Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 48
Chi avrebbe mai detto che il guadagno annuale dell’S&P 500 sarebbe stato uno dei migliori della storia? Nessuno alla fine del 2023 immaginava un altro rally mozzafiato trainato dai big del tech e da un ottimismo di mercato così forte da superare senza problemi ogni
Crisi Politica e Economica in Francia: Cosa Sta Succedendo?
La Francia sta attraversando un momento di forte tensione politica ed economica. Le difficoltà nel definire il bilancio per il 2025 e i conflitti interni al Parlamento hanno scatenato reazioni negative sui mercati finanziari. La situazione, resa ancora più complessa dalle dinamiche politiche interne, ha
Mutuo Giovani Under 36: Come Funziona e Perché Potrebbe Essere la Tua Occasione per Comprare Casa
Acquistare la prima casa può sembrare complicato, soprattutto per i giovani che non hanno ancora una stabilità economica. Proprio per questo è stato introdotto il mutuo giovani under 36, uno strumento pensato per facilitare l’accesso al mercato immobiliare a chi ha meno di 36 anni.
Perché una tazzina di caffè potrebbe presto costare 2 euro
La tazzina di caffè, simbolo del nostro rituale quotidiano, rischia di diventare un lusso. Il prezzo del caffè Arabica ha raggiunto livelli mai visti dagli anni ’70, e non parliamo solo di numeri sui mercati, ma di un impatto reale che potrebbe farci pagare la
Novità ISEE 2025: Come Cambierà il Calcolo
A partire dal 2025, il calcolo dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, subirà un’importante modifica. Titoli di Stato e libretti postali fino a 50.000 euro non saranno più considerati nel patrimonio mobiliare delle famiglie. Sembra una novità tecnica, ma in realtà avrà un impatto diretto
Come Guadagnare Soldi Extra per le Feste di Natale
Le festività natalizie possono essere stressanti per il portafoglio. Secondo le stime della CGIA di Mestre, gli italiani dovrebbero spendere intorno ai 10 miliardi di euro solo per i regali di Natale. Fra decorazioni, cene e uscite con amici e parenti, il tuo budget rischia
Cosa aspettarsi dalla seconda metà dell’anno sui mercati finanziari?
La prima metà di quest’anno ha portato con se una serie di record negativi sui mercati finanziari. L’incertezza ha fatto da protagonista. Gli investitori hanno faticato a bilanciare una serie di eventi, a partire dalla guerra in Ucraina fino all’inasprimento della Federal Reserve. Tra le tematiche di investimento principali c’è stata senz’altro l’inflazione. Ma adesso cosa dobbiamo aspettarci dalla seconda metà dell’anno sui mercati finanziari?
La certezza sui mercati non esiste. Tuttavia, sembrano esserci due eventi altamente probabili nella seconda metà dell’anno sui mercati finanziari. In primo luogo, la Fed sembra ben determinata a proseguire con il suo ciclo di aumenti dei tassi. In secondo luogo, la traiettoria degli utili aziendali è al ribasso e potrebbe continuare a scendere.
La combinazione tra l’inasprimento della Fed e la decelerazione degli utili è stata storicamente sfavorevole per il mercato azionario. Al momento però, sembra essere lo scenario più probabile della seconda meta dell’anno.
Il grafico seguente mostra le variazioni del tasso di riferimento della Fed e dei profitti delle aziende dell’S&P 500. Ad eccezione del periodo immediatamente successivo alla crisi finanziaria globale, c’è stata una correlazione elevata tra i tassi d’interesse e i profitti aziendali. In genere, la politica monetaria ha un’influenza negativa sulla crescita degli earnings.
Ci sono stati periodi in cui la Fed ha aumentato i tassi nonostante gli earning stessero decelerando. La Fed è stata chiara nel definire le sue priorità. Il focus attuale dei responsabili politici è nel frenare l’inflazione e portarla al target del 2%. Ciò aumenta la probabilità che la Fed continui ad alzare i tassi mentre i profitti aziendali procedono al ribasso.
