Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 21

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La tabella è da intendersi solo ed esclusivamente a scopo informativo e didattico. Nessuna informazione o dato in essa contenuti vuole essere un consiglio finanziario per il lettore, che declina l’autore da qualsiasi responsabilità.

Il mercato azionario è riuscito finalmente a chiudere in verde dopo sette settimane consecutive al ribasso. Il ribilanciamento dei portafogli di fine mese da parte degli investitori istituzionali ha contribuito al sospiro di sollievo delle azioni.

L’S&P 500 ha cancellato le sue perdite di maggio, registrando il suo più grande guadagno settimanale da novembre 2020 (+6.57%). Storicamente, ad un guadagno di quest’entità sono seguiti ritorni positivi. Vale la pena però citare le eccezioni: la crisi finanziaria del 2008, lo shock inflazionistico del 1974, lo scoppio della bolla delle dot-com e il 1980, quando il presidente della Fed Volcker portò l’economia in recessione per tenere sotto controllo l’inflazione.

performance settimanali maggiori S&P 500

I fondi azionari globali hanno visto i maggiori afflussi delle ultime 10 settimane, guidati dalle azioni statunitensi, secondo una nota della Bank of America Corp. che cita i dati EPFR. Gli analisti sono divisi sul fatto che le azioni abbiano trovato un minimo. Le valutazioni sono scese dai picchi dello scorso anno ma questo può essere da solo un motivo per acquistare?

PE ratio S&P 500

Ricordiamoci sempre che in un mercato ribassista possono essere presenti bear market rally piuttosto violenti, come è stato in quello del 2000-2002 e 2008-2009.

S&P 500 rally mercato ribassista

Nel corso della settimana appena conclusa sembra che la narrativa abbia subito un leggero cambiamento. Il rischio recessione e la politica della Fed troppo aggressiva si sono fatti momentaneamente da parte. Si è diffusa invece la speculazione che la banca centrale possa rivelarsi più cauta. Il presidente della Fed di Atlanta ha dichiarato infatti che una pausa degli aumenti dei tassi a settembre potrebbe avere senso.

Abbiamo visto il picco dei rendimenti obbligazionari

I rendimenti obbligazionari sono scesi su tutte le scadenze, soprattutto quelle a breve termine. Molti pensano che il decennale statunitense, dopo essere arrivato al 3,20% all’inizio del mese, abbia già raggiunto il picco, con il mercato obbligazionario che sconta il rallentamento della crescita e il picco dell’inflazione.

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Il rendimento del decennale sembra in una fase di “topping”

Le aspettative d’inflazione del mercato sono diminuite. Infatti, i tassi breakeven hanno mostrato un forte calo nelle ultime settimane. La misura delle aspettative di inflazione preferita dalla Fed, il 5 year-5 year forward, è tornato al livello raggiunto nel febbraio 2021, prima che prendesse piede il timore dell’inflazione.

aspettative inflazione

Gli investitori hanno rivisto al ribasso anche le loro aspettative sugli aumenti dei tassi e hanno aumentato quelle per un taglio nel 2023. Le obbligazioni societarie investment grade e gli high yield bond sono aumentati rispettivamente dell’1,5% e del 2,7%, segnando la loro migliore settimana in quasi due anni. L’ETF HYG ha rotto al rialzo la media a 50 periodi.

high yield bond

La decorrelazione delle crypto

Le criptovalute hanno continuato a soffrire. La correlazione tra Bitcoin e il Nasdaq è passata in territorio negativo durante la settimana appena conclusa.

crypto correlazione azionario

Ethereum è stato il grande perdente. Il token ha sottoperformato Bitcoin per la maggior parte del mese. Il rapporto di forza relativa tra i due token è arrivato in un’area interessante.

rapporto Ethereum Bitcoin resistenza
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