Azioni Anti Recessione: Dove Investire Quando la Borsa Crolla

Quando le parole “crescita zero”, “stagflazione” e “recessione” tornano a dominare i titoli di giornale, il panico si fa sentire anche sui mercati. E ogni investitore, dal principiante al veterano, si chiede la stessa cosa: come posso proteggere il mio capitale? La risposta non è

Scopri

Guerra Commerciale USA-Cina 2025: Cosa Rischiamo Davvero?

È ufficiale: la guerra commerciale tra USA e Cina è riesplosa nel 2025 e questa volta fa ancora più rumore. Dazi al 145%, minacce incrociate, esportazioni bloccate, aziende nel panico. Non è un film distopico, ma la cronaca economica di aprile 2025. Il presidente americano

Scopri

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 12

cosa fa muovere wall street borsa europea settimana 12
La tabella è da intendersi solo ed esclusivamente a scopo informativo e didattico. Nessuna informazione o dato in essa contenuti vuole essere un consiglio finanziario per il lettore, che declina l’autore da qualsiasi responsabilità.

Ben 21 miliardi di azioni scambiate in una sola giornata: è questo il dato che ha segnato la chiusura dei mercati USA, la più movimentata dell’anno. Un finale esplosivo per una settimana carica di tensioni, dubbi e qualche segnale positivo.

Gli indici americani sono riusciti a recuperare terreno, trascinati da alcuni titoli tech. Ma l’atmosfera resta carica d’incertezza: i timori per un possibile rallentamento economico, le frizioni sui dazi e le valutazioni considerate eccessive di alcune big hanno eroso migliaia di miliardi dal valore delle azioni nelle ultime settimane. E, a detta di diversi analisti, l’instabilità potrebbe accompagnarci ancora a lungo.

In mezzo a tanta volatilità, chi ha puntato su una strategia diversificata sta iniziando a raccogliere i primi risultati. Asset rimasti a lungo in secondo piano sono tornati sotto i riflettori, e in molti casi stanno superando l’S&P 500 in termini di performance.

Attenzione però a non dare per scontata questa tendenza. In passato, episodi simili di sovraperformance da parte degli asset alternativi si sono già visti, per poi lasciare nuovamente il campo libero al mercato azionario. Ma qualcosa oggi è cambiato: le famiglie statunitensi sono sempre più esposte alla borsa e iniziano a guardarsi intorno, alla ricerca di strumenti capaci di bilanciare i rischi.

È in questo contesto che rinasce l’interesse per soluzioni classiche come il portafoglio 60/40 (60% investito in azioni e 40% in obbligazioni), che quest’anno sta battendo lo stesso S&P 500. L’oro, nel frattempo, ha toccato nuovi massimi storici, portando con sé l’intero settore delle materie prime.

Funzionano anche approcci più sofisticati: strategie basate sul valore o sul momentum stanno dando buoni risultati, così come i prodotti strutturati che impiegano le opzioni per proteggere i rendimenti o generare extra-profitti. Il “buy & hold” sembra aver perso un po’ del suo fascino.

Molti piccoli investitori continuano a interpretare le discese dei titoli tech come opportunità d’acquisto. Ma per chi guarda al lungo termine, la vera occasione potrebbe essere quella di imparare a diversificare davvero.

La Fed resta ferma, ma l’equilibrio è sempre più precario

La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d’interesse per la seconda riunione consecutiva, bloccata tra i segnali di rallentamento dell’economia e un’inflazione che continua a dare filo da torcere. Il tasso di riferimento resta dunque nel range 4,25%-4,5%. Ma il contesto in cui arriva questa decisione è tutto fuorché tranquillo.

Durante la conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha ribadito che la Fed non ha fretta di intervenire. Ha parlato apertamente dell’alta incertezza legata ai recenti cambi di rotta dell’amministrazione, spiegando che sarà necessario attendere “maggiori segnali concreti” prima di modificare la politica monetaria.

