
Lavorare in Italia Conviene Ancora? Il Confronto tra Stipendi, Tasse e Potere d’acquisto in Europa
Gli italiani guadagnano meno dei colleghi europei. Fin qui, nulla di nuovo. Ma quanto esattamente? E soprattutto, è solo una questione di stipendi bassi o ci sono altri fattori che erodono il potere d’acquisto? L’ultimo report JobPricing 2025 traccia un quadro chiaro: il problema non

Investire nel Vino nel 2025: un Mercato in Fermento tra Crisi e Nuove Opportunità
La parola “vino” evoca intensità, romanticismo, convivialità e, per qualcuno, anche rendimenti a lungo termine. Nel 2025 il mercato globale del vino si trova a un punto critico. Secondo lo State of the US Wine Industry Report 2025 di Silicon Valley Bank, il settore è

Affittare la Prima Casa Senza Perdere le Agevolazioni: Tutto Quello Che Non Ti Dicono
Comprare casa dà soddisfazione. Ti fa sentire stabile e indipendente. Se è la prima, poi, c’è quel bonus che ti abbassa le tasse, alleggerisce il mutuo e ti fa credere di aver fatto la scelta più furba possibile. Finché le cose cambiano. Magari il lavoro

Trump Dichiara Guerra ai Prezzi dei Farmaci: Cosa Cambia Davvero per gli Americani (e per i Mercati)
Donald Trump ha acceso una nuova miccia nel panorama economico statunitense firmando un ordine esecutivo che obbliga i programmi sanitari pubblici americani – Medicare e Medicaid – a pagare i farmaci allo stesso prezzo applicato nei Paesi più sviluppati. La notizia ha scatenato subito una

Tregua sui Dazi USA-Cina: la Borsa Vola, Ma i Rischi non sono Spariti
La tregua sui dazi USA-Cina vale miliardi. Quando gli Stati Uniti e la Cina hanno annunciato l’intesa per abbassare drasticamente i dazi reciproci, i mercati non hanno festeggiato. Hanno fatto i fuochi d’artificio. Lunedì 12 maggio 2025 è diventata subito una giornata storica per la

L’Impatto dei Presidenti USA sulla Borsa: Verità, Miti e Conseguenze Reali
Ogni volta che cambia un presidente negli Stati Uniti, succede sempre la stessa cosa. A Wall Street scatta l’allarme o l’euforia, a seconda di chi ha vinto. Si cominciano a tirare fuori grafici, teorie, percentuali e paragoni con Roosevelt o Reagan, mentre nei talk show
Unicredit emette con successo un obbligazione senior da 1 miliardo
UniCredit ha emesso con successo un’obbligazione senior non preferred da 1 miliardo di euro che rende quasi il 4,5% con scadenza 6 anni e possibilità di rimborso anticipato dopo 5 anni.
L’emissione è avvenuta in seguito a un processo di book building che ha raccolto domanda per oltre 2,1 miliardi di euro da parte di più di 150 investitori internazionali.
L’obbligazione scade il 16 febbraio 2029 e in apertura di collocamento è partita da 185 punti sopra il tasso midswap a 6 anni per poi scendere a fine mattinata a 160 punti. Il prezzo di emissione è di 99,842 per un rendimento della cedola del 4,45%.
L’obbligazione prevede la possibilità di una sola opzione call da parte dell’emittente al quinto anno, al fine di massimizzare l’efficienza dal punto di vista regolamentare. Dopo 5 anni, se l’obbligazione non verrà richiamata le cedole per i periodi successivi fino alla scadenza verranno fissate sulla base dell’Euribor a 3 mesi più lo spread iniziale di 160 punti base.
Il bond ha un taglio minimo di 150.000 euro (Isin XS2588885025) e sarà quotato alla borsa del Lussemburgo ma sotto legge italiana.
UniCredit ha sottolineato che l’allocazione finale ha visto la prevalenza di fondi (67%), banche e private banks (20%), hedge funds (7%) assicurazioni (3%), istituzioni e banche centrali (3%), con la seguente ripartizione geografica: Italia (27%), Francia (22%), UK (16%), Germania/Austria (13%), Benelux (9%), paesi nordici (5%), Spagna/Portogallo (4%) e Svizzera (1%). L’emissione è parte del Funding Plan per il 2023 e conferma ancora una volta la capacità di UniCredit di accedere al mercato in diversi formati.
Unicredit ha colto il momento giusto sfruttando le rosee condizioni del mercato primario europeo e il rally delle proprie azioni.
L’obbligazione, documentata nell’ambito del programma Euro Medium Term Notes dell’emittente, si classificherà come il debito Senior Non-Preferred in essere dell’emittente. I rating attesi sono i seguenti: Baa3 (Moody’s) / BBB- (S&P) / BBB- (Fitch), al limite del livello investment grade.
I rischi dell’obbligazione di Unicredit
Poiché questo è un momento magico per l’istituto guidato da Andrea Orcel, le richieste hanno più che raddoppiato l’offerta, arrivando a 2,1 miliardi. Ecco che l’obbligazione di Unicredit ha potuto spuntare un rendimento alla scadenza più basso delle previsioni iniziali.
Rispetto a un BTp a 5 anni, il premio si restringe a circa l’1%. Tuttavia, va considerata la diversa tassazione: i rendimenti dei titoli di Stato sono soggetti all’aliquota del 12,50%, anziché del 26%. Oltre a Unicredit, ad occuparsi dell’operazione sono state Citi, Deutsche Bank, Mediobanca, NatWest Markets, Santander e Société Générale.
L’obbligazione di Unicredit è di una tipologia particolare. Senior Non Preferred significa che, in caso di “bail-in“, parteciperebbe alle perdite della banca e quindi il suo capitale sarebbe intaccato. Tuttavia, ciò avverrebbe dopo le azioni e le obbligazioni subordinate.
Presenta, quindi, rischi significativamente maggiori rispetto a un’obbligazione senior ordinaria. Ma con ottimi rapporti di patrimonializzazione alla fine del 2022, la robustezza della banca sembra scongiurare un simile pericolo da qui ai prossimi anni. Unicredit ha un common equity tier 1 al 14,9%, un tier 1 al 18,65% e un total capital ratio al 21,42%, seconda solo a Intesa.
Proprio perché il bond Unicredit appena emesso appartiene ad una tipologia relativamente rischiosa, non è alla portata di tutti. Lo si comprende dal taglio minimo di 150.000 euro, che confina l’investimento alla sfera istituzionale.
Sottoscrivendo l’obbligazione l’investitore si espone al rischio sui tassi d’interesse. Nel caso in cui l’Euribor a 3 mesi tra 5 anni fosse inferiore a quello odierno, il rendimento risulterebbe più basso. D’altra parte, se l’emittente rimborsasse il titolo alla data prevista per la call, l’investitore perderebbe la cedola relativa all’ultimo anno.
ARTICOLI CORRELATI:
Google annuncia Bard, il rivale di ChatGPT
Il crollo di Adani Group cancella 74 miliardi di dollari
Tesla: gli utili del quarto trimestre battono le stime
Credit Suisse a rischio default: i CDS raggiungono i massimi storici mentre le azioni crollano