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Cosa fa muovere i mercati? Sintesi Macro – Settimana 32

Alcuni dei ribassisti più ostinati hanno gettato la spugna. I dati del prime broker di Goldman Sachs hanno confermato che gli hedge fund sono stati costretti ad abbandonare le loro scommesse ribassiste. A seguito dell’uscita del CPI, gli speculatori professionisti si sono riversati nelle azioni. I loro acquisti netti hanno raggiunto il livello più alto in più di tre mesi.
In generale, l’esposizione azionaria di questa categoria di investitori rimane modesta. La leva netta, una misura della propensione al rischio che tiene conto delle posizioni rialziste degli hedge fund rispetto a quelle ribassiste, è bloccata a livelli relativamente bassi. Quindi i gestori di denaro hanno teoricamente ampio spazio per aumentare le loro posizioni long.
Secondo la definizione classica, il Nasdaq ha dato inizio a un nuovo mercato rialzista. Dal suo minimo di giugno, l’indice è salito più del 20%.
L’S&P 500 ha chiuso la quarta settimana consecutiva di guadagni. Come molti hanno notato, l’indice venerdì ha superato il livello 50% del ritracciamento di Fibonacci dell’intera discesa da inizio anno.
Dei tredici mercati ribassisti dal dopoguerra, solo quello del 1973-1974 ha registrato un minimo più basso dopo aver ripercorso il 50% del suo calo. Il prezzo adesso si trova molto vicino alla media a 200 periodi.
Tutti i settori dell’S&P 500 hanno chiuso in verde. L’energia e il settore finanziario si sono posizionati ai primi posti mentre i consumer staples e l’healthcare hanno avuto le performance settimanali più basse.

Il VIX ha chiuso sotto la soglia dei 20 punti. Anche il VXN, l’indice di volatilità del Nasdaq, è collassato sotto i 25. Gli investitori non sembrano per niente interessati a comprare protezione adesso.
Le prossime settimane saranno cruciali per determinare la sostenibilità del rally delle azioni. Finora i flussi sono stati robusti. I fondi azionari globali hanno attirato $ 7,1 miliardi nella settimana fino al 10 agosto.
Alla base del rimbalzo ci sono l’euforia e la speranza. I dati sul lavoro e sull’inflazione hanno alimentato le argomentazioni su un probabile soft landing dell’economia. Il CPI di luglio non ha mostrato nessun aumento rispetto al mese precedente. La forte decelerazione dall’1,3% di giugno è stata guidata dal calo dell’energia e delle componenti “transitorie”.
La diminuzione dei costi energetici ha compensato l’aumento dei prezzi del cibo. Gli affitti hanno continuato a guidare l’inflazione core e sono rimasti elevati (+0,7%m/m). Per quanto riguarda i servizi, l’aumento dei prezzi è sceso allo 0,4% m/m, trainato da un calo del -0,5% nei servizi di trasporto.
L’indice PPI è diminuito dello 0,5% rispetto al mese precedente ed è aumentato del 9,8% rispetto a un anno fa. Escludendo le componenti volatili di cibo ed energia, il cosiddetto core PPI è aumentato dello 0,2% rispetto a giugno e del 7,6% rispetto all’anno precedente.
Le letture mensili dell’inflazione sono soggette alla volatilità. L’aumento dei prezzi potrebbe effettivamente aver raggiunto il picco ma lo slancio dell’inflazione rimane preoccupante. Ciò significa che la Fed dovrà compiere notevoli sforzi per riportare l’inflazione al target del 2%. Inoltre, il mercato del lavoro sta mostrando i primi segni di debolezza. In poche parole, il soft landing non è poi così probabile.
In ogni caso il mercato ha festeggiato i dati sull’inflazione, con le parti più speculative che hanno goduto dei guadagni maggiori. La frenesia delle meme stock è tornata. Lo short squeeze ha portato il paniere delle azioni meme al livello più alto in 5 mesi. Insieme a loro, anche le aziende tech non redditizie, le SPAC, ARK e le criptovalute hanno mostrato un forte rimbalzo.
Cosa sconta il mercato obbligazionario?
A seguito dell’uscita dei dati sull’inflazione, le aspettative sugli aumenti dei tassi della Fed sono diminuite. Il mercato adesso sconta una probabilità maggiore per un aumento di 50 bps alla riunione di settembre rispetto che ad un aumento di 75 bps.
Lo spread più seguito della curva dei rendimenti ha raggiunto un nuovo minimo, toccando il livello di inversione più profondo in più di vent’anni. Ciò non fa presagire niente di buono per l’economia.
La corsa del dollaro è finita?
Il dollaro ha chiuso la settimana in negativo. Dopo la riunione del FOMC di luglio e l’interpretazione del mercato, il dollaro ha messo in pausa la sua corsa. Il ritracciamento ha portato il prezzo al di sotto della media a 50 periodi.
Gli hedge fund sono diventati ribassisti sul dollaro per la prima volta in un anno. Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission, gli investitori con leva sono passati a una posizione net short la scorsa settimana. L’indice Bloomberg Dollar Spot è sceso di oltre il 3% dal massimo storico di luglio dopo essere salito di oltre il 14% in un anno.
Nel breve termine ci sono dei fattori che possono sfavorire il dollaro. Tra questi ci sono senz’altro il rallentamento della crescita economica degli Stati Uniti e la diminuzione delle aspettative sugli aumenti dei tassi d’interesse. Tuttavia, esistono ancora gli aspetti fondamentali che hanno rafforzato il dollaro quest’anno.
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