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Il mercato si aspetta 4 tagli dei tassi dalla BCE nel 2025. O forse 5?
Gli analisti prevedono una riduzione graduale, con piccoli aggiustamenti di 0,25 punti percentuali a ogni riunione della BCE nella prima metà dell’anno. Questo porterebbe i tassi di deposito a scendere fino all’1,75% o al 2% entro la fine del 2025. Ma nulla è sicuro. L’andamento dell’inflazione, la situazione geopolitica e le dinamiche del mercato globale potrebbero costringere la BCE a rivedere i suoi piani.
“Siamo ancora lontani dal tasso terminale”, dicono gli esperti. Ma quale sarà questo famoso tasso terminale? Nessuno vuole sbilanciarsi troppo, anche perché le variabili in gioco sono molteplici e complesse.
Inflazione in discesa ma…
È vero, l’inflazione generale è scesa al 2,4%, un traguardo importante rispetto al picco del 10% registrato a fine 2022. Ma non basta! L’inflazione core – quella che esclude i prezzi di energia e alimentari e che riflette meglio le dinamiche strutturali – resta ancorata al 2,7%. Questo dato è spinto soprattutto dai servizi, un settore in cui le pressioni salariali continuano a mantenere alti i costi.

Ridurre l’inflazione nei servizi è una sfida enorme. Philip Lane, capo economista della BCE, ha sottolineato che è cruciale abbassare l’inflazione core per garantire la sostenibilità degli obiettivi di politica monetaria. Ma il percorso è tutto fuorché lineare, specialmente in un contesto di prezzi energetici ancora volatili.
I tassi scendono, i rendimenti aumentano
A prima vista, i tassi più bassi sembrano una manna dal cielo. Mutui più economici, prestiti più accessibili e un credito più fluido per le imprese. Ma c’è un lato oscuro. I rendimenti obbligazionari nell’Eurozona stanno salendo e questo rischia di neutralizzare gli effetti positivi delle riduzioni dei tassi.
Ma perché i rendimenti salgono se i tassi scendono? Per una combinazione di fattori: l’aumento dei Treasury USA, le preoccupazioni fiscali in Europa e una crescente offerta di titoli di Stato, soprattutto da parte di Germania e Francia. Nel frattempo, la BCE ha terminato il Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP), riducendo la domanda di obbligazioni.
Questo scenario mette pressione sui costi di finanziamento per governi e imprese, rallentando potenzialmente la crescita economica. “Si tratta di un ciclo di feedback cruciale: i tagli ai tassi della BCE vengono parzialmente vanificati da dinamiche di mercato”, ha spiegato Ulrike Kastens, economista europeo di DWS.
La BCE è troppo lenta?
C’è chi pensa che la BCE stia agendo con eccessiva cautela. Un sondaggio del Financial Times ha rivelato che quasi la metà degli economisti intervistati ritiene che la banca centrale sia “rimasta indietro” nel sostenere l’economia dell’Eurozona. La crescita nella regione rimane fragile, con un PIL previsto all’1,1% per il 2025. La Germania, in particolare, sembra intrappolata in una stagnazione prolungata, con un PIL in calo dello 0,2% secondo le previsioni della Bundesbank.
E gli altri Paesi? La Spagna continua a guidare la crescita economica tra le principali economie dell’Eurozona, con un incremento del PIL del 2%. Ma questo basterà a bilanciare le debolezze strutturali del blocco? Difficile dirlo.
Cosa significano i tagli dei tassi per i tuoi soldi?
Se hai un mutuo a tasso variabile, i tagli ai tassi potrebbero portare un po’ di sollievo. Le rate potrebbero calare, rendendo il debito più sostenibile. Ma se stai cercando di risparmiare, preparati a rendimenti più bassi sui conti deposito e su altri strumenti a basso rischio.
Per gli investitori, invece, il quadro è più sfumato. Le azioni europee potrebbero beneficiare di tassi più bassi, soprattutto considerando che sono ancora scambiate a sconto rispetto a quelle americane. Ma tutto dipenderà dalla capacità della BCE di bilanciare le sue politiche senza alimentare nuove pressioni inflazionistiche o destabilizzare i mercati obbligazionari.
Tagli ai tassi della BCE nel 2025: molte incognite
Il 2025 si prospetta come un anno cruciale per la politica monetaria della BCE, che dovrà muoversi con cautela bilanciando la necessità di sostenere la crescita economica con l’obiettivo di mantenere l’inflazione sotto controllo. Sarà in grado di trovare il giusto equilibrio? Tutto dipenderà dai dati, dalle decisioni del Consiglio direttivo e, non da ultimo, dalle condizioni globali.
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