A complicare il quadro c’è l’effetto dei dazi sull’inflazione. “I prezzi stanno risalendo, in parte per via delle tariffe”, ha detto Powell, definendo comunque questo aumento “transitorio”. Ma ha anche ammesso che separare l’impatto delle tariffe da quello di altri fattori è tutt’altro che semplice.

Le nuove proiezioni economiche diffuse dalla Fed mostrano un taglio alle stime di crescita per il 2025, ora attese all’1,7% (dal 2,1%). In parallelo, le aspettative d’inflazione sono state alzate: l’indice core PCE è atteso al 2,8% entro fine anno, in salita rispetto al 2,5% stimato in precedenza. Anche la disoccupazione è vista in leggero rialzo, al 4,4% entro fine 2025. Il dot plot continua a indicare due tagli ai tassi entro l’anno, ma ben otto membri del board ne prevedono uno solo o nessuno.

dot plot Fed marzo 2025

Oltre ai tassi, la Fed ha annunciato un rallentamento nella riduzione del proprio bilancio (quantitative tightening). A partire da aprile, limiterà a 5 miliardi di dollari al mese (dai precedenti 25 miliardi) il tetto massimo di titoli di Stato che lascerà scadere senza reinvestimento. Invariato, invece, il ritmo sui mortgage-backed securities, fermo a 35 miliardi.

Powell ha anche ammesso che il rischio recessione è “aumentato, ma resta contenuto”. Tuttavia, ha sottolineato come diversi indicatori soft – come la fiducia dei consumatori – stiano lanciando segnali d’allarme.

La spesa delle famiglie ha rallentato, le aspettative sui prezzi sono salite e il sentiment generale è peggiorato. L’indice dell’Università del Michigan ha segnalato un forte aumento delle aspettative d’inflazione a lungo termine. Powell ha definito quei dati “un’eccezione”, ma ha comunque riconosciuto che l’umore del pubblico è cambiato.

La BoJ prende tempo, ma il prossimo rialzo resta sul tavolo

La Banca centrale del Giappone ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento allo 0,5%, citando tra le principali incertezze i rischi legati alle politiche commerciali degli Stati Uniti. Una mossa attesa dagli economisti, ma che arriva in un momento in cui la pressione per un nuovo rialzo inizia a farsi sentire.

Nel comunicato post-riunione, la Bank of Japan ha aggiunto ufficialmente le tensioni commerciali globali (e in particolare le possibili nuove tariffe annunciate da Trump) alla lista dei rischi per l’outlook economico. Un segnale che l’istituto guidato da Kazuo Ueda non vuole esporsi troppo finché lo scenario internazionale non si chiarisce.

Durante la conferenza stampa, Ueda ha parlato di un’economia interna che si muove “in linea con le attese”, con salari leggermente più forti del previsto e un’inflazione che viaggia intorno al 3%. Ma ha anche sottolineato che “è difficile giudicare quanto siamo vicini al nostro obiettivo in un contesto così incerto, soprattutto per quanto riguarda le politiche commerciali internazionali”. In altre parole, la BoJ prende tempo. Ma, secondo diversi analisti, non si tratta di uno stop definitivo. Anzi, proprio le parole di Ueda lasciano aperta la possibilità di un rialzo già alla prossima riunione di maggio.

Non a caso, i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi hanno continuato a salire: quelli a 10 anni hanno toccato i livelli più alti dal 2008, mentre i trentennali sono ai massimi dal 2006. Ueda non ha mostrato particolare urgenza nel frenare questa impennata, limitandosi a dire che “non è il momento di intervenire”, ma che la BoJ agirà in caso di movimenti troppo bruschi.

Nel frattempo, i dati interni continuano a rafforzare lo scenario per un prossimo aumento dei tassi. Le trattative salariali di primavera (shunto) si stanno rivelando le più forti degli ultimi 34 anni. Le dinamiche salariali solide e sostenibili potrebbero quindi supportare l’inflazione – ora vicina al target del 2% nella sua componente core.

aumento salari Giappone 2025

Il tono complessivo di Ueda, pur cauto, non esclude affatto nuovi aumenti. “La velocità dei rialzi futuri dipenderà dai prossimi dati”, ha detto. “È tutto quello che posso dire”.

