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Frenare l’inflazione senza una recessione
Quando gli investitori non sono preoccupati per l’inflazione, si preoccupano per la recessione. La domanda che gli affligge adesso è se sarà possibile frenare l’inflazione senza causare una recessione. Le aziende tecnologiche annunciano il blocco delle assunzioni e la riduzione dei posti di lavoro. I costruttori di case iniziano a parlare di rallentamento della domanda e dell’offerta di case in aumento. Walmart ha riferito questa settimana di avere scorte in eccesso. Tutto ciò non è proprio quello che volevamo?
Con l’eccezione di alcuni shock geopolitici, l’impatto della guerra in Ucraina su cibo ed energia e un altro round di lockdown in Cina, il riequilibrio dell’economia statunitense che abbiamo visto negli ultimi mesi riflette ciò che desideravamo alla fine dello scorso anno. I cambiamenti nell’economia che adesso preoccupano così tanto le persone, sono in gran parte ciò che, sei mesi fa, gli economisti speravano di vedere.
Il mercato immobiliare
Partiamo dal mercato immobiliare che si era surriscaldato a seguito della pandemia. Le scorte erano ai minimi storici e i prezzi delle case erano in aumento. Ad un certo punto, l’accessibilità economica sarebbe stata un problema ma non era chiaro quale livello dei prezzi delle case o dei tassi ipotecari sarebbe stato in grado di raffreddare il mercato immobiliare.
Negli ultimi mesi, gli attuali prezzi richiesti e i tassi ipotecari pari a circa il 5,5% hanno finalmente portato a un riequilibrio del mercato. È troppo presto per dire se si tratta di una pausa temporanea o di qualcosa di peggiore, ma il malsano boom del mercato immobiliare sembra per ora terminato.
La normalizzazione della spesa per i beni
Un’altra cosa che gli economisti volevano vedere era un passaggio dalla spesa per beni alla spesa per servizi e quindi al ritorno dei consumatori verso modelli comportamentali più normali. Oggi lo stiamo vedendo accadere. Amazon ha dichiarato nel suo rapporto sugli utili trimestrali di essersi trovata a corto di personale a marzo e Walmart sta lavorando per ridurre le scorte in eccesso.
Nel frattempo, le compagnie aeree e alberghiere registrano una forte domanda e potere di determinazione dei prezzi. Eppure gli investitori sono diventati più preoccupati per i segnali di debolezza nel consumo di beni di quanto non siano stati incoraggiati dal boom dei consumi relativi ai viaggi e al tempo libero.
Il contenimento della speculazione
Per anni, gli osservatori di mercato sono stati preoccupati per la speculazione nella Silicon Valley e nell’ecosistema delle criptovalute. Innumerevoli società con modelli di business dubbi sono diventate pubbliche negli ultimi due anni tramite la Special Purpose Acquisition Company o il tradizionale processo di IPO. Le cose adesso sono cambiate.
I prezzi delle azioni e il valore delle criptovalute sono stati colpiti. Società che bruciano denaro come Peloton Interactive Inc. e Carvana Co. hanno annunciato licenziamenti. I venture capitalist affermano di prepararsi per un ambiente più sobrio per il prossimo futuro. I giorni inebrianti per le aziende tecnologiche e le criptovalute sembrano essere finiti per ora.
La normalizzazione è necessaria
Tutti questi cambiamenti sono necessari perché l’inflazione è troppo alta e la Federal Reserve è dovuta intervenire. All’inizio dell’anno il mercato prevedeva che il tasso della Federal Reserve sarebbe arrivato all’1% a marzo 2023. Oggi, le aspettative per il tasso di riferimento a marzo 2023 sono intorno al 3%. Non sappiamo ancora se sarà sufficiente per riportare l’inflazione al target. Ma sulla base del rallentamento del mercato immobiliare, del contenimento degli eccessi speculativi e dell’inasprimento delle condizioni del mercato azionario, è almeno una possibilità che non esisteva all’inizio dell’anno.
Frenare l’inflazione senza una recessione
La domanda che gli investitori si stanno facendo è se la Fed possa frenare l’inflazione senza che l’economia cada in recessione. L’ironia è che se a dicembre aveste chiesto ai “meteorologi” dell’economia come si sarebbe sviluppato un sano riequilibrio dell’economia e della politica monetaria nel 2022, probabilmente avrebbero immaginato qualcosa di simile a quello che stiamo vedendo ora.
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