Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 26

cosa fa muovere mercati settimana 26
La tabella è da intendersi solo ed esclusivamente a scopo informativo e didattico. Nessuna informazione o dato in essa contenuti vuole essere un consiglio finanziario per il lettore, che declina l’autore da qualsiasi responsabilità.

Il semestre appena concluso ha visto una serie di record negativi per molte classi di attività. E’ stata una delle prime metà peggiori di sempre per il mercato azionario. Vale lo stesso per il mercato obbligazionario e del credito. Con le banche centrali globali che hanno ritirato solo un trilione di dollari di liquidità, i mercati azionari e obbligazionari hanno visto evaporare più di 30 trilioni nel primo semestre di quest’anno.

performance primo semestre 2022

L’S&P 500 ha cancellato parte dei guadagni della scorsa settimana. Gli unici settori dell’indice in positivo sono stati quello delle utilities e dei consumer staples. I consumer discretionary e il reparto tecnologico hanno sottoperformato.

performance settoriali settimana 26

Tra i due, i consumer discretionary hanno registrato la peggiore prima metà dell’anno in assoluto.

performance primo semestre beni voluttari

Powell e l’economia “forte”

Questa settimana Powell ha affermato esplicitamente che l’inflazione ha la priorità sulla crescita economia. Nel frattempo, le sue dichiarazioni riguardo ad un’economia forte e in grado di reggere gli aumenti dei tassi è diventata sempre meno credibile. I dati sulla spesa dei consumatori hanno mostrato un calo a maggio e le precedenti letture sono state riviste al ribasso.

spesa consumatori

Inoltre la Fed di Atlanta con il suo GDPNow ha confermato una recessione tecnica. Secondo i suoi modelli di previsione, l’economia si è contratta del 2,1% in Q2. Questa lettura seguirebbe il -1,6% di Q1.

Una prospettiva ancora più cupa è arrivata dalla Fed di New York. Secondo i suoi modelli, l’inflazione rimarrà elevata nel 2022 al 3,8% per poi diminuire solo gradualmente verso il 2% in seguito (2,5 e 2,1% rispettivamente nel 2023 e nel 2024). Questo percorso di disinflazione sarà accompagnato da un atterraggio non troppo morbido: il modello prevede una crescita del PIL moderatamente negativa sia nel 2022 (-0,6%) che nel 2023 (-0,5%). La banca regionale vede una probabilità del 10% di un soft landing. Al contrario, la probabilità di un “hard landing” è stimata all’80%.

previsioni PIL USA Fed di New York

Il mercato obbligazionario ha iniziato a scontare il rallentamento della crescita, dando meno peso all’inflazione elevata. Le aspettative di inflazione sono scese insieme a quelle sugli aumenti dei tassi. Gli indici swap overnight e i future dell’eurodollars mostrano che i trader stanno scommettendo su un pivot dovish della Fed nel primo trimestre del 2023.

Il decennale americano è sceso sotto il 3% nella settimana appena conclusa. I movimenti al ribasso più rilevanti si sono verificati nella parte iniziale della curva dei rendimenti, quella più sensibile alle azioni della Fed.

Anche le materie prime ci mandano i loro segnali

Il Bloomberg Commodity Index ha registrato la quarta settimana consecutiva al ribasso. Sul grafico giornaliero, l’indice si sta dirigendo verso la media a 200 periodi.

indice materie prime

Il calo è avvenuto nonostante i problemi dell’offerta siano ancora presenti. Ciò indica che il mercato sta scontando una domanda più debole tipica di un’economia in rallentamento. Il sotto-indice energetico è in calo di quasi l’8% dai massimi di giugno. Il calo dell’indice dei metalli è ancora più profondo. Il rame in particolare, il cui prezzo viene usato da molti come barometro dell’economia, è scivolato in un mercato ribassista e sembra non trovare acquirenti.

prezzo rame
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MARCO CASARIO

Gli italiani sono tra i popoli più ignoranti in ambito finanziario.

Non per scelta ma perché nessuno lo ha mai insegnato. Il mio scopo è quello di educare ed informare le persone in ambito economico e finanziario. Perché se non ti preoccupi dell'economia e della finanza, loro si occuperanno di te.

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