
La storia del tetto del debito degli Stati Uniti
La storia del tetto del debito degli Stati Uniti risale al 1917, quando è stato creato. La gestione del debito pubblico è una parte importante dell’economia e del sistema finanziario degli Stati Uniti. Il tetto del debito è una limitazione alla capacità del governo federale

Euribor vs Eurirs: un mutuo a tasso fisso è più conveniente del variabile
Durante il primo trimestre del 2023, gli indici di riferimento Euribor hanno continuato a crescere, portando privati e famiglie a scegliere mutui a tasso fisso nel 93% dei casi. Nel primo trimestre del 2023 l’Euribor è cresciuto da poco più del 2% a quasi il

Il candidato vicepresidente della Fed segnala una pausa dei tassi a giugno
I funzionari della Federal Reserve stanno segnalando che intendono mantenere i tassi di interesse stabili a giugno, pur conservando la possibilità di aumentare ulteriormente nei prossimi mesi, guidando le aspettative del mercato in vista di un rapporto chiave sull’occupazione. Il candidato vicepresidente Philip Jefferson ha

Le azioni cinesi sprofondano in un mercato ribassista
Le azioni cinesi sono pronte a entrare in un mercato ribassista dopo che un indice chiave ha flirtato con la pietra miliare. L’indice Hang Seng China Enterprises è sceso fino al 2,5% mercoledì, portando le sue perdite dal picco del 27 gennaio a oltre il

L’accordo sul tetto del debito deve essere approvato
Il presidente Joe Biden e il presidente della Camera Kevin McCarthy hanno raggiunto un compromesso su diverse controversie. Adesso l’accordo sul tetto del debito deve essere approvato dai legislatori di entrambe le parti. La Casa Bianca e i leader del Congresso hanno avviato campagne di

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 21
I motori dell’azione della settimana appena conclusa sono stati i titoli di giornale sul tetto del debito e la fase di euforia della bolla dell’IA. L’accordo tra repubblicani e democratici è arrivato nel weekend. I titoli di Stato con scadenza a giugno – quando la
Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 26

Il semestre appena concluso ha visto una serie di record negativi per molte classi di attività. E’ stata una delle prime metà peggiori di sempre per il mercato azionario. Vale lo stesso per il mercato obbligazionario e del credito. Con le banche centrali globali che hanno ritirato solo un trilione di dollari di liquidità, i mercati azionari e obbligazionari hanno visto evaporare più di 30 trilioni nel primo semestre di quest’anno.
L’S&P 500 ha cancellato parte dei guadagni della scorsa settimana. Gli unici settori dell’indice in positivo sono stati quello delle utilities e dei consumer staples. I consumer discretionary e il reparto tecnologico hanno sottoperformato.
Tra i due, i consumer discretionary hanno registrato la peggiore prima metà dell’anno in assoluto.
Powell e l’economia “forte”
Questa settimana Powell ha affermato esplicitamente che l’inflazione ha la priorità sulla crescita economia. Nel frattempo, le sue dichiarazioni riguardo ad un’economia forte e in grado di reggere gli aumenti dei tassi è diventata sempre meno credibile. I dati sulla spesa dei consumatori hanno mostrato un calo a maggio e le precedenti letture sono state riviste al ribasso.
Inoltre la Fed di Atlanta con il suo GDPNow ha confermato una recessione tecnica. Secondo i suoi modelli di previsione, l’economia si è contratta del 2,1% in Q2. Questa lettura seguirebbe il -1,6% di Q1.
Una prospettiva ancora più cupa è arrivata dalla Fed di New York. Secondo i suoi modelli, l’inflazione rimarrà elevata nel 2022 al 3,8% per poi diminuire solo gradualmente verso il 2% in seguito (2,5 e 2,1% rispettivamente nel 2023 e nel 2024). Questo percorso di disinflazione sarà accompagnato da un atterraggio non troppo morbido: il modello prevede una crescita del PIL moderatamente negativa sia nel 2022 (-0,6%) che nel 2023 (-0,5%). La banca regionale vede una probabilità del 10% di un soft landing. Al contrario, la probabilità di un “hard landing” è stimata all’80%.
Il mercato obbligazionario ha iniziato a scontare il rallentamento della crescita, dando meno peso all’inflazione elevata. Le aspettative di inflazione sono scese insieme a quelle sugli aumenti dei tassi. Gli indici swap overnight e i future dell’eurodollars mostrano che i trader stanno scommettendo su un pivot dovish della Fed nel primo trimestre del 2023.
Il decennale americano è sceso sotto il 3% nella settimana appena conclusa. I movimenti al ribasso più rilevanti si sono verificati nella parte iniziale della curva dei rendimenti, quella più sensibile alle azioni della Fed.
Anche le materie prime ci mandano i loro segnali
Il Bloomberg Commodity Index ha registrato la quarta settimana consecutiva al ribasso. Sul grafico giornaliero, l’indice si sta dirigendo verso la media a 200 periodi.
Il calo è avvenuto nonostante i problemi dell’offerta siano ancora presenti. Ciò indica che il mercato sta scontando una domanda più debole tipica di un’economia in rallentamento. Il sotto-indice energetico è in calo di quasi l’8% dai massimi di giugno. Il calo dell’indice dei metalli è ancora più profondo. Il rame in particolare, il cui prezzo viene usato da molti come barometro dell’economia, è scivolato in un mercato ribassista e sembra non trovare acquirenti.
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