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I giorni migliori per la crescita degli utili sono ormai dietro di noi
L’attenzione sul secondo trimestre e su una possibile recessione tecnica è stata molto acuta negli ultimi tempi. Le aspettative di un rallentamento della crescita degli utili aziendali sono aumentate. Mentre l’S&P 500 è scivolato in un bear market, gli analisti hanno continuato ad essere ottimisti. Recentemente però, Wall Street si sta affrettando a rivedere le sue stime, in accordo con il contesto macro che stiamo vivendo.
Nonostante la percentuale di revisioni positive non sia scesa a minimi recessivi, la velocità del declino è stata notevole. La quota di membri dell’S&P 500 con revisioni trimestrali positive è diminuita significativamente nell’ultimo anno (da quasi il 70% a poco più del 30%). L’aumento dei costi di input, l’inasprimento monetario e il calo della domanda dei consumatori hanno pesato sul numero di upgrade. Storicamente, questa dinamica ha anticipato la debolezza del mercato azionario e della crescita degli utili.
I risultati degli earnings finora
Secondo Refinitiv, il tasso di crescita anno su anno per gli utili dell’S&P 500 del secondo trimestre è del 6,1%. Tuttavia, escludendo il settore energetico, gli utili dovrebbero diminuire del 3,3%, segnando la prima contrazione della crescita degli utili dal terzo trimestre del 2020. Delle 107 società che hanno riportato gli earnings fino ad ora, il 74,8% ha battuto le stime degli analisti. Questa percentuale si confronta con una media di lungo termine del 66% ma è comunque inferiore alla media dell’81% degli ultimi quattro mesi.
Analizzando i vari settori, i risultati sono stati contrastanti. Si prevede che i consumer discretionary, i financials e i communication services subiranno un’ulteriore decelerazione dei guadagni. I tassi di crescita degli utili dei titoli difensivi come i consumer staples, l’healthcare e le utilities sono scesi drasticamente.
I giorni migliori per la crescita degli utili sono sicuramente alle nostre spalle. La crescita degli utili ha raggiunto un picco del 96% nel secondo trimestre del 2021, una cifra che non era sostenibile.
Le variazioni anno su anno dell’S&P 500 e degli utili tendono a muoversi all’unisono. Ciò indica dei rischi al ribasso per la crescita degli utili. Tuttavia, il fatto che la crescita YoY dell’S&P sia passata in territorio negativo non significa necessariamente che la crescita degli utili debba diventare negativa.
Beat vs Miss
Nell’ultimo anno e mezzo, gli investitori hanno premiato le società che hanno battuto le stime e punito quelle che non le hanno raggiunte. Le aziende che hanno battuto le aspettative hanno sovraperformato l’S&P dello 0,5%. Invece, la sottoperformance media delle aziende che hanno deluso è stata pari al -2,3%.
Dal grafico si può notare che ultimamente il mercato è diventato meno entusiasta per le aziende che superano le stime. Sebbene la stagione degli earnings non sia ancora finita, l’azione sui prezzi suggerisce che l’attenzione continuerà a spostarsi sulle prospettive delle società piuttosto che sui risultati del secondo trimestre. In altre parole, le linee guida delle aziende stanno pesando maggiormente sulle performance.
Gli avvertimenti di Walmart e di altri retailer
Walmart prevede che l’utile per azione scenderà del 13% nell’anno fiscale in corso. La revisione al ribasso delle prospettive dell’azienda deriva dal fatto che i consumatori si rifiutano di comprare articoli di grandi dimensioni concentrandosi sull’acquisto di generi alimentari meno redditizi. Due mesi fa, la società aveva previsto che l’utile per azione sarebbe diminuito solo dell’1%.
Il mese scorso anche Target ha ridotto le sue previsioni di profitto, citando il costo per ridurre le scorte di merce che i suoi clienti erano sempre più riluttanti ad acquistare per colpa dell’inflazione. Ciò accumuna i due retailer in quanto Walmart ha affermato di ridurre i prezzi di alcuni beni in eccesso di cui si vuole liberare.
Per i rivenditori, l’indebolimento delle previsioni di profitto è la dolorosa conseguenza dell’accumulo di scorte dopo anni di vincoli della catena di approvvigionamento e domanda in forte espansione. Forse pensavano che la forte domanda potesse essere mantenuta indefinitamente ma hanno scoperto a loro spese che non è così.
Zoom dei singoli settori
Nel trimestre in corso, non sorprende che l’energia sia in testa per quanto riguarda le revisioni positive. Al contrario, il settore tecnologico sta registrando la percentuale maggiore di declassamenti. La forza del comparto energetico è dovuta all’aumento dei prezzi del petrolio e all’impatto positivo della riapertura dell’economia.
Vale la pena notare che il settore dei beni di prima necessità è vicino al fondo della classifica delle revisioni. Il settore, considerato difensivo, è stato sottoposto a enormi pressioni poiché i costi più elevati e la compressione dei margini hanno pesato sulle prospettive delle società.
La crescita degli utili durante i mercati ribassisti
Per l’intero anno fino ad oggi, il declino dell’S&P 500 è stato guidato da una contrazione dei multipli. I P/E ratio dell’S&P 500 e dei suoi settori sono stati schiacciati. La contrazione è stata più forte per le aziende ad alta crescita, che avevano raggiunto livelli di valutazione estremamente elevati l’anno scorso. Con le valutazioni che hanno subito una brusca correzione, l’attenzione adesso si è spostata sul denominatore del P/E ratio.
Come mostrato nel grafico sottostante, l’attuale percorso degli utili è molto simile a quello visto nel crollo delle dotcom. Sebbene il mercato abbia raggiunto il picco nel marzo 2000, è stato solo nel settembre dello stesso anno che la crescita degli utili ha raggiunto il picco. La crescita degli utili ha subito una correzione molto più rapida dopo il picco del mercato durante la crisi finanziaria globale e la recessione del 1990.
La dimensione del campione preso in esame per la costruzione del grafico è piccola. Inoltre, ogni flessione ha le sue caratteristiche e particolarità.
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