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La BCE ha aumentato i tassi di 75 punti base
La BCE ha aumentato i tassi d’interesse di 75 punti base e la Lagarde ha lasciato intendere che potrebbe farlo ancora. L’attacco dei funzionari contro l’inflazione dilagante si sta facendo più forte. L’aumento storico di questo mese fa parte di diverse mosse future che la Banca centrale europea dovrà intraprendere per recuperare terreno nella sua lotta contro l’aumento dei prezzi.
La decisione di ieri, presa nonostante le prospettive di crescita più deboli e le pressioni inflazionistiche guidate principalmente da fattori dell’offerta, è stata in linea con le aspettative degli analisti e ha portato il tasso di deposito dallo 0% allo 0,75%.
Dopo che la BCE ha aumentato i tassi di 75 punti base, la Lagarde ha promesso “diverse” mosse future. Questo significa più di due mosse, inclusa questa. Probabilmente gli aumenti saranno meno di cinque, secondo la presidente.
Proprio come la Fed, la Banca centrale europea terrà un approccio “riunione per riunione”. Se i dati suggeriranno la necessità di un ulteriore aumento dei tassi sovradimensionato, la BCE sarà pronta ad agire.
Gli investitori del mercato monetario hanno aumentato le scommesse su un ulteriore inasprimento della BCE. Gli operatori stanno valutando 60 punti base di aumento per la riunione di ottobre, portando le probabilità di un altro aumento di 75 punti base al 40%.
Le proiezioni della BCE
La BCE ha alzato le sue prospettive per i prezzi al consumo quest’anno e il prossimo, riducendo al contempo le sue previsioni di crescita economica nel 2023. La proiezione dello 0,9% per la crescita del prossimo anno è più ottimista della mediana dello 0,7% delle previsioni raccolte da Bloomberg.
La possibilità di un altro aumento di 75 punti base
La Banca centrale europea è stata accusata di aver reagito troppo in ritardo per rispondere alle pressioni inflazionistiche. E’ chiaro quindi che i funzionari politici siano sotto pressione e debbano ad ogni costo mantenere la loro credibilità.
Un ulteriore aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base alla riunione di ottobre è possibile, soprattutto se le prospettive di inflazione dovessero giustificare un passo di quell’entità. Un secondo grande aumento corrisponderebbe alla recente mossa della Federal Reserve.
L’appetito per una ripetizione dell’inasprimento senza precedenti di giovedì è condiviso da falchi e colombe del Consiglio direttivo. La riduzione di quasi 5 trilioni di euro di obbligazioni acquistate durante la crisi pandemica dovrebbe essere discussa durante la riunione non politica dei funzionari a Cipro il 5 ottobre.
Il compito della BCE è forse più difficile di quello della Fed
Come già detto, le pressioni inflazionistiche dell’Eurozona sono guidate principalmente da fattori dell’offerta. È improbabile che l’aumento degli oneri finanziari attutisca l’impennata dei prezzi dell’energia.
La situazione sui mercati energetici europei è peggiorata dopo che la Russia ha interrotto le forniture di gas naturale attraverso il gasdotto Nord Stream. La BCE deve comunque agire per tenere a bada le aspettative di inflazione.
La BCE quindi ha la necessità di procedere con gli aumenti dei tassi mentre l’Euro Area è sempre più a rischio recessione. Poiché la crisi del costo della vita indebolisce la domanda, gli analisti prevedono una recessione entro la fine dell’anno.
Le prospettive per la Germania, l’economia più grande del blocco, sono cupe a causa della sua smisurata dipendenza dall’energia russa. Sebbene sia riuscita a riempire le strutture di stoccaggio del gas più rapidamente del previsto, il razionamento durante l’inverno sembra molto probabile.
L’euro si stabilizza
L’euro è scivolato rispetto al dollaro mentre la Lagarde parlava in concomitanza con il capo della Federal Reserve Jerome Powell, il quale ha dichiarato che la banca centrale statunitense non si tirerà indietro nei suoi sforzi per frenare l’inflazione finché il suo lavoro non sarà terminato. In seguito, l’euro si è stabilizzato e oggi si è riportato in prossimità della parità con il dollaro puntando alla media a 50 periodi.
Tassi più alti possono offrire un certo sostegno all’euro, la cui discesa ha reso più costose le importazioni, in particolare quelle di materie prime. A luglio, i funzionari della BCE hanno notato che il deprezzamento dell’euro costituiva un cambiamento importante e implicava maggiori pressioni inflazionistiche.
La Lagarde ha ribadito che la BCE non punta a un tasso di cambio specifico, ma ha affermato che rimane molto attenta alla situazione intorno alla valuta.
Le obbligazioni europee scendono
Le obbligazioni europee sono scivolate dopo che la Banca centrale europea ha dichiarato che avrebbe rimosso il limite dello 0% all’interesse che i depositi del governo possono guadagnare.
La mossa ha ridotto l’incentivo a trasferire miliardi di euro di denaro pubblico dal cash al debito a breve termine, provocando un’ondata di vendite che ha portato il rendimento delle obbligazioni tedesche a due anni a salire di 23 punti base all’1,33%, il secondo balzo più grande dal 2011.
Il passo fa parte della missione della BCE di garantire che le sue mosse di politica monetaria si trasmettano all’economia reale, a seguito dei segnali che gli alti livelli di liquidità stavano deprimendo i tassi del mercato monetario.
La modifica impedirà il deflusso di depositi nel mercato, in un momento in cui alcuni segmenti dei mercati dei pronti contro termine dell’Euro Area stanno mostrando segni di scarsità di garanzie, e consentirà una valutazione approfondita di come i mercati monetari si stanno adeguando ai tassi di interesse positivi.
La misura non cambia lo squilibrio strutturale domanda-offerta dei bund. Le obbligazioni tedesche sono notoriamente scarse, con una quota disponibile per il mercato generale inferiore al 20%, sulla base di calcoli fino a maggio 2022. Ciò ha contribuito a una dinamica di scarsità di garanzie nel mercato, rendendo costoso per i trader acquistare titoli specifici nei mercati pronti contro termine.
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