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Tutti gli occhi sono puntati sulla Federal Reserve, che questa settimana deciderà se lasciare invariati i tassi d’interesse o apportare modifiche alla politica monetaria. Gli analisti si aspettano che la banca centrale mantenga il tasso di riferimento nel range del 4,25%-4,50%, lo stesso livello di

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 11
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Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 20

Le preoccupazioni sempre più forti riguardo alla crescita economica hanno spinto l’S&P 500 oltre un calo del 20% su base intraday. Quella soglia è famosa per classificare l’inizio di un mercato ribassista. Tuttavia, gli investitori non si sono sentiti confidenti nel continuare a scambiare questo strumenti al di sotto di quel livello. Nelle ultime ore di contrattazione i buyers hanno preso il controllo, riportando l’indice a chiudere al di sopra di quella soglia. L’S&P ha chiuso comunque la settima settimana consecutiva al ribasso.
Negli ultimi 95 anni, l’S&P 500 ha registrato un calo del 20% per quattordici volte. In soli due di quegli episodi l’economia americana non si è contratta: il 1987 e il 1966. Nello stesso periodo di tempo, tra le 15 recessioni che si sono verificate, solo tre non sono state accompagnate da un mercato ribassista. Questo ci fa capire che il mercato azionario è senz’altro un indicatore che dobbiamo osservare.
Il Dow Jones Industrial ha concluso la sua ottava settimana in negativo, raggiungendo il numero più alto di perdite consecutive dal 1923.
Il Nasdaq è stato l’indice che più ha accusato il sell-off. Il sondaggio di Bank of America sui gestori globali di fondi ha mostrato che la loro esposizione alle aziende tecnologiche è scesa ai livelli di agosto 2006.
Le perdite del mercato azionario, insieme a quelle nel reddito fisso, hanno portato a un inasprimento delle condizioni finanziarie, uno scenario che concorda con l’aspettativa della Fed. L’indice delle condizioni finanziarie di Goldman Sachs è sceso dell’1% dal primo aumento dei tassi. Secondo i dati di Bloomberg, il ritmo di inasprimento in questa fase iniziale supera tutti i precedenti cinque cicli di hiking della Fed.
Per ora, i responsabili politici hanno poco interesse per il calo dei mercati azionari. Tuttavia, gli investitori non hanno rinunciato alla speranza che la Fed intervenga se le cose dovessero peggiorare, un concetto ampiamente noto come “Fed put“. L’ultimo sondaggio della Bank of America ha mostrato che i gestori di denaro si aspettano che l’intervento della Fed possa avvenire se l’S&P raggiungerà i 3.529 punti.
Mercato obbligazionario e dollaro americano
Nel corso della settimana appena conclusa, gli investitori hanno comprato obbligazioni, soprattutto quelle sulle scadenze più lunghe. Il risultato è stato l’appiattimento della curva dei rendimenti.
I rendimenti a 10 anni hanno superato il 3% durante la settimana ma sono tornati al ribasso, fino alla chiusura più bassa in un mese. La volatilità è guidata dall’indecisione dei partecipanti al mercato, che oscillano tra la narrativa dell’inflazione a quella della recessione.
Il dollaro americano ha subito il suo primo calo settimanale in 8 settimane. La perdita settimanale è stata la più grande dalle elezioni di novembre 2020.
Bitcoin e oro
Bitcoin ha chiuso la settimana in ribasso rispetto alla chiusura di venerdì scorso, ma da allora è stato scambiato in un intervallo relativamente ristretto.
L’oro ha avuto una settimana solida, rimbalzando due volte dal livello psicologico intorno ai $ 1800. La sua correlazione inversa col dollaro sembra essere tornata ad influenzare la sua performance.
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