Secondo alcuni osservatori, l’atteggiamento della BoJ potrebbe indicare che il divario temporale tra i prossimi rialzi sarà più ampio del previsto. Ma se i dati interni continueranno a sorprendere al rialzo, e se lo scenario internazionale non degenererà, l’ipotesi di una stretta già a maggio resta sul tavolo.


ARTICOLI CORRELATI:

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 11

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 10

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 09

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 08

MARCO CASARIO

Gli italiani sono tra i popoli più ignoranti in ambito finanziario.

Non per scelta ma perché nessuno lo ha mai insegnato. Il mio scopo è quello di educare ed informare le persone in ambito economico e finanziario. Perché se non ti preoccupi dell'economia e della finanza, loro si occuperanno di te.

Corsi Gratuiti

Diventare un Trader e un Investitore

© Copyright 2022 - The 10Min Trader BV - KVK: 72735481 - VAT ID: NL854377591B01

Il contenuto di questo sito è solo a scopo informativo, non devi interpretare tali informazioni o altro materiale come consigli legali, fiscali, di investimento, finanziari o di altro tipo. Nulla di quanto contenuto nel nostro sito costituisce una sollecitazione, una raccomandazione, un'approvazione o un'offerta da parte di The 10Min Trader BV  per acquistare o vendere titoli o altri strumenti finanziari in questa o in qualsiasi altra giurisdizione in cui tale sollecitazione o offerta sarebbe illegale ai sensi delle leggi sui titoli di tale giurisdizione.

Tutti i contenuti di questo sito sono informazioni di natura generale e non riguardano le circostanze di un particolare individuo o entità. Nulla di quanto contenuto nel sito costituisce una consulenza professionale e/o finanziaria, né alcuna informazione sul sito costituisce una dichiarazione esaustiva o completa delle questioni discusse o della legge ad esse relativa. The 10Min Trader BV non è un fiduciario in virtù dell'uso o dell'accesso al Sito o al Contenuto da parte di qualsiasi persona. Solo tu ti assumi la responsabilità di valutare i meriti e i rischi associati all'uso di qualsiasi informazione o altro Contenuto del Sito prima di prendere qualsiasi decisione basata su tali informazioni o altri Contenuti. In cambio dell'utilizzo del Sito, accetti di non ritenere The 10Min Trader BV, i suoi affiliati o qualsiasi terzo fornitore di servizi responsabile di eventuali richieste di risarcimento danni derivanti da qualsiasi decisione presa sulla base di informazioni o altri Contenuti messi a tua disposizione attraverso il Sito.

RISCHI DI INVESTIMENTO

Ci sono rischi associati all'investimento in titoli. Investire in azioni, obbligazioni, exchange traded funds, fondi comuni e fondi del mercato monetario comporta il rischio di perdita.  La perdita del capitale è possibile. Alcuni investimenti ad alto rischio possono utilizzare la leva finanziaria, che accentuerà i guadagni e le perdite. Gli investimenti esteri comportano rischi speciali, tra cui una maggiore volatilità e rischi politici, economici e valutari e differenze nei metodi contabili.  La performance passata di un titolo o di un'azienda non è una garanzia o una previsione della performance futura dell'investimento.La totalità dei contenuti presenti nel sito internet è tutelata dal diritto d’autore. Senza previo consenso scritto da parte nostra non è pertanto consentito riprodurre (anche parzialmente), trasmettere (né per via elettronica né in altro modo), modificare, stabilire link o utilizzare il sito internet per qualsivoglia finalità pubblica o commerciale.Qualsiasi controversia riguardante l’utilizzo del sito internet è soggetta al diritto svizzero, che disciplina in maniera esclusiva l’interpretazione, l’applicazione e gli effetti di tutte le condizioni sopra elencate. Il foro di Bellinzona è esclusivamente competente in merito a qualsiasi disputa o contestazione che dovesse sorgere in merito al presente sito internet e al suo utilizzo.
Accedendo e continuando nella lettura dei contenuti di questo sito Web dichiari di aver letto, compreso e accettato le sopracitate informazioni legali.

Cookie Policy