Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 42

cosa fa muovere Wall Street Borsa Europea settimana 42
La tabella è da intendersi solo ed esclusivamente a scopo informativo e didattico. Nessuna informazione o dato in essa contenuti vuole essere un consiglio finanziario per il lettore, che declina l’autore da qualsiasi responsabilità.

Le azioni sono crollate in tutto il mondo, mentre gli investitori stanno passando dagli asset rischiosi a quelli più sicuri per la preoccupazione che la guerra tra Israele e Hamas possa degenerare in un conflitto più ampio.

L’S&P 500 è crollato del 2,5%, registrando la settimana peggiore in un mese. Ha superato la sua media mobile a 200 periodi, un segnale ribassista per gli analisti tecnici. L’indice è sulla buona strada per il terzo mese consecutivo di perdite, una serie che si è verificata l’ultima volta all’inizio della pandemia. L’“indicatore della paura” di Wall Street, il VIX, ha toccato il massimo da marzo.

S&P 500 performance mensile ottobre 2023

A parte il conflitto in Medio Oriente, nelle ultime settimane i mercati globali sono stati colpiti dall’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro e dalle crescenti preoccupazioni che i tassi di interesse rimangano elevati per un periodo più lungo.

I rendimenti delle obbligazioni a 10 anni sono saliti di 30 punti base nella settimana appena conclusa, sfiorando il 5% per la prima volta in più di 16 anni. Al contrario, i rendimenti dei titoli del Tesoro a due anni, quelli più sensibili alle aspettative di politica monetaria, sono aumentati di soli 2 punti base. Questa dinamica ha portato la curva dei rendimenti a soli -17 punti base, il livello meno invertito da oltre un anno. In passato, l’irripidimento della curva in uscita dall’inversione è stato un segnale di recessione imminente.

irripidimento curva recessione

Nel frattempo, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell sembra aver finalmente convinto i trader che non ha intenzione di tagliare i tassi a breve.

I trader hanno anche guardato una serie di risultati societari. Secondo i dati compilati da Bloomberg, delle 86 società dell’S&P 500 che hanno riportato gli utili, il 74% ha battuto le stime di profitto degli analisti, rispetto al 78% per l’intera stagione di un anno fa.

L’oro ha registrato un’impennata, portandosi vicino ai 2.000 dollari l’oncia. Il petrolio ha sfiorato i 90 dollari al barile per poi ritirarsi.

Il dollaro ha chiuso la settimana in lieve ribasso, grazie soprattutto ai commenti di Powell. Bitcoin è aumentato del 10%, dando credito alla narrativa secondo cui l’asset digitale funge da potenziale copertura in tempi tumultuosi.

Powell segnala che la Fed intende mantenere i tassi stabili

Parlando all’Economic Club di New York giovedì, il presidente Powell ha suggerito che la Fed è disposta a mantenere i tassi di interesse stabili alla prossima riunione, lasciando aperta la possibilità di un futuro rialzo. I commenti hanno confermato le aspettative del mercato secondo cui la Fed salterà un aumento dei tassi per il secondo incontro consecutivo.

“Date le incertezze e i rischi, e il livello a cui siamo arrivati, il comitato sta procedendo con cautela”, ha dichiarato Powell “Prenderemo decisioni sull’entità dell’ulteriore rafforzamento della politica e su quanto tempo la politica dovrà rimanere restrittiva in base alla totalità dei dati in arrivo, all’evoluzione delle prospettive e all’equilibrio dei rischi”.

Powell ha anche parlato della recente impennata dei rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine, che potrebbe ridurre la necessità di ulteriori aumenti dei tassi. Ha affermato che è dovuta principalmente all’aumento dei premi a termine, descrivendo in dettaglio diversi fattori che potrebbero causare l’aumento della domanda di rendimento da parte degli investitori, incluso il programma di quantitative tightening (QT) della Fed. “Stanno rivedendo la loro visione sulla forza complessiva dell’economia e pensando che anche a lungo termine potrebbero essere necessari tassi più alti”, ha detto Powell riguardo ai trader che spingono al rialzo i rendimenti. “Potrebbe esserci una maggiore attenzione ai deficit fiscali. Anche il QT potrebbe farne parte”.

La crisi immobiliare in Cina persiste

La crisi immobiliare cinese ha segnato un’altra triste pietra miliare la scorsa settimana. Country Garden Holdings, un tempo il più grande costruttore della nazione, ha segnalato che probabilmente sarebbe andato in default su un’obbligazione in dollari per la prima volta. Un periodo di grazia di 30 giorni per i pagamenti degli interessi sulle sue obbligazioni è scaduto. Anche se Country Garden non ha fatto dichiarazioni ufficiali, l’insolvenza è una conclusione scontata.

Gli sviluppatori cinesi sono alle prese con una crisi di liquidità che dura da anni. Le preoccupazioni delle famiglie per la mancanza di denaro da parte degli sviluppatori per completare le proprietà sono uno dei motivi per cui le vendite stanno diminuendo.

I prezzi delle case sono scesi al ritmo più veloce in quasi un anno, alimentando i dubbi sul fatto che le misure adottate da Pechino per sostenere il mercato immobiliare siano sufficienti a rilanciare il settore.

crisi immobiliare cina prezzi case

Il calo dei prezzi è un altro deterrente per gli acquirenti di case in un paese in cui la proprietà è stata per lungo tempo una delle principali riserve di ricchezza.

Le vendite di case e gli investimenti immobiliari hanno continuato a rappresentare un freno all’economia nell’ultimo trimestre. La produzione nel settore si è contratta per otto degli ultimi nove trimestri, il crollo più lungo mai registrato.

ARTICOLI CORRELATI:

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 41

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 40

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 38

Cosa fa muovere Wall Street e la Borsa Europea? Sintesi Macro – Settimana 37

Exit mobile version