L’inflazione USA ad agosto ha superato le aspettative, vanificando le speranze di un nascente rallentamento e assicurando un altro aumento storicamente ampio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1% rispetto a luglio e dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Il cosiddetto core CPI, che esclude le componenti alimentari ed energetiche più volatili, è avanzato dello 0,6% rispetto a luglio (contro lo 0,3% atteso) e del 6,3% rispetto a un anno fa. L’accelerazione su base annua, la prima in sei mesi, è stata guidata dai servizi.
L’accelerazione dell’inflazione indica un costo della vita ostinatamente alto per gli americani, nonostante qualche sollievo alla pompa. Le pressioni sui prezzi sono ancora storicamente elevate e diffuse, indicando una lunga strada da percorrere verso il target del 2% di inflazione.
Scomponiamo le letture
I costi alimentari sono aumentati dell’11,4% rispetto a un anno fa, il massimo dal 1979. I prezzi dell’elettricità sono aumentati del 15,8% dal 2021 mentre i prezzi della benzina sono diminuiti del 10,6% ad agosto, il calo mensile più grande in più di due anni.
I prezzi dello shelter, la componente più importante dei servizi e che costituisce circa un terzo dell’indice CPI complessivo, sono stati i driver maggiori sia della lettura annuale che quella mensile. I costi complessivi dell’alloggio sono aumentati dello 0,7% da luglio e del 6,2% rispetto a un anno fa, entrambi i massimi dall’inizio degli anni ’90.
Escludendo cibo ed energia, il costo dei beni è aumentato dello 0,5% rispetto a un mese fa, mentre i costi dei servizi, esclusa l’energia, sono aumentati dello 0,6%. Gli economisti si aspettavano un calo dei prezzi dei beni poiché la domanda repressa porta i consumatori a spostare una parte maggiore della loro spesa verso viaggi e intrattenimento. Tuttavia, i prezzi di entrambe le categorie rimangono elevati.
I prezzi delle auto usate sono scesi per il secondo mese consecutivo. Anche le tariffe aeree sono diminuite, probabilmente a causa del calo dei prezzi del carburante. I prezzi delle auto nuove invece hanno continuato a aumentare.
I farmaci senza prescrizione sono aumentati insieme ai beni sanitari complessivi, che hanno registrato l’aumento più grande dal 2017. Per quanto riguarda i servizi sanitari, l’assicurazione sanitaria è aumentata del 24,3% anno su anno.
L’inflazione continua a erodere i guadagni salariali degli americani. Un rapporto separato martedì ha mostrato che i guadagni orari medi reali sono diminuiti del 2,8% ad agosto rispetto all’anno precedente, continuando una serie costante di ribassi dallo scorso aprile.
Le aspettative del mercato
L’inflazione USA più alta del previsto ad agosto ha portato i trader a scommettere che la Federal Reserve alzerà il suo benchmark fino al 4,3% all’inizio del prossimo anno. Per la riunione della prossima settimana, il mercato ha iniziato a scontare un aumento di un intero punto percentuale.
Il picco del tasso implicito nel mercato dei fed funds è attualmente previsto intorno a marzo 2023. Dopodiché il mercato si aspetta che la banca centrale dovrà allentare la politica poiché i tassi d’interesse più alti inizieranno a incidere sulla crescita.
Dopo l’uscita dei dati sull’inflazione USA di agosto, i rendimenti dei Treasury sono aumentati lungo la curva, guidati dalle scadenze più brevi. Nella sessione asiatica di oggi hanno esteso i loro guadagni, con il rendimento del benchmark a 5 anni in aumento di 4 punti base al 3,62%, il livello più alto dal 2008.
Il rendimento dei Treasury a due anni, il più sensibile alla politica monetaria della Fed, è balzato fino a 22 punti base, spingendolo di oltre 30 punti base al di sopra del tasso a 10 anni e intensificando l’inversione della curva dei rendimenti.
I rendimenti reali a 10 anni hanno brevemente superato l’1% martedì, un livello visto l’ultima volta nel 2018. L’inflazione alta e “appiccicosa” potrebbe rendere necessario un maggiore inasprimento della banca centrale, il che potrebbe significare rendimenti reali ancora più elevati che aumenterebbero i rischi per la crescita economica.
La reazione dei mercati
A seguito della lettura dell’inflazione USA di agosto, le azioni sono state vittima di un brutale sell off che le ha portate a registrare il loro giorno peggiore in più di due anni. L’S&P 500 è sceso di oltre il 4%, mentre le perdite del Nasdaq 100 hanno superato il 5% poiché i titoli più sensibili ai tassi d’interesse hanno subito il colpo maggiore.
Un indice del dollaro è salito di oltre l’1%, avanzando rispetto a tutte le sue controparti del G10. Ad eccezione del dollaro, quasi tutto è passato in rosso. Due dei maggiori fondi negoziati in borsa che seguono l’S&P 500 (ticker SPY) e i Treasuries (ticker BND) hanno registrato una perdita combinata del 4,8%, segnando il peggior calo cross-asset da metà giugno.
Il petrolio è scivolato quando è riemersa la preoccupazione che la banca centrale possa accelerare la sua stretta monetaria, mettendo l’economia a rischio di una recessione. Bitcoin, nonostante sia stato pubblicizzato come una copertura dall’inflazione, è scivolato di quasi il 10%.
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