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Il rally delle obbligazioni continua: falso rimbalzo o vera ripresa?
I titoli del Tesoro sono riusciti a risalire dopo aver trascorso gran parte del 2023 “sott’acqua”. Le obbligazioni hanno prolungato il rally di novembre e si stanno dirigendo verso il loro mese migliore da marzo. L’indice Bloomberg delle obbligazioni statunitensi è recentemente passato a un

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 47
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Gli errori di investimento più comuni
Anche i migliori investitori del mondo sbagliano. Fortunatamente, gli errori possono fornire delle lezioni preziose. In questo post analizzeremo gli errori di investimento più comuni. Aspettarsi troppo Aspettarsi troppo dai propri investimenti è uno degli errori di investimento più comuni. Aspettative irrealistiche di rendimenti elevati

Tutto quello che devi sapere sulla vendita allo scoperto
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Black Friday 2023: possibile impatto sul mercato azionario
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Il rallentamento della Cina rende più difficile evitare una recessione globale
Contro ogni aspettativa, la People’s Bank of China ha tagliato i tassi d’interesse di 10 punti base. La decisione è in netto contrasto con la rotta intrapresa dai suoi peers globali. E’ probabile che la PBOC ritenga che l’economia cinese sia in uno stato peggiore di quello che sembra e questo è un segnale importante poiché il rallentamento della Cina rende più difficile evitare una recessione globale.
Il taglio dei tassi ha sorpreso gli esperti. Secondo le loro previsioni, la banca centrale cinese si sarebbe focalizzata sul controllo dell’inflazione, sostenendo al contempo la crescita economica. Data la necessità di mantenere la stabilità dei prezzi, pensavano che la probabilità di un taglio dei tassi d’interesse fosse bassa.
Come le sue controparti occidentali, la PBOC adesso potrebbe essere molto più dipendente dai dati. Le ultime news cinesi non sono state molto buone e questo può aver avuto un’influenza sulla decisione della banca centrale.
Il rallentamento della Cina
Le vendite al dettaglio sono cresciute del 2,7% a luglio rispetto a un anno fa, ben al di sotto della stima del 5% e in calo dal 3,1% di giugno. Le vendite delle categorie legate alla ristorazione, ai mobili e alle costruzioni sono diminuite mentre le vendite di auto, una delle categorie più grandi per valore, sono aumentate del 9,7%.
La produzione industriale è aumentata del 3,8%, mancando le aspettative di una crescita del 4,6%, ed è in calo dal 3,9% del mese precedente. Gli investimenti per i primi sette mesi dell’anno sono aumentati del 5,7% rispetto a un anno fa, mancando le aspettative di una crescita del 6,2%.
I dati più preoccupanti sono quelli del settore immobiliare. Le vendite di immobili si sono contratte del 29%, segnando un calo ancora più profondo rispetto a quello del 18% a giugno. L’inizio delle costruzioni è diminuito del 45%, invariato rispetto a giugno. Gli investimenti nel settore immobiliare sono diminuiti a un ritmo più rapido a luglio rispetto a giugno.
La domanda cinese e le sue implicazioni per il resto del mondo
Per il resto del mondo, il dato più importante proveniente dalla Cina è il volume delle sue importazioni. Per anni la spesa cinese ha rappresentato un vento favorevole per l’economia mondiale. Dai dati sembrerebbe che la Cina abbia perso l’appetito per le importazioni. Le esportazioni invece sono in aumento. Il grafico seguente utilizza le medie mobili a 12 mesi per evitare le distorsioni causate dalle vacanze del capodanno lunare.
La debolezza della domanda cinese colpisce in modo diretto i prezzi delle materie prime, in particolare quello dei metalli industriali. La discesa del minerale di ferro e del rame sono stati chiari segnali della diminuzione della domanda.
L’impulso del credito
La Cina utilizza il credito per rilanciare l’economia. Ecco perché uno dei dati più osservati dagli economisti è l’impulso del credito cinese, ovvero la crescita del credito in proporzione alla crescita dell’economia. Sin dalla crisi finanziaria globale, la Cina ha dimostrato la capacità di aumentare nettamente l’impulso quando l’economia va male. Al momento la Cina non sembra per niente aggressiva nel far fluire il credito. Dopo la spinta del 2008, ogni sforzo per rilanciare l’economia è stato più debole del precedente.
In poche parole, non abbiamo assistito allo stimolo sovradimensionato che è solitamente associato alle riprese dell’economia cinese. L’impulso al credito cinese anno su anno ha appena raggiunto la media storica dopo aver toccato il minimo nell’ottobre 2021.
E’ probabile che la politica monetaria rimanga accomodante. Tuttavia, la domanda di credito è anemica. L’efficacia dello stimolo che ha avuto luogo è stata minima per colpa dei continui problemi con i focolai di Covid e della crisi immobiliare che attanaglia il paese. Senza una sufficiente domanda di credito, qualsiasi stimolo monetario potrebbe essere vano.
La crisi immobiliare cinese
Le autorità cinesi devono anche fare i conti con le continue ricadute del calo dei prezzi degli immobili, che continua senza sosta da quasi un anno, e le difficoltà per gli sviluppatori immobiliari. I problemi di Evergrande hanno provocato brevemente uno spasmo nei mercati mondiali alla fine dell’anno scorso, ma ora hanno in gran parte lasciato i titoli dei giornali. Tuttavia, i problemi per lo sviluppatore sono ancora gravi. Infatti, il rendimento delle sue obbligazioni in scadenza nel 2025 è ora superiore al 150%.
Molti acquirenti di case hanno interrotto i pagamenti dei mutui per protestare contro i ritardi nella costruzione degli appartamenti che avevano pagato prima del completamento, come è tipico in Cina. Ciò mette a dura prova i cashflow degli sviluppatori immobiliari, che a loro volta potrebbero portare a più ritardi nelle costruzioni.
I persistenti problemi finanziari degli sviluppatori insieme alle restrizioni legate al covid hanno ritardato i progetti di costruzione, spingendo gli acquirenti a mettere a rischio il proprio credito finanziario sospendendo i pagamenti del mutuo. Il sentiment ha ridotto la domanda e quindi anche i prezzi delle case.
Le autorità hanno dichiarato che la Cina non vivrà niente di simile alla crisi dei mutui subprime statunitensi del 2007 e hanno suggerito misure per aumentare la fiducia nel settore immobiliare e stabilizzare i prezzi delle case.
Sembrerebbe che le perdite su crediti relative ai prestiti ipotecari siano minime e che i saldi interessati siano attualmente piccoli nella maggior parte delle banche nazionali cinesi. Ma la pressione al ribasso potrebbe aumentare se l’ultima sospensione dei rimborsi dei mutui da parte di alcuni gruppi residenti in Cina non sarà gestita bene.
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