Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 13

cosa fa muovere mercati settimana 13
La tabella è da intendersi solo ed esclusivamente a scopo informativo e didattico. Nessuna informazione o dato in essa contenuti vuole essere un consiglio finanziario per il lettore, che declina l’autore da qualsiasi responsabilità.

Il segnale anticipatore delle recessioni più usato dagli investitori ha mostrato la luce rossa. Ebbene si! Lo spread tra i rendimenti delle obbligazioni a 10 anni e a 2 anni è passato in territorio negativo, unendosi a molti altri segmenti della curva dei rendimenti che sono già invertiti.

cosa fa muovere mercati settimana 13
Lo spread tra i rendimenti a 10 anni e a 2

Nonostante gli economisti della Fed vogliano far credere che l’economia è forte, i segnali del mercato obbligazionario non possono più essere ignorati. La probabilità che una recessione negli Stati Uniti si verifichi nei prossimi 12-24 mesi stanno aumentando. Inoltre, i dati su occupazione e inflazione confermano la prospettiva di uno dei cicli di inasprimento della Fed più aggressivi di sempre.

Azionario USA

Il rally messo in scena dagli indici azionari nelle ultime settimane si è preso una piccola pausa. Tuttavia l’azionario USA non sembra così determinato a voler mostrare debolezza. Le ultime ore della sessione di venerdì hanno infatti consentito agli indici americani di chiudere in positivo anche questa settimana.

Il Nasdaq è nella “terra di nessuno”. Il prezzo, dopo aver usato la media a 200 periodi come resistenza, si trova tra la media a 50 e 200 periodi ed è vicino al poc dell’ultimo impulso rialzista.

nasdaq POC
Il Nasdaq 100

Ultimamente, l’indice tecnologico non si era preoccupato dell’aumento dei rendimenti obbligazionari. Quando essi aumentano, le valutazioni delle società ad alta crescita tendono a risentirne. Questo perché i valori attuali dei loro flussi di cassa futuri si riducono.

La situazione sul Dow Jones non è diversa. Anche in questo caso il prezzo si trova tra la media a 50 e 200 periodi.

dow jones indice
Il Dow Jones Industrial

I prossimi movimenti saranno determinanti per capire che direzione vorranno prendere gli investitori nei mesi a venire. Per ora il consenso rimane piuttosto scettico riguardo alla forza del mercato azionario. Lo scetticismo è senz’altro giustificato.

Mercato valutario

Lo yen giapponese questa settimana è scivolato al minimo di sette anni fa. L’impennata di USD/JPY ha portato il prezzo a raggiungere la soglia dei 125 per dollaro. La debolezza dello yen non preoccupa la banca centrale. Quando una valuta è debole, i costi per le importazioni tendono ad aumentare. Il Giappone è importatore di energia e consumatori e imprese stanno già accusando l’aumento dei costi energetici. L’inflazione però è ancora contenuta e la Bank of Japan sta dando la priorità ai suoi programmi di yield curve control piuttosto che al valore dello yen.

Dopo l’impulso parabolico, USD/JPY si sta prendendo una pausa. Staremo a vedere se il prezzo darà luogo ad un ritracciamento oppure se proseguirà al rialzo.

yen ritracciamento fibonacci
USD/JPY

Il dollaro americano sta scambiando in un range di trading ben definito. Il prezzo sta reagendo in maniera quasi telecomandata sia alla resistenza a 99.30 che al supporto a 97.70.

indice dollaro americano trading range
L’indice del dollaro americano

EUR/USD è ancora in forte trend ribassista. Il prezzo ha da poco usato la media a 50 periodi come resistenza e la tendenza più probabile rimane al ribasso.

cosa fa muovere i mercati
EUR/USD

Chi invece sta mostrando forza nei confronti del dollaro è senz’altro l’aussie. L’Australia infatti sta beneficiando dello sforzo di vari paesi per sostituire il gas ed il petrolio russo e dalla forza delle materie prime. AUD/USD ha rotto con decisione la media a 200 periodi e si trova al momento in una piccola fase di congestione.

dollaro australiano rimbalzo media 50 periodi
AUD/USD

Il petrolio e il rilascio delle riserve strategiche

L’amministrazione Biden ha confermato il rilascio di ulteriori riserve di petrolio. La quantità record di 180 milioni di barili sarà rilasciata nei prossimi sei mesi. Ciò potrebbe contribuire alla riduzione dei prezzi sul breve termine. Tuttavia i rischi al rialzo sul lungo termine non saranno risolti.

Il petrolio ha risposto perdendo più del 12% nella settimana appena conclusa e ha chiuso sotto i 100 $. Su timeframe settimanale, il prezzo si trova tra il livello 38.2 e 50 del ritracciamento di Fibonacci dell’ultimo impulso rialzista e la distanza dalla media a 50 periodi è ancora molto ampia.

petrolio timeframe settimanale
Il petrolio su timeframe settimanale
ARTICOLI CORRELATI

Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 12

Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 11

Exit mobile version