo e macro che rallenta Il FOMC di dicembre è ormai alle spalle e il messaggio è stato chiaro: taglio sì, ma senza svolta espansiva. La Fed ha agito in modo prudente, più per contenere il rallentamento del lavoro

Cosa Muoverà i Mercati: Dati Lavoro USA e Nuove Mosse della BCE
USA — Shutdown, lavoro “al buio”, dazi come leva Con il governo in shutdown, gli uffici statistici sono fermi: niente payrolls ufficiali, niente jobless claims, pubblicazioni chiave a rischio (trade balance, inventari). Nei dati “surrogati” ADP segnala –32mila posti a settembre, mentre nei payroll di

Le Banche Centrali Hanno Perso il Controllo dell’Economia?
Quando la medicina non funziona più Per decenni il taglio dei tassi è stato l’antibiotico standard delle banche centrali: rendere il denaro più economico per spingere famiglie e imprese a chiedere prestiti, comprare case, investire. Meno risparmio, più spesa, più crescita: questa è la catena

Dazi al 100% sui farmaci: l’ultimatum di Trump che può riscrivere le regole
Era da tempo che i mercati si erano illusi di aver capito le nuove regole del gioco. Poi, all’improvviso, Trump ha rovesciato il tavolo: dazi al 100% sui farmaci brevettati importati negli Stati Uniti. Non una tassa simbolica, ma un vero raddoppio secco dei prezzi.

Investire meglio del 99%: la mappa mentale che ti manca
Per anni ci hanno raccontato una storia rassicurante: un viaggio lineare verso la ricchezza, con un rendimento medio dell’8–10% l’anno, come una retta che sale dolcemente. Una promessa comoda, che funziona perché è ciò che tutti vogliono sentirsi dire. Ma la verità è diversa: i

Oltre il taglio: i segnali che Powell ci ha lasciato
Il FOMC ha consegnato il taglio più atteso dell’anno, ma il vero messaggio non è nei 25 punti base, bensì nelle parole di Powell e nelle proiezioni interne. Per la prima volta la Fed ammette che il rischio lavoro ha superato, almeno per ora, quello
I prezzi dell’energia nel 2022: quali sono i paesi con i costi energetici più alti?
I prezzi dell’energia hanno raggiunto livelli storici nel 2022. La benzina, l’elettricità e il gas naturale sono saliti alle stelle quando l’invasione russa dell’Ucraina ha danneggiato le catene di approvvigionamento energetico globale. Le famiglie e le imprese devono far fronte a prezzi dell’energia più elevati nel 2022 a causa dell’estrema volatilità dei prezzi. Andiamo a vedere quali sono i paesi con i costi energetici più alti del mondo.
I prezzi della benzina più alti del mondo
Le famiglie di Hong Kong pagano i prezzi più alti del mondo per la benzina, con una media di 11,10 dollari al gallone (più del doppio della media globale). Alla base dell’aumento dei prezzi ci sono i costi elevati del terreno e le tasse.
Dopo Hong Kong, la Repubblica Centrafricana ha i costi della benzina più alti a 8,60 dollari al gallone. Il paese è importatore netto di benzina e ha dovuto far fronte a crescenti pressioni sui prezzi dopo la guerra in Ucraina.
Le famiglie in Islanda, Norvegia e Danimarca affrontano i costi della benzina più alti in Europa.
I prezzi globali dell’elettricità
La maggior parte dei paesi con i prezzi più alti dell’elettricità si trova in Europa, dove i prezzi di Danimarca, Germania e Belgio sono circa il doppio di quelli di Francia e Grecia. In prospettiva, i prezzi dell’elettricità in molti paesi europei sono più del doppio o del triplo della media globale di 0,14 dollari per chilowattora.
Nel primo trimestre del 2022, i prezzi dell’elettricità domestica nell’Unione europea sono aumentati del 32% rispetto all’anno precedente.
Negli Stati Uniti, i prezzi dell’elettricità al consumo sono aumentati di quasi il 16% rispetto a settembre dello scorso anno, l’aumento più alto in oltre quattro decenni. Tuttavia, le famiglie statunitensi sono meno colpite dall’impatto delle interruzioni dell’approvvigionamento russo poiché gli Stati Uniti sono un esportatore netto di energia.
I paesi con i prezzi più alti del gas naturale
Otto dei 10 paesi con i prezzi più alti del gas naturale a livello globale si trovano in Europa, con i Paesi Bassi in testa. Complessivamente, i prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati di sei volte rispetto all’anno scorso dopo l’invasione dell’Ucraina.
La buona notizia è che la stagione autunnale è stata relativamente calda, il che ha aiutato la domanda europea di gas naturale a scendere del 22% a ottobre rispetto allo scorso anno, riducendo il rischio di carenze di gas durante l’inverno.
Al di fuori dell’Europa, il Brasile ha il quarto prezzo più alto del gas naturale a livello globale, nonostante produca circa la metà dell’offerta a livello nazionale. Gli alti costi del gas sono stati particolarmente difficili per le famiglie a basso reddito. I prezzi elevati sono diventati una questione politica chiave nel periodo precedente alle elezioni presidenziali di ottobre.
Singapore ha i prezzi del gas naturale più alti dell’Asia poiché la maggior parte del combustibile viene importata tramite petroliere o oleodotti, lasciando il paese vulnerabile agli shock dei prezzi.
Il tetto del prezzo del gas in Europa
La Commissione Europea ha proposto l’introduzione di un tetto massimo al prezzo del gas naturale per frenare gli aumenti dei prezzi. La proposta prevede che il blocco del prezzo scatterà se i prezzi del benchmark del gas europeo supereranno i 275 euro o se sarà maggiore di 58 euro rispetto alla media dei mercati internazionali per almeno 10 giorni.
Al momento però i governi dei paesi europei non hanno trovato un accordo. Probabilmente, la questione del tetto massimo verrà discussa nel corso della riunione del Consiglio Europeo del 15 e 16 dicembre.
Prezzi dell’energia più alti dopo il 2022
Questo mese sono entrate in vigore le nuove sanzioni UE per tentare di limitare le entrate della Russia. Tutte le spedizioni marittime di greggio dalla Russia all’Europa si fermeranno.
Contemporaneamente, è stato fissato un tetto massimo di 60 dollari al barile nell’UE e nei Paesi del G7. Il petrolio russo potrà essere trasportato con imbarcazioni europee o degli altri Stati che aderiscono alle sanzioni solo se il carico viene acquistato al di sotto del price cap. Tutto ciò potrebbe probabilmente spingere verso l’alto i prezzi dell’energia durante l’inverno e nel 2023.
Nonostante a novembre la domanda di gas naturale da parte dei paesi dell’Unione Europea sia diminuita di circa un quarto rispetto alla media degli ultimi cinque anni, l’analisi dell’EIA mostra che le capacità di stoccaggio di gas naturale potrebbero scendere al 20% entro febbraio se la Russia interrompesse completamente la sua offerta e la domanda non venisse ridotta. I mercati dell’energia sono così stretti che solo pochi gradi Celsius al di sopra del normale potrebbero portare l’Europa a non avere energia sufficiente per superare l’inverno.
Mentre l’Europa cerca alternative all’energia russa, una maggiore domanda in altri paesi potrebbe aumentare la concorrenza globale per i combustibili, esercitando una pressione al rialzo sui prezzi. Tra tutti, la Cina è il paese su cui va l’attenzione visti gli sforzi per riaprire la sua economia.
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