Il Declino della Strategia di Investimento Risk Parity
La strategia di investimento risk parity ha rappresentato un pilastro nelle tecniche di gestione del portafoglio fin dalla sua concezione nei tumultuosi anni ’90. Sviluppata e popolarizzata da Ray Dalio di Bridgewater Associates, questa strategia si proponeva di superare i limiti dei tradizionali approcci basati
Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 16
Il grande rally del mercato del 2024 sta pericolosamente vacillando mentre gli un tempo invincibili tori di Wall Street iniziano a incassare i loro profitti. I rendimenti dei titoli di Stato USA in aumento, i falchi della Federal Reserve che guadagnano terreno e il persistente
Ottimizzare gli Investimenti con il Ritorno alla Media: Strategie Essenziali
Nel mondo degli investimenti, pochi concetti sono tanto fondamentali quanto il “ritorno alla media” o mean reversion. Questo principio è una nozione statistica ben nota che descrive la tendenza degli eventi estremi a riconvergere verso un risultato medio nel tempo. Intuitivamente, molti di noi comprendono
Il Potere degli Investimenti in Dividendi in un’Economia Incerta
In un periodo di incertezze fiscali, monetarie e geopolitiche, gli investitori hanno bisogno di strategie difensive per proteggere e accrescere i propri capitali. Una tale strategia, spesso sottovalutata ma di fondamentale importanza, è l’investimento in azioni che pagano dividendi crescenti. Questo blog post esplora l’importanza
Il Futuro dell’Economia Globale: Previsioni del FMI per il 2024 e il 2025
Nel contesto di un mondo economico che emerge lentamente dalle sfide della pandemia e della conseguente instabilità, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha fornito le sue ultime previsioni per l’economia globale. Attraverso un’analisi dettagliata, il FMI esplora le aspettative di crescita, i cambiamenti nei mercati
Inflazione USA Persistente: Le Cause e le Prospettive Future
Il 2024 doveva segnare un punto di svolta per l’economia degli Stati Uniti, con una discesa dell’inflazione al tanto agognato target del 2%, un obiettivo che avrebbe permesso alla Federal Reserve di abbassare i tassi di interesse. Tuttavia, contrariamente a queste previsioni ottimistiche, l’inflazione USA
Unicredit emette con successo un obbligazione senior da 1 miliardo
UniCredit ha emesso con successo un’obbligazione senior non preferred da 1 miliardo di euro che rende quasi il 4,5% con scadenza 6 anni e possibilità di rimborso anticipato dopo 5 anni.
L’emissione è avvenuta in seguito a un processo di book building che ha raccolto domanda per oltre 2,1 miliardi di euro da parte di più di 150 investitori internazionali.
L’obbligazione scade il 16 febbraio 2029 e in apertura di collocamento è partita da 185 punti sopra il tasso midswap a 6 anni per poi scendere a fine mattinata a 160 punti. Il prezzo di emissione è di 99,842 per un rendimento della cedola del 4,45%.
L’obbligazione prevede la possibilità di una sola opzione call da parte dell’emittente al quinto anno, al fine di massimizzare l’efficienza dal punto di vista regolamentare. Dopo 5 anni, se l’obbligazione non verrà richiamata le cedole per i periodi successivi fino alla scadenza verranno fissate sulla base dell’Euribor a 3 mesi più lo spread iniziale di 160 punti base.
Il bond ha un taglio minimo di 150.000 euro (Isin XS2588885025) e sarà quotato alla borsa del Lussemburgo ma sotto legge italiana.
UniCredit ha sottolineato che l’allocazione finale ha visto la prevalenza di fondi (67%), banche e private banks (20%), hedge funds (7%) assicurazioni (3%), istituzioni e banche centrali (3%), con la seguente ripartizione geografica: Italia (27%), Francia (22%), UK (16%), Germania/Austria (13%), Benelux (9%), paesi nordici (5%), Spagna/Portogallo (4%) e Svizzera (1%). L’emissione è parte del Funding Plan per il 2023 e conferma ancora una volta la capacità di UniCredit di accedere al mercato in diversi formati.
Unicredit ha colto il momento giusto sfruttando le rosee condizioni del mercato primario europeo e il rally delle proprie azioni.
L’obbligazione, documentata nell’ambito del programma Euro Medium Term Notes dell’emittente, si classificherà come il debito Senior Non-Preferred in essere dell’emittente. I rating attesi sono i seguenti: Baa3 (Moody’s) / BBB- (S&P) / BBB- (Fitch), al limite del livello investment grade.
I rischi dell’obbligazione di Unicredit
Poiché questo è un momento magico per l’istituto guidato da Andrea Orcel, le richieste hanno più che raddoppiato l’offerta, arrivando a 2,1 miliardi. Ecco che l’obbligazione di Unicredit ha potuto spuntare un rendimento alla scadenza più basso delle previsioni iniziali.
Rispetto a un BTp a 5 anni, il premio si restringe a circa l’1%. Tuttavia, va considerata la diversa tassazione: i rendimenti dei titoli di Stato sono soggetti all’aliquota del 12,50%, anziché del 26%. Oltre a Unicredit, ad occuparsi dell’operazione sono state Citi, Deutsche Bank, Mediobanca, NatWest Markets, Santander e Société Générale.
L’obbligazione di Unicredit è di una tipologia particolare. Senior Non Preferred significa che, in caso di “bail-in“, parteciperebbe alle perdite della banca e quindi il suo capitale sarebbe intaccato. Tuttavia, ciò avverrebbe dopo le azioni e le obbligazioni subordinate.
Presenta, quindi, rischi significativamente maggiori rispetto a un’obbligazione senior ordinaria. Ma con ottimi rapporti di patrimonializzazione alla fine del 2022, la robustezza della banca sembra scongiurare un simile pericolo da qui ai prossimi anni. Unicredit ha un common equity tier 1 al 14,9%, un tier 1 al 18,65% e un total capital ratio al 21,42%, seconda solo a Intesa.
Proprio perché il bond Unicredit appena emesso appartiene ad una tipologia relativamente rischiosa, non è alla portata di tutti. Lo si comprende dal taglio minimo di 150.000 euro, che confina l’investimento alla sfera istituzionale.
Sottoscrivendo l’obbligazione l’investitore si espone al rischio sui tassi d’interesse. Nel caso in cui l’Euribor a 3 mesi tra 5 anni fosse inferiore a quello odierno, il rendimento risulterebbe più basso. D’altra parte, se l’emittente rimborsasse il titolo alla data prevista per la call, l’investitore perderebbe la cedola relativa all’ultimo anno.
ARTICOLI CORRELATI:
Google annuncia Bard, il rivale di ChatGPT
Il crollo di Adani Group cancella 74 miliardi di dollari
Tesla: gli utili del quarto trimestre battono le stime
Credit Suisse a rischio default: i CDS raggiungono i massimi storici mentre le azioni crollano