Questo scenario non fa sperare bene per il mercato azionario. Secondo i dati di Richard Bernstein, il rendimento trimestrale medio dell’S&P 500 quando la Fed è in fase di tightening mentre i profitti aziendali decelerano è stato dell’1,7%, con il 43% di probabilità di rendimenti negativi. Questo valore è decisamente inferiore agli altri scenari derivanti dalla combinazione tra politica monetaria e crescita degli utili.
Leading indicators vs lagging indicators
Esistono tre categorie di indicatori economici. Gli indicatori anticipatori (leading indicators), che tendono a cambiare prima dell’economia nel suo insieme, gli indicatori coincidenti che si muovono insieme all’economia e gli indicatori in ritardo (lagging indicators), che invertono solo dopo l’economia.
Gli investitori e la Fed seguono molto gli indicatori in ritardo. Il tasso di disoccupazione è uno di questi. Le richieste di disoccupazione settimanali ottengono invece un interesse minore, nonostante rappresentino un indicatore anticipatore. Anche l’inflazione è un lagging indicator in quanto è difficile che lo sbilanciamento tra domanda e offerta si verifichi all’inizio del ciclo economico.
Il mandato della Fed, ovvero la stabilità dei prezzi e la piena occupazione, si basa proprio sui due lagging indicator appena citati. Quindi, le azioni della banca centrale sono per definizione in ritardo rispetto al ciclo economico. Basta guardare come è stata lenta a reagire all’inflazione più alta degli ultimi 40 anni.
I tassi reali e le recessioni
I tassi reali, ovvero i tassi nominali aggiustati all’inflazione, possono essere usati per valutare la natura della politica monetaria. In genere, quando sono positivi la politica monetaria è considerata restrittiva. Tassi reali negativi sono invece considerati come un riflesso di una politica monetaria espansiva. Ogni recessione negli ultimi 50 anni è stata preceduta da tassi reali positivi.
I tassi reali medi sono di circa l’1%. Hanno raggiunto il picco al 10% durante la lotta all’inflazione della Fed guidata da Volcker all’inizio degli anni ’80. Oggi, i tassi reali sono vicino ai minimi storici. Questo suggerisce che la Fed potrebbe incontrare maggiori difficoltà a combattere l’inflazione. Inoltre, la Fed potrebbe essere costretta a recuperare il ritardo e ad aumentare i tassi mentre l’economia rallenta.
Ci sono ragioni di ottimismo?
Sappiamo che l’elenco delle preoccupazioni è lungo. Oltre all’aggressività della Fed e alla guerra, i lockdown in Cina, le catene di approvvigionamento interrotte e le stime degli utili eccessivamente ottimistiche stanno pesando sul sentiment. Tuttavia, se osserviamo alcuni dati, ci sono delle ragioni per essere ottimisti. Dobbiamo però ricordarci che il passato non fornisce certezze sul futuro.
Storicamente, il mercato azionario è rimbalzato fortemente a seguito di una performance negativa relativa a 2 trimestri come quella che abbiamo appena potuto osservare. Infatti, dopo un calo di oltre il 20% su 2 trimestri (l’indice S&P 500 è sceso del 20,6% nella prima metà del 2022), il guadagno medio nei successivi 2 trimestri è stato del 21,5%.
Un altro motivo per essere ottimisti è che, negli ultimi anni, il mese di luglio è stato un buon mese per il mercato azionario. Nell’ultimo decennio, l’S&P 500 ha guadagnato una media del 2,5% a luglio, dietro solo ad aprile e novembre. Tornando più indietro, dal 1950 solo aprile, novembre e dicembre sono stati mesi migliori per le azioni.
ARTICOLI CORRELATI:
In che modo i tassi d’interesse influenzano l’inflazione?
Il rischio di una recessione è alto?
I rischi per i mercati finanziari: quali sono le aree da tenere d’occhio?
Banche centrali: come stanno influenzando i mercati finanziari?