
Mercati sotto pressione: i segnali da non ignorare
Il paradosso di questa settimana è che i mercati hanno reagito più al cambio di narrativa che ai numeri in sé. Il filo conduttore è chiaro: Stati Uniti in stagflazione “soft” (crescita che sfuma, prezzi ancora appiccicosi), Europa che respira ma resta fragile, Canada in

La corsa dell’AI è fuori controllo?
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La FED potrebbe fare un ERRORE Enorme: come INVESTIRE per approfittarne
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Comprare casa o stare in affitto: cosa conviene ?
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Il Ponte invisibile tra i dazi di Trump e l’Italia
Quale è il prezzo di un dazio? In teoria, il 15% in più sul prezzo finale. In pratica, la tenuta di intere filiere industriali. E in certi casi, l’equivalente di un Ponte sullo Stretto… ogni anno. Sì, perché i nuovi dazi americani imposti dall’amministrazione Trump
Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 15

Qualche settimana fa, sembrava che la navigazione nei mercati fosse destinata a rimanere tranquilla, con la Fed al timone di un importante cambiamento nella politica monetaria. Tuttavia, lo scenario si è rapidamente complicato a causa di tensioni geopolitiche e turbolenze nel mercato obbligazionario.
Le azioni hanno risentito di queste tensioni, mostrando significativi rallentamenti. Dopo una lunga ascesa verticale, tutti i principali indici azionari statunitensi hanno registrato un calo marcato. Gli investitori, in cerca di sicurezza, si sono rifugiati in asset tradizionalmente più stabili come il dollaro, che ha registrato la sua migliore performance settimanale da settembre 2022, e l’oro, che ha raggiunto nuovi massimi storici.
Sulla scia dei dati sull’inflazione, i rendimenti obbligazionari hanno raggiunto i picchi annuali. Il decennale si è stabilizzato al 4,52% venerdì, spinto al ribasso dalle crescenti preoccupazioni legate agli sviluppi dei conflitti in Medio Oriente. Il prezzo del Brent è rimasto stabile sopra i 90 dollari al barile. Nel frattempo, Bitcoin ha subito un calo. Ecco cosa ha fatto muovere Wall Street e la Borsa Europea la scorsa settimana.
L’Inflazione si Rifiuta di Scendere
Un indicatore chiave dei prezzi negli Stati Uniti, il core CPI, ha segnalato un aumento dello 0,4% da febbraio. Questo dato ha mantenuto il tasso su base annua stabile al 3,8%, contrariamente alle attese che prevedevano un calo.
Il continuo rialzo dei costi degli alloggi e dei trasporti alimenta le preoccupazioni che l’inflazione si stia radicando più profondamente nell’economia, suggerendo un possibile ritardo nei tagli dei tassi di interesse da parte della Fed. Tale situazione potrebbe complicare ulteriormente il panorama economico e finanziario, influenzando le decisioni future in materia di politica monetaria e le aspettative di mercato riguardo all’allentamento monetario a breve termine.
Rivalutazione del Mercato Obbligazionario
I recenti dati sull’inflazione hanno messo in dubbio le previsioni di possibili tagli dei tassi di interesse da parte della Fed per l’anno in corso. Il mercato ora prevede meno di due riduzioni, un significativo passo indietro rispetto alle precedenti scommesse di oltre 150 punti base di allentamento.
Le aspettative di “tassi più alti più a lungo” hanno contribuito a cancellare il rendimento del 4,2% sul debito sovrano globale dal 2023. L’indice Bloomberg per il debito pubblico è sceso del 4,7% da gennaio.
La vendita di obbligazioni statunitensi a 30 anni della scorsa settimana ha ricevuto una domanda poco brillante anche se ha offerto uno dei rendimenti d’asta più alti degli ultimi dieci anni. Questo potrebbe essere un segnale che gli investitori sono preoccupati di rimettere i piedi nel mercato dopo che i dati sull’inflazione statunitense di questa settimana hanno fatto impennare i rendimenti lungo tutta la curva.
La BCE segnala un Primo Taglio a Giugno
La BCE ha mantenuto invariati i tassi di interesse al 4%, un livello record. Tuttavia, il Consiglio direttivo ha introdotto la prospettiva di una possibile diminuzione dei tassi, condizionata a un’inflazione che si avvicina sostenibilmente al 2%. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha indicato che dati aggiuntivi attesi nei prossimi mesi potrebbero rafforzare questa fiducia e influenzare le decisioni future.
Lagarde ha affermato che una ripresa economica dovrebbe emergere poiché un’inflazione più lenta stimola i redditi reali, i salari e le esportazioni. Tuttavia, ha sottolineato che i rischi per la crescita dell’Eurozona rimangono orientati al ribasso.
L’euro è sceso al livello più basso quest’anno, poiché la BCE sembra destinata a tagliare i tassi di interesse prima della Fed. La valuta comune ha sfiorato 1,06 dollari, raggiungendo il valore più debole degli ultimi cinque mesi. La svendita sta alimentando le voci tra gli strateghi secondo cui l’euro potrebbe scendere a 1,05 dollari entro la metà dell’anno e persino raggiungere la parità se la Fed non tagliasse i tassi.
Le Banche danno il Via alla Stagione degli Utili
Gli investitori terranno d’occhio la stagione degli utili del primo trimestre per avere una panoramica aggiornata sullo stato dell’economia americana. La crescita degli utili di Corporate America dovrà giustificare una valutazione azionaria che è circa il 20% superiore alla media decennale.
JPMorgan Chase e Wells Fargo hanno riportato un reddito netto da interessi inferiore alle attese, a causa dell’aumento dei costi di finanziamento. Al contrario, gli utili di Citigroup hanno superato le aspettative, grazie alle aziende che hanno sfruttato i mercati per ottenere finanziamenti e ai consumatori che hanno fatto maggior affidamento sulle carte di credito. Questa settimana è il turno di Goldman Sachs, Bank of America e Morgan Stanley